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A cura di Blog Collettivo

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Non sottovalutare gli effetti delle droghe "leggere", sempre più diffuse fra i giovani

Se ci chiedessero cosa sia l’Amnésia, il Lemon juice express, la Blue dream, la Moby dick, la Og kush Citrus, oppure la Super Skunk, la Thai Stick, la Northern Light, il Jack Harer, la Jamaican e l’AK 47, vedremmo che molti giovani, sorprendentemente, conoscono il significato di tutti questi nomi appartenenti al mondo delle droghe leggere

BRINDISI - Se ci chiedessero cosa sia l’Amnésia, il Lemon juice express, la Blue dream, la Moby dick, la Og kush Citrus, oppure la Super Skunk, la Thai Stick, la Northern Light, il Jack Harer, la Jamaican e l’AK 47, vedremmo che molti giovani, sorprendentemente, conoscono il significato di tutti questi nomi appartenenti al mondo delle droghe leggere.

Per droga si intende qualsiasi sostanza, sintetica o naturale, chimicamente pura o meno, la cui assunzione provoca una modificazione della coscienza, della percezione e dell’umore (Galimberti 2007).

Anche se la definizione proposta è alquanto recente, l’utilizzo delle droghe nasce con le prime civiltà: dalle antiche popolazioni della Mesopotamia, passando dai Sumeri, sino ai giorni nostri, la produzione e l’utilizzo di sostanze psicotrope ha accompagno l’uomo sin dalle origini.
Il motivo è presto detto: tali sostanze producono un senso d’alterazione della coscienza, con momentanei effetti illusori, per poi innescare dipendenza nei consumatori, sempre più vittime del craving (desiderio dalla sostanza).

Dietro il piacere elicitato dalle droghe, specialmente quelle più diffuse quali Hashih e Marijuana, si nascondono semplici reazioni chimiche innestate dalle molecole assunte, capaci di influenzare il sistema di gratificazione mediato dai circuiti dopaminergici.

Il delta-9-tetraidrocannabinolo, uno dei maggiori e più noti principi attivi della cannabis, è il principale responsabile della sensazione di piacere legata all’uso della cannabis o dei suoi derivati. Dal momento in cui si fuma, questa sostanza innesca il circolo di dopamina con l’interessamento di alcune zone cerebrali quali nucleo accumbens, l’amigdala alcune zone corticali.

Il risultato di questo processo si tradurrà nel cambiamento della plasticità neuronale con l’attivazione dei sistemi contro-opponenti che si realizzano psicologicamente nella conversione del pensiero dal “io voglio fumare” al “io devo fumare”. Anche se è difficile fare stime precise, si calcola per difetto che più del 30% dei giovani abbiano fatto uso di sostanze almeno una volta nella vita, mentre il 15% afferma di averne fatto uso ultimamente.

Questi numeri spiegano come l’utilizzo delle droghe sia un elemento fondante delle moderne culture adolescenziali del mondo occidentale, con effetti diretti sulla qualità del sistema sociale e sanitario dei paesi sviluppati.

Infatti, se sui social network girano notizie sull’apparente utilità della cannabis a fini tarapeutici (ignorando che il THC viene trattato a tutti gli effetti come un medicinale), i giovani e i bambini sono poco informati sui rischi derivati dall’assunzione di sostanze. 

Dal momento in cui si decide di fumare uno spinello, inizia un giro alla roluette russa: si sfida il nostro corredo genetico, bussando a porte da cui si ha accesso all’esordio di vari disturbi psicologici e psichiatrici.
Tra i sintomi comunemente più riconosciuti troviamo:
•    Deterioramento mentale;
•    Esordio della schizofrenia;
•    Attacchi di ansia e di panico;
•    Disturbi depressivi,
•    Disturbi comportamentali dei figli le cui madri abbiano fatto uso di cannabis durante la gravidanza.

Come è risaputo, i giovani che decidono di avvicinarsi al mondo delle droghe, lo fanno perché sospinti dalla voglia di sfidare la noia, o per fuggire da un mondo che non sono in grado d’affrontare. Coloro che dispongono di una rete familiare e sociale funzionale, possono riuscire a limitare l’uso delle droghe leggere ma, per coloro i quali ne fanno una “sana” abitudine quotidiana, necessaria per il proprio stato  di tolleranza psichica, mediato da fattori esogeni, gli effetti collaterali sono pressoché certi.

Non si devono sottovalutare le conseguenze comportamentali delle sostanze psicotrope, difatti gli assuntori di droghe pesanti e leggere sono più esposti agli incidenti stradali, a condotte comportamentali aggressive ed impulsive, con effetti diretti sul sistema sociale in cui vivono.
E’ di primaria importanza, quindi, fare luce su questo mondo, soprattutto all’interno dei contesti scolastici, considerando che l’età media dei giovani consumatori si è abbassata drasticamente, arrivando a raggiungere anche ragazzi tra i 10 e i 14 anni.

Solo la sinergia tra le famiglie, le realtà scolastiche e i servizi territoriali può fermare un fenomeno che, a conti fatti, produce solo disagio sociale e l’esposizione dei nostri ragazzi a rischi che non sono in grado d’affrontare.

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