Forte a Mare, ecco cosa si perde Brindisi tra furti, chiusure e mancanza di idee
BRINDISI – Chiudere un monumento al pubblico non significa anche renderlo inaccessibile ai ladri. Sino ad oggi Forte a Mare, il castello Alfonsino che assieme all’opera a corno sorge su quella che sino alla costruzione della diga di Bocche di Puglia era un’isola, è stato al centro di misure inadeguate.
BRINDISI – Chiudere un monumento al pubblico non significa anche renderlo inaccessibile ai ladri. Sino ad oggi Forte a Mare, il castello Alfonsino che assieme all’opera a corno sorge su quella che sino alla costruzione della diga di Bocche di Puglia era un’isola, è stato al centro di misure inadeguate. Inadeguata la vigilanza visto che il castello è stato spogliato anche di bagni, infissi e impianti elettrici; conseguente abbandono ai rifiuti e alle erbe infestanti; inadeguate le politiche per trovare partnership e soluzioni di utilizzo culturale e turistico.
Tutti ne parlano, nessuno ha un progetto chiaro. Il Comune non avrà mai risorse per gestire Forte a Mare da solo, ci vuole un altro partner istituzionale che può destinarvi dei fondi. Oppure un privato con cui condividere idee per la destinazione d’uso, che resti rigorosamente culturale e turistica, quindi per i servizi. Nel frattempo, questa fotogallery realizzata con immagini di Vito Massagli, ci fa capire cosa si perde Brindisi. (BrindisiReport.it)