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Giallo sulla morte di un marittimo a bordo della motonave “Eleonora Lembo”

BRINDISI - E' contro ignoti il fascicolo aperto dal pubblico ministero Valeria Farina Valaori per accertare le cause e le eventuali responsabilità – di sicura origine colposa, laddove dovessero esserci – sul decesso di Alfredo Landolfi, marittimo 62enne morto mercoledì sera a bordo della motonave “Eleonora Lembo”, in viaggio lungo le acque territoriali brindisine. L'autopsia sul corpo dell'uomo è terminata questa sera alle 18 e 30. L'esame è stato eseguito dal medico legale Antonio Carusi, su incarico del pubblico ministero. Per capire quali siano state le cause del decesso bisogna attendere l'esito degli esami istologici che chiariranno se si sia trattato di un infarto oppure no.

BRINDISI - E' contro ignoti il fascicolo aperto dal pubblico ministero Valeria Farina Valaori per accertare le cause e le eventuali responsabilità – di sicura origine colposa, laddove dovessero esserci – sul decesso di Alfredo Landolfi, marittimo 62enne morto mercoledì sera a bordo della motonave “Eleonora Lembo”, in viaggio lungo le acque territoriali brindisine. L'autopsia sul corpo dell'uomo è terminata questa sera alle 18 e 30. L'esame è stato eseguito dal medico legale Antonio Carusi, su incarico del pubblico ministero. Per capire quali siano state le cause del decesso bisogna attendere l'esito degli esami istologici che chiariranno se si sia trattato di un infarto oppure no.

La morte repentina e inaspettata del marittimo di origini palermitane, riapre l'annosa questione delle competenze sul soccorso in mare, dato che il medico del 118 allertato dalla Capitaneria di porto “non poteva, né era assolutamente autorizzato a salire sulla motonave, dato che i soccorsi di competenza della Asl sono possibili sono sulla terraferma”, lo chiarisce il responsabile del servizio Massimo Leone. Sulla terraferma, malgrado i tempestivi soccorsi della motovedetta, il marittimo non è arrivato vivo.

La tragedia si è consumata intorno alle 19 di mercoledì. E' questa l'ora in cui dalla motonave Lembo parte l'allarme alla Capitaneria. C'è un uomo che si sente male, bisogna fare presto. La guardia costiera fa partire seduta stante la motovedetta e intanto allerta il 118, l'ambulanza si precipita sulla banchina e attende che il paziente arrivi sulla terraferma. Il marittimo palermitano muore durante il trasporto, quando approda sulla costa non c'è ormai più nulla da fare. E' qui il buco nero tutto ancora da chiarire, ma un fatto intanto è certo.

Il medico del 118 non poteva né doveva lasciare la costa, non a caso il fascicolo del pm è contro ignoti, se la legge avesse previsto diversamente sarebbero affiorate ipotesi di omissione che il magistrato inquirente non ha contemplato. Ma l'interrogativo resta: se il 62enne in preda a un infarto fosse stato soccorso sulla motonave, si sarebbe salvato? Se sì, chi se non il 118 avrebbe dovuto intervenire? Il dirigente medico responsabile del servizio chiarisce: “Esiste un progetto della Regione, affidato all'anestesista De Luca che prevede un servizio complementare di emergenza sanitaria in mare per il quale sono stati stanziati dei fondi, aspettiamo che decolli.

Un altro progetto, ma di competenza ministeriale, prevede l'istallazione di defribillatori automatici sulle motovedette della Capitaneria, con la contestuale preparazione del personale, come da tempo facciamo con gli agenti della Questura: attendiamo l'ok, anche per questo”. Nell'attesa che un progetto e l'altro giungano in porto, resta il dubbio, se quella morte si poteva scongiurare oppure no.

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