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La scuola entra in carcere

BRINDISI - Concluso un interessante progetto Scuola-Casa circondariale. Ecco le testimonianze degli studenti che hanno incontrato per alcune settimane i detenuti.

BRINDISI - “Grazie per aver riportato il sorriso sulle mie labbra…”; “Vi auguro che i vostri sogni nel cassetto si avverino tutti!”; “Spero che uscendo da qui io possa rivivere momenti belli come questi vissuti insieme!”.

Tante belle parole scritte dai detenuti nella Casa circondariale di Brindisi che s’intrecciano a quelle degli studenti: “Abbiamo ricevuto tanto, più di quanto siamo riusciti a donare!”. Frase dettata dal cuore dei ragazzi intervistati nella sala conferenze della Provincia, in occasione della presentazione della fase conclusiva del progetto “Scuola e Solidarietà”. Una iniziativa che ha visto la collaborazione efficace ed efficiente tra il settore delle Politiche sociali della Provincia, la Direzione carceraria di Brindisi, il Csv Poiesis ed i Licei "E. Palumbo" e "B. Marzolla" di Brindisi.

Gruppi di 15 studenti per volta, dopo due mesi d’incontri preparatori, per 8 settimane si sono alternati in laboratori, trasformando se stessi e i detenuti della Casa circondariale di Brindisi nei reali protagonisti di un progetto che, attraverso la poesia, le lingue straniere, gli audio-video e la danza, è riuscito a trasmettere emozioni positive a tutti gli interessati.

“Il primo giorno avevamo ansia, timore, curiosità e voglia di scoprire una realtà sconosciuta, osservata solo attraverso i film!”, racconta Erica Coppola. “Abbiamo avuto la fortuna di capire che non c’è da avere paura; abbiamo, al contrario, instaurato rapporti d’amicizia ed imparato dai nostri nuovi amici che le difficoltà vanno affrontate”.

Cosimo Spagnolo conferma le titubanze iniziali: “Avevamo preconcetti che si sono immediatamente volatilizzati. Ci siamo resi conto che avevamo di fronte persone semplicissime, che hanno fatto degli errori ma che hanno un gran cuore e hanno dimostrato grande apertura e disponibilità nei nostri confronti”.

“Attendevamo l’appuntamento del venerdì per incontrarci, confrontarci”, confessa Mattia Rubino. “Ci facevano mille domande su come avevamo vissuto la nostra settimana e su ciò che era accaduto!  Abbiamo compreso che piccolezze, che noi tante volte consideriamo scontate, come prendere un caffé, un gelato, acquistare le sigarette, possono diventare gesti desiderati, sognati, agognati, quando si è privi della libertà di agire”.

La professoressa Anna Luisa Saladino, preside del “Liceo Marzolla” fa un resoconto positivo dell’esperienza, ricordando che al ritorno dagli incontri settimanali, gli studenti condividevano le sensazioni provate con compagni e professori, creando momenti di riflessione e di crescita collettiva. “Abbiamo accolto favorevolmente l’iniziativa, che rientra in una dimensione di cittadinanza legata alle istituzioni, al sociale nell’ambito dell’istruzione. Siamo convinti che ciò che gli studenti sperimentano dal vivo, entra a far parte del loro io e permette di andare oltre l’individualismo. In tal modo si può tentare di costruire una salda “socialcatena” che non può che portare vantaggi sociali, culturali ed economici alla comunità”.

La conoscenza dei principi costituzionali, uniti alla sensibilità e ad una forte idea di socialità è espressa dalle parole di Clarissa Pesc: “La perdita di libertà non può includere la perdita di dignità umana che va sempre rispettata e salvaguardata. La stessa perdita di libertà non impedisce di far uscire ciò che di straordinario ognuno di noi ha dentro”.

Entusiasmo e partecipazione sono stati evidenziati anche dal direttore del Csv Poiesis Gianluca Carbonara e dal neo presidente Rino Spedicato. “I ragazzi hanno partecipato al di là di qualsiasi previsione, hanno superato i preconcetti mentali e sono riusciti a trasmettere nelle classi ed a scuola le proprie emozioni, rendendo partecipi molti più studenti”.

Il preside Micia è fermamente convinto che «occorre evidenziare gli aspetti positivi di qualsiasi situazione umana, con la nostra formazione vogliamo coniugare professionalità e socialità, coniugare “istruzione e sociale” formando personalità e professionalità forti e sensibili”».

“L’ultimo giorno è stato malinconico” raccontano commosse Nunzia Iaia e Francesca Fai: “Siamo stati ricevuti con eleganza ed abbiamo scambiato auguri ed i saluti più affettuosi, manifestando un gran bene nei nostri confronti sia con parole che con sentiti abbracci”.

Colpiti emotivamente, anche noi, da tutta la manifestazione, l’intervento della direttrice della casa Circondariale, dal fantastico video realizzato grazie anche alla collaborazione di Beppe Loiacono, vogliamo chiudere riportando le parole sentite di Clarissa, che è riuscita ad esternare quanto di più intimo questo progetto le ha lasciato dentro. “Questa profonda esperienza, questo viaggio nelle emozioni, mi ha fatto comprendere tante cose. Mi sono posta molte domande alle quali ho tentato di dare delle risposte… posso dire oggi, con certezza, che mi ha portato alla scoperta più di me stessa che degli altri. Grazie a tutti voi!”.

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