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Giovedì, 28 Marzo 2024
Speciale Ceglie Messapica

Matarrelli: “Mai sottratto al dialogo e al confronto, raccolgo l’invito a discutere”

CEGLIE MESSAPICA - Prove tecniche di pace, tra il consigliere regionale Toni Matarrelli e l’Amministrazione comunale di Ceglie Messapica, dopo le polemiche seguite alla manifestazione di protesta tenutasi il 12 aprile scorso a Bari, dinanzi alla sede del Consiglio regionale. L’esponente del Sel, fatto oggetto in quella circostanza di insulti e minacce da parte di alcuni dimostranti cegliesi (uno dei quali poco dopo identificato e querelato), risponde con una lettera aperta a chi, come il consigliere provinciale Nicola Ciracì, sempre per mezzo di una lettera aperta, aveva spianato la strada verso il chiarimento, invitando lo stesso Matarrelli a Ceglie Messapica, per un confronto sereno e democratico sul destino del nosocomio cegliese.

CEGLIE MESSAPICA - Prove tecniche di pace, tra il consigliere regionale mesagnese, Toni Matarrelli, e l’Amministrazione comunale di Ceglie Messapica, dopo le polemiche seguite alla manifestazione di protesta tenutasi il 12 aprile scorso a Bari, dinanzi alla sede del Consiglio regionale. L’esponente del Sel, fatto oggetto in quella circostanza di insulti e minacce da parte di alcuni dimostranti cegliesi (uno dei quali poco dopo identificato e querelato), risponde con una lettera aperta a chi, come il consigliere provinciale Nicola Ciracì, sempre per mezzo di una lettera aperta, aveva spianato la strada verso il chiarimento, invitando lo stesso Matarrelli a Ceglie Messapica, per un confronto sereno e democratico sul destino del nosocomio cegliese.

“A tutela della mia persona e del ruolo istituzionale che mi onoro di ricoprire, ho dovuto procedere legalmente - spiega Matarrelli - contro chi, impedendomi di svolgere la mia funzione pubblica, ha preferito la dissennata violenza del branco al confronto democratico. Sono tuttavia disponibile a ritirare la denuncia presentata, ma soltanto dopo aver ricevuto scuse pubbliche sentite e circostanziate: soltanto così si saranno ripristinati il rispetto e la dignità dovuta al ruolo di consigliere regionale. Accetto infine di accogliere l’invito avanzatomi dal sindaco di Ceglie a discutere, con opportuna serenità e nelle forme più civili possibili, del piano di rientro ospedaliero, perché continuo a confidare che la democrazia è una conquista da perseguire quotidianamente, con passione e pazienza”.

Questa la sostanza della risposta del consigliere del Sel, che nel merito del tentativo di aggressione subito a Bari precisa e chiarisce: “La protesta è legittima, ma solo se inquadrata entro due coordinate ineludibili: se composta e civile, e se è indirizzata verso il giusto bersaglio. L’incresciosa contestazione che mi ha visto – mio malgrado – protagonista è certamente da ritenersi inaccettabile, sia perché condotta in maniera illiberale (e quindi scomposta ed incivile), sia perché prendeva di mira il bersaglio sbagliato. Provo a spiegarmi: lo sparuto gruppo di manifestanti – tra i quali ho individuato alcuni militanti politici del centrodestra - che protestava dinanzi al Consiglio regionale ha dapprima impedito alla mia auto l’ingresso ai parcheggi; mi ha quindi costretto a scendere per proseguire a piedi ed infine, rivolgendomi contumelie ignobili, ha cercato lo scontro fisico. La mia storia personale è ben nota: non mi sono mai sottratto al dialogo ed al confronto, anche nelle condizioni più ostili, ma nessun atto di violenza – sia essa fisica o solamente verbale – può essere in alcun modo giustificato, avallato o sottovalutato dal clima politico o da altri fattori disperanti”.

Matarelli condivide, infine, il richiamo di Ciracì al buonsenso e alla ricostruzione del dialogo, mettendo nel contempo in evidenza, in tema di Sanità, le responsabilità del Governo nazionale: “Mi fa piacere che, all’indomani dell’aggressione subìta, qualche esponente del centrodestra mi riconosca pubblicamente lealtà e serietà. Proprio in nome di questi valori, invito dunque i miei interlocutori ad avviare una battaglia comune contro il Governo nazionale, responsabile della devastazione del Mezzogiorno e reo di aver messo in discussione i princìpi costituzionali che tutelavano istruzione e sanità. E’ indubitabile che il piano di rientro è stato imposto dal Governo nazionale e subìto dalla Giunta regionale, o che il piano di riparto del fondo sanitario nazionale vede la Puglia particolarmente penalizzata dalle scelte del centrodestra nazionale. Nonostante le condizioni di estrema difficoltà, il centrosinistra al governo della Puglia ha tutelato la realtà cegliese approvando la legge sulle Rsa che prevede la conversione della struttura: nessuna chiusura, quindi, del nosocomio”.

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