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Rivolta al campo profughi. Mantovano: “A Oria presidi permanenti di sicurezza”

MANDURIA - Rivolta al campo profughi di Manduria. I migranti tunisini in attesa del permesso annunciato dal governo si sono ribellati in massa di fronte ai ritardi e alla lunga attesa che li costringe all’immobilità almeno fino a mercoledì, data fissata per l’arrivo dei permessi. La sollevazione è scoppiata allo sportello immigrazione, predisposto lungo il perimetro della tendopoli, di fronte ai ritardi annunciati che potrebbero far slittare ulteriormente la data di partenza. E’ stata la goccia di troppo, che ha scatenato lo scontro fra migranti e forze dell’ordine. Il bilancio non è per fortuna , fatta eccezione per qualcuno rimasto contuso nelle fila di entrambi gli schieramenti. Un giovane tunisino si è denudato in segno di protesta.

MANDURIA - Rivolta al campo profughi di Manduria. I migranti tunisini in attesa del permesso annunciato dal governo si sono ribellati in massa di fronte ai ritardi e alla lunga attesa che li costringe all’immobilità almeno fino a mercoledì, data fissata per l’arrivo dei permessi. La sollevazione è scoppiata allo sportello immigrazione, predisposto lungo il perimetro della tendopoli, di fronte ai ritardi annunciati che potrebbero far slittare ulteriormente la data di partenza. E’ stata la goccia di troppo, che ha scatenato lo scontro fra migranti e forze dell’ordine. Il bilancio non è per fortuna , fatta eccezione per qualcuno rimasto contuso nelle fila di entrambi gli schieramenti. Un giovane tunisino si è denudato in segno di protesta.

Scene assai simili a quelle già viste, troppe volte, nel Centro di identificazione ed espulsione di Restinco, rigurgiti di ribellione di migranti che tentano di scrollarsi dal ruolo di “ospiti trattenuti”. Il putiferio è scoppiato intorno alle 20 di ieri sera, a poco meno di ventiquattro ore dall’incidente in cui un 51enne tunisino è rimasto travolto e ucciso da un’auto in corsa lungo la provinciale che collega Oria a Manduria. Se la tragedia ha scioccato i residenti che hanno chiesto più controlli lungo le strade a tutela della incolumità di tutti, il clima si è fatto particolarmente pesante anche nella tendopoli.

Si sono sommati in una miscela esplosiva il dolore per il compagno perduto, rimasto ucciso sull’asfalto nel paese in cui era venuto a cercare fortuna, e la scadenza annunciata dal governo dell’arrivo dei permessi, che consentiranno ai migranti di circolare per tutta l’Europa.  Contrariamente alle notizie circolate nei giorni precedenti infatti, le autorità italiane stanno rilasciando attestati di ingresso in Europa anche a chi non è in possesso del passaporto. Si concede infatti un documento di viaggio che consente la libera circolazione nella Ue.

L’attesa si è fatta incandescente, con tutto quel che ne è conseguito. I disordini sono rientrati in pochi minuti, salvo poi riesplodere da lì a poco per la fila alla mensa, a causa di un esiguo numero di tunisini alticci che contendevano la precedenza in fila ai connazionali. Ma la tensione nella tendopoli rimane alta, e il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, su incarico del ministro Roberto Maroni, ha disposto il raddoppio della sorveglianza. “La situazione è certamente destinata a migliorare a partire dai prossimi giorni – ha assicurato il sottosegretario - quando ai tunisini ospiti della tendopoli saranno distribuiti i permessi di soggiorno umanitari, e quindi saranno allocati in strutture differenti, con minore concentrazione”.

“Nel frattempo - aggiunge Mantovano - si è già avviato il lavoro teso a dotare Oria di presidi permanenti di sicurezza, attraverso l'utilizzo dei fondi Pon. In tal senso è andato l'incontro di giovedì fra il commissario prefettizio del Comune di Oria e i competenti uffici del Viminale”. Ieri stesso si sono incontrati presso il municipio di Oria le associazioni Confartigianato, Confesercenti con il commissario prefettizio della città che ha proposto di chiudere gli esercizi pubblici e commerciali alle 20 e 30 nelle sole giornate di lunedì e martedì, per “disincentivare la presenza di migranti in città”.

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