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"Andava ribadito meglio che non c'è nesso tra vaccini e autismo"

Ho letto con molta attenzione l’articolo: ”Autismo: vaccinazioni si o no? Quali aiuti ai genitori” a firma della dott.ssa Rita Verardi, psicologa. A tale proposito, vorrei esprimere tutto il mio disappunto per la maniera con la quale è stato presentato il contenuto dello stesso articolo

Ho letto con molta attenzione l’articolo: ”Autismo: vaccinazioni si o no? Quali aiuti ai genitori” a firma della dott.ssa Rita Verardi, psicologa. A tale proposito, vorrei esprimere tutto il mio disappunto per la maniera con la quale è stato presentato il contenuto dello stesso articolo. L’articolo essenzialmente verte sulle difficoltà di inserimento sociale del bambino con autismo e della necessità di sostegno alle famiglie dei bambini autistici, riservando, a tratti, degli accenni al presunto nesso tra vaccini e autismo, senza mai dire una parola chiara in merito.

L’autore, professionista delle scienze della salute, omette quello che sarebbe stato deontologicamente ed eticamente prioritario, ovvero ribadire che la scienza ha ormai smentito, con studi rigorosi e condivisi, ogni nesso causale tra le vaccinazioni e l’autismo. Tale associazione è stata ipotizzata in maniera fraudolenta alla fine degli anni ’90 del secolo scorso e il dott. Wakefield, che pubblicò un lavoro in cui postulava tale associazione, è stato radiato dall’ordine dei medici americano.

Inoltre ho considerato fuorviante pubblicare un’immagine riportante l’atto della vaccinazione su di un bambino associandolo poi ad un articolo sull’aiuto psicologico da offrire ai genitori di un bimbo affetto da autismo che, vorrà concordare, è tutt’altra cosa. La comunicazione su tematiche di salute pubblica, sfruttando efficacemente mezzi ormai accessibili a tutti, tecniche persuasive, congetture soggettive e ipotesi affrettate, è purtroppo impiegata spesso per diffondere notizie approssimative e non basate sulle evidenze scientifiche; nel caso specifico delle vaccinazioni, questo ha sortito l’effetto di concorrere all’abbassamento dei tassi di copertura vaccinale della popolazione, che espone la popolazione al rischio di recrudescenza di malattie contro le quali tanto si sta lottando per debellare.

Ritengo invece che, in medicina, il valore reale della comunicazione debba essere misurato sulla attendibilità certificata. La verità dei dati e le evidenze statistiche, anche prendendo in considerazione gli aspetti meno convenienti e convincenti, sono gli elementi di valutazione della comunità scientifica e sanitaria, l'unica che si assume gli oneri e la responsabilità di garantire la salute pubblica.

Per tornare infine alla oramai obsoleta e sfibrante diatriba sull’autismo e vaccini Le invio in allegato il link della trasmissione “Presa Diretta”, andato in onda domenica 10 Gennaio 2016 su Rai Tre, che La prego di esaminare attentamente al fine di fare definitiva chiarezza sulla questione (https://sitiappulolucana.it/notizie/in-primo-piano/150-la-battaglia-dei-vaccini.html). Nel ringraziarLa per lo spazio eventualmente concessomi le invio i più cordiali saluti. (Carlo Leo - Direttore Servizio Igiene e Sanità Pubblica Asl Brindisi).

Nota del direttore di BrindisiReport.itRingrazio il dott. Carlo Leo per il suo intervento, che puntualizza la posizione ufficiale della Asl di Brindisi, e del Ministero della Salute, sulla questione. Ma i giornali devono raccontare una situazione che comprende non solo le raccomandazioni della sanità pubblica, ma anche un contesto in cui le stesse a volte purtroppo non fanno breccia, non convincono, non risolvono diffidenze e dubbi, come il dottor Leo sa molto bene, e pertanto chiede che un articolo sul tema sostenga la campagna per smentire qualsiasi nesso tra vaccinazioni ed autismo.

Proprio a tale proposito, penso che Rita Verardi non abbia fatto altro che descrivere una situazione sociale, un fiume di convincimenti errati e di preoccupazioni, di conclusioni infondate che l’esito della ricerca scientifica sulla questione non riesce ancora a modificare, dirimere, convincere, per difficoltà obiettive. “La confusione dovuta all’incertezza della causa, provoca maggior dolore. Ci sono casi in cui la diagnosi dell’autismo sembra avere radici nella vaccinazione, come un susseguirsi di eventi in un arco temporale di causa effetto; ma ci sono casi in cui la vaccinazione è stata ritardata e l’autismo è sorto ugualmente (dalla trasmissione “Codice a barre”). Alcune ricerche scientifiche evidenziano che non esiste una correlazione fra vaccini e autismo“, scrive la dottoressa Verardi.

“Navigare nelle informazioni dei forum, in cui si leggono migliaia di storie diverse, può confondere, perché ognuno ha la sua storia particolare diversa dalle altre. Occorrerebbe rivolgersi a professionisti competenti, centri specializzati, onlus in cui si incontrano altre famiglie ed altre storie, ma a differenza della sola lettura su internet, è possibile un confronto concreto”, consiglia la nostra psicologa. “Imparare a chiedere aiuto a strutture e personale adeguato e funzionale è importante quanto costruttivo e la ricerca non smetterà di studiare per comprendere nuove forme di aiuto e informazioni sicure, per colorare di un miglior stile di vita il bambino ed i genitori, primi promotori del benessere del figlio.“, è il messaggio finale.

Condividiamo il giudizio del dott. Leo sul rapporto tra stampa e alcune vicende, come quelle sorte attorno ad alcune terapie miracolose per la cura dei tumori, ad esempio, quando una parte dell’informazione ha puntato più sul clamore che sull’analisi di questi fenomeni sociali. Ma proprio per questo abbiamo considerato l’articolo della dottoressa Verardi utile alla causa, e lo dice il titolo stesso: "Autismo: vaccinazioni sì o no? Quale aiuto ai genitori". (Marcello Orlandini)

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