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Sabato, 20 Aprile 2024
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Cgil contro Nostra Famiglia: “Lavoratrici esternalizzate ma la battaglia continua”

OSTUNI – “Le Lavoratrici (tutte donne, addette al servizio di pulizia) alla fine hanno ceduto e dopo mesi di pressioni e 20 o 30 anni di servizio, sono state esternalizzate, ovvero cedute ad una nuova proprietà”. A darne notizia è Antonio Macchia (Cgil-Funzione Pubblica di Brindisi), che in una nota contesta l’esito della vertenza: “la battaglia prosegue, afferma, sul piano politico, contro quella che ha tutti gli effetti è una decisione unilaterale imposta dall’azienda e alla quale le lavoratrici hanno dovuto sottostare per non perdere il posto di lavoro. Se non avessero firmato il contratto con la nuova ditta, la Direzione della Nostra Famiglia avrebbe avviato il licenziamento. Una pressione inaccettabile”.

OSTUNI – “Le Lavoratrici (tutte donne, addette al servizio di pulizia) alla fine hanno ceduto e dopo mesi di pressioni e 20 o 30 anni di servizio, sono state esternalizzate, ovvero cedute ad una nuova proprietà”. A darne notizia è Antonio Macchia (Cgil-Funzione Pubblica di Brindisi), che in una nota contesta l’esito della vertenza: “la battaglia prosegue, afferma, sul piano politico, contro quella che ha tutti gli effetti è una decisione unilaterale imposta  dall’azienda e alla quale le lavoratrici hanno dovuto sottostare per non perdere il posto di lavoro. Se non avessero firmato il contratto con la nuova ditta, la Direzione della Nostra Famiglia  avrebbe avviato il licenziamento. Una pressione inaccettabile”.

Rabbia e incredulità, dunque, sono i sentimenti della Cgil Funzione pubblica all’indomani dell’ultimo atto tra l’Associazione “La Nostra Famiglia “ e il sindacato. Il contestato accordo è stato siglato il 29 dicembre scorso. “Le Donne – Lavoratrici dei servizi di pulizia delle sedi di Lecce, Brindisi e Ostuni, intimamente devastate, hanno dovuto sottoscrivere - spiega Macchia - un nuovo contratto di lavoro con la nuova ditta esterna.  Nella Puglia di Vendola che lotta contro l’esternalizzazione dei servizi, l’Associazione in parola fa esattamente il contrario dando all’esterno segmenti operativi aziendali. Su questo problema faremo una riflessione di carattere regionale e coinvolgeremo tutta la Cgil in ogni sua articolazione per comprendere come si può arrestare questa deriva padronale che incide pesantemente sulle relazioni sindacali e soprattutto sui lavoratori. Non solo la sanità privata non rinnova nei tempi previsti i contratti di lavoro, ma decreta d’imperio la cessione dei propri Lavoratori”.

Per Macchia, “la strada unilaterale intrapresa dall’Associazione de “La Nostra Famiglia” , avversata dai lavoratori e dal sindacato, riduce gli spazi di democrazia, generando uno sgradevole strappo, difficilmente sanabile, con la Funzione Pubblica Cgil”. Quindi il monito e l’impegno: “All’Associazione possiamo dire – conclude Macchia - che se una parte di vertenza sindacale si è chiusa con la firma obbligata dei dipendenti interessati, altrettanto non può dirsi di quella politica. Nei prossimi giorni si darà inizio ad una serie di iniziative di carattere pubblico in difesa del Lavoro e dei Lavoratori”.

Nel merito la Nostra famiglia già alla vigilia dell’accordo aveva precisato: “La decisione di affidare a terzi il servizio di pulizia è stata condizionata e subordinata alla tutela di tutti i diritti già maturati e da maturare dei dipendenti interessati. In buona sostanza le lavoratrici non perdono un solo giorno di lavoro e di retribuzione, non perdono i benefici già maturati, non modificano le mansioni sino ad ora svolte, non modificano il posto di lavoro, non subiscono modifiche del trattamento previdenziale, passano alle dipendenze di società di indiscutibile serietà e professionalità”.

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