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Eleonora uccisa da una sepsi fulminante. Ora il pm valuterà l'intervento dei medici

BRINDISI – E’ stata una sepsi iperacuta ad uccidere Eleonora Marangi, la bambina deceduta nella mattinata di lunedì nell’ospedale Perrino. Lo hanno accertato i periti settori Giancarlo Vella e Luciano Cavallo che hanno ricevuto l’incarico dal pubblico ministero Miriam Jacoviello attorno alle 13 e alle 14 hanno iniziato l’esame sul corpicino di Eleonora Marangi. Dovevano chiarire senza ombra di dubbio qual è stata la causa del decesso della bambina ed hanno accertato che è stata questa forma altamente infettiva e se si poteva fare qualcosa, che non è stata fatta, per salvarle la vita. Cosa ha provocato questa grave patologia lo stabiliranno con gli esami che effettueranno in seguito.

BRINDISI – E’ stata una sepsi  iperacuta ad uccidere Eleonora Marangi, la bambina deceduta nella mattinata di lunedì nell’ospedale Perrino. Lo hanno accertato i periti settori Giancarlo Vella e Luciano Cavallo che  hanno ricevuto l’incarico dal pubblico ministero Miriam Jacoviello attorno alle 13 e alle 14 hanno iniziato l’esame sul  corpicino di Eleonora Marangi. Dovevano chiarire senza ombra di dubbio qual è stata la causa del decesso della bambina ed hanno accertato che è stata questa forma altamente infettiva e se si poteva fare qualcosa, che non è stata fatta, per salvarle la vita. Cosa ha provocato questa grave patologia lo stabiliranno con gli esami che effettueranno in seguito.

La bambina in passato aveva avuto problemi di salute. Era stata operata all’intestino, ma pare che si fosse ripresa. Poi l’altro giorno questa improvvisa febbre alta con conati di vomito. All’autopsia hanno preso parte i periti nominati dagli indagati e dalla famiglia. Tra gli altri c’erano i medici legali Alessandro Bocchini, Eugenio Gazzaneo, Gabriele Leo, Alberto Tortorella, Walter De Nitto e Gianmarco Surico, che è il consulente designato dai genitori della piccola Eleonora. L’autopsia è durata oltre due ore.

La sepsi iperacuta è la forma più grave della malattia meningococcica. Colpisce prevalentemente in età pediatrica quando più bassa è l’immunità naturalmente acquisita ed ancora molto modeste sino le difese cosiddette aspecifiche. La diagnosi precoce è molto difficile perché richiede un alto grado di sospetto. Bambini che non presentano alcuna manifestazione, all’improvviso si trovano con attacchi di febbre altissima, brividi, vomito e cefalea, cali di pressione.

L’inchiesta è alle battute iniziali. Il magistrato inquirente ha emesso venti informazioni di garanzia (dieci medici e altrettanti infermieri), subito dopo l’acquisizione delle cartelle cliniche presso gli ospedali di Francavilla Fontana, dove la bambina è stata tenuta per sei ore, il tempo necessario a stabilizzare il quadro clinico molto negativo, e di Brindisi (il Perrino) nel quale la bambina è deceduta nella mattinata di lunedì. Le informazioni di garanzia hanno avuto come destinatari i medici e il personale dei due ospedali che hanno avuto a che fare con la bambina.

“Atti necessari per disporre l’autopsia”, viene ripetuto in Procura, per precisare che al momento non ci sono responsabilità ravvisate e che l’omicidio colposo è una ipotesi di reato necessaria per verificare cosa realmente sia accaduto. Tra gli altri fanno parte della folta schiera di difensori Leonardo Crusi, Daniela Faggiano, Francesco Bianco, Rosario Almiento, Giancarlo Camassa, Roberto Cavalera e Massimo Manfreda.

I genitori della bambina, originari di Brindisi (vivono ad Udine, il papà è un sottufficiale dell’Esercito), si sono affidati all’avvocato Daniela D’Amuri. La piccola Eleonora era arrivata a Brindisi assieme alla mamma per trascorrere le festività natalizie in casa dei nonni materni. Il papà si trovava in missione in Medio Oriente. Stava bene, Eleonora. Una bambina vivace, bella. All’improvviso si è trovata con un febbrone e  conati di vomito. La mamma ha chiamato il 118 e la bambina è stata trasportata nell’ospedale Perrino, da dove, per mancanza di posti,  è stata inviata nel reparto di Pediatria dell’ospedale di  Francavilla Fontana. Erano le 12,30 di domenica. I medici di Francavilla si sono messi al lavoro per stabilizzare le condizioni generali che sono apparse subito molto critiche. Dopo sei ore, con condizioni ormai stabili, è stata trasferita al Perrino, nel reparto Malattie infettive. Ma non c’è stato nulla da fare. E’ morta.

Ricevuta la segnalazione, il sostituto procuratore Miriam Jacoviello ha inviato immediatamente i carabinieri negli ospedali coinvolti per acquisire le cartelle cliniche. Ha quindi emesso le informazioni di garanzia e non ha potuto disporre immediatamente l’autopsia perché ha dovuto prima attendere la notifica di tutte le informazioni di garanzia. Ora si tratta di sciogliere un dubbio:  se la bambina fosse stata ricoverata nel Perrino, invece di essere girata a Francavilla per poi essere rimandata a Brindisi, si sarebbe salvata? Questo selvaggio taglio dei posti letto ha una responsabilità?

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