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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Il giallo delle "dimissioni-non dimissioni"? E' legato all'imminente vuoto di ben 100 medici alla Asl

BRINDISI - Poco meno di cento medici in pensione nei prossimi due anni, mentre il piano di rientro ospedaliero della Regione annuncia lo stop senza appello delle assunzioni e reparti a rischio chiusura per decisione calata dall’alto dal prefetto. Lo scenario che incombe sulla sanità brindisina, già profondamente in sofferenza, è questo, ed è questo l’antefatto – quello vero - delle dimissioni del direttore sanitario Emanuele Vinci. Dimissioni, attenzione, proclamate e mai formalmente rassegnate. Tanto quanto basta per alzare la posta con l’assessore regionale Tommaso Fiore e ottenere un piano straordinario, nel piano complessivo, per Brindisi, che consenta di assumere quanto meno il personale medico che verrà a mancare.

BRINDISI - Poco meno di cento medici in pensione nei prossimi due anni, mentre il piano di rientro ospedaliero della Regione annuncia lo stop senza appello delle assunzioni e reparti a rischio chiusura per decisione calata dall’alto dal prefetto. Lo scenario che incombe sulla sanità brindisina, già profondamente in sofferenza, è questo, ed è questo l’antefatto – quello vero - delle dimissioni del direttore sanitario Emanuele Vinci. Dimissioni, attenzione, proclamate e mai formalmente rassegnate. Tanto quanto basta per alzare la posta con l’assessore regionale Tommaso Fiore e ottenere un piano straordinario, nel piano complessivo, per Brindisi, che consenta di assumere quanto meno il personale medico che verrà a mancare.

Fiore, manco a dirlo, ha incassato il colpo ed ha annunciato immediatamente che entro il mese in corso arriveranno sul tavolo della direzione sanitaria brindisina, proposte concrete, altrimenti è certo che fra Bari e Brindisi sarà guerra aperta e senza quartiere. Il valzer dimissionario del direttore Vinci, in verità, ha dato la stura a più di qualche illazione. C’è chi l’ha buttata in politica, pensando che si trattasse di beghe interne fra il Partito democratico e Sel, dato che fra i nomi di medici in quota all’elenco degli idonei all’incarico di direttore generale, sono molti di più i fedelissimi di Vendola rispetto a quelli di Bersani.

Chi, come il pidiellino Maurizio Friolo, ha spinto sull’acceleratore, insinuando che le ragioni della defezione di Vinci c’entrassero con l’assenza del suo nome, in quell’elenco che vede in pole position il direttore del distretto sanitario fasanese Ottavio Narracci. Lo stesso Narracci che in molti danno come successore naturale di Vinci che, in verità, essendo prossimo al pensionamento, sembrerebbe essere fuori dai giochi elettorali che andranno di scena con l’inizio del nuovo anno, insieme al turn over complessivo nella direzione delle Asl pugliesi. C’è chi l’ha ridotta al rango di pettegolezzo, come sempre accade, pensando che la difficile convivenza con il direttore generale Rodolfo Rollo fosse giunta al capolinea. E persino chi ha messo in relazione le pseudo - dimissioni con il recentissimo scandalo-assenteismo della Asl.

Niente di tutto questo. La verità è che Vinci ha cercato la maniera di scongiurare che il bubbone che incombe, e rischia di decimare la sanità nostrana, gli scoppiasse fra le mani. Che il disastro insomma, portasse la sua firma.  Pressato dai medici, dell’ordine dei quali è presidente, e dalle organizzazioni sindacali che premono sull’acceleratore delle urgenze relative al pronto intervento e l’allarme rosso Ortopedia, ha giocato l’ultima carta. Mandando a dire alla Regione che “il piano di rientro di Vendola è una brutta copia di quello di Fitto” e, dunque, “io mi dimetto”.

Ma le dimissioni, conferma Rollo: “Sul mio tavolo non sono mai arrivate. Sono comunque contento che tutto sia rientrato”. Se condivide o no gli assunti del direttore sanitario, Rollo non lo dice. E’ Vinci in persona che conferma: “L’assessore regionale Fiore ha assunto l’impegno di indire un tavolo di concertazione per un piano straordinario per Brindisi, che preveda la riassunzione del personale in pensione nella nostra azienda sanitaria”. Ma il direttore sanitario aggiunge anche: “Se la promessa dovesse restare lettera morta, è certo che io non sarò complice delle conseguenze”.

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