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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Il professor Latini va in pensione

BRINDISI - Dall'1 febbraio il professor Giuseppe Latini andrà in pensione e il reparto di Neonatologia-Utin avrà un altro primario. L'ospedale Perrino "perde” un grande medico-scienziato. E un grande uomo, a cui molte famiglie sono rimaste affezionate.

BRINDISI - Era la fine del 2009 quando realizzai una delle più belle interviste della mia modesta vita professionale, e non perché in quel periodo avessi chissà quali doti particolari, ma perché il mio interlocutore era ed è una persona talmente umile, discreta e ricca d’animo da emozionarsi fino alle lacrime e da far emozionare me. Quella persona è il dottor Giuseppe Latini, primario del reparto di Neonatologia dell’ospedale Perrino di Brindisi. Torno volentieri a sedermi alla sua scrivania, dopo quattro anni, perché il giorno in cui lo intervistai promisi a me stessa d’intervistarlo di nuovo, quando sarebbe arrivato il giorno del suo pensionamento.

Ed eccomi qua. Dal 1° febbraio il Perrino avrà un altro primario di Neonatologia e Latini si godrà il suo meritato riposo. Era il 1° febbraio del 1977 quando ebbe inizio la carriera dell’allora giovanissimo medico. Nel 1988 divenne responsabile dell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale (Utin), dal 1997 al 2003 ha ricoperto l’incarico di primario del reparto di Pediatria e successivamente del reparto di Neonatologia e Utin. Una carriera dedicata con ammirevole passione ai bambini, la parte più indifesa della popolazione ma quella che, al raggiungimento dell’obiettivo, regala le soddisfazioni più grandi.

Dirigere il Reparto di Neonatologia e l’Utin, in particolare, ha regalato al medico brindisino tante soddisfazioni, non solo professionali ma anche umane. Ci sono stati casi di bambini che sono rimasti in reparto, dopo la nascita, per molti mesi, ed è stato inevitabile non legarsi in maniera più forte a loro e alle loro famiglie. Un rapporto affettivo che poi rimane immutato negli anni. Sulle qualità di ottimo medico si è detto e scritto tanto, non è un caso che la Commissione Scientifica  Europea per la salute e i rischi ambientali lo abbia voluto come componente effettivo del gruppo di lavoro.

Si ha però la sensazione che il termine “pensione” non farà mai parte della vita di Latini, se non sulla carta. Un medico appassionato del suo lavoro, un ricercatore che prima di tutti ha raggiunto risultati riconosciuti in molti ambiti della ricerca medica, non può smettere di lavorare. E siamo certi che lui non lo farà. Ammette che i suoi limiti fisici (un problema alla vista, ndr), gli impediscono di fare tutto da solo come accadeva un tempo, ecco perché nel prosieguo delle sue ricerche si fa affiancare da altri colleghi, tra i quali la dottoressa Lucia Di Paola, dell’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr, l’unico che fa ricerca medica sull’uomo.

Le ricerche scientifiche in campo sanitario-ambientale condotte dal medico brindisino avevano già fatto parlare di lui, uno scienziato all’ospedale Perrino di Brindisi. Le sue pubblicazioni hanno trattato diversi argomenti, dai dati sulle malformazioni cardiache dei bambini nati a Brindisi negli ultimi dieci anni alle analisi sul latte materno e degli elementi cancerogeni che provengono da fattori esterni che si trasmettono ai bambini.

Dopo 37 anni dedicati a curare e salvare tanti piccoli pazienti, quasi come una missione, il primario guarda avanti, senza rimpianti. Si dice consapevole del fatto che nella vita tutto ha un inizio e una fine. Ora è il momento di dedicare più tempo alla famiglia.

La sua discrezione lo mette quasi a disagio quando gli chiedo cosa pensa di aver lasciato del suo lavoro. Si limita a dire che la sua “eredità” è un reparto che funziona con personale competente e motivato. Questo basta per descrivere l’umiltà e al tempo stesso le grandi doti umane di un medico della sanità pubblica che ha scelto di spendere le sue energie nella sua città. Non lo ha fatto perché gli sono mancate altre possibilità, anzi, lui ha declinato inviti ad assumere incarichi importanti, come una cattedra all’Università di Siena e un ruolo di prestigio in America.

Una scelta che non rimpiange anche se si dice consapevole che altrove, in realtà più grandi, avrebbe avuto maggiori gratificazioni. Quelle avute a Brindisi sono state proporzionali alle dimensioni di una piccola realtà periferica, ma sempre di gratificazioni si tratta. Non ha mai pronunciato la parola “delusione” o “rammarico” durante la nostra breve chiacchierata, sarà sicuramente un pensionato felice di aver fatto tutto ciò che si poteva fare e di aver esaudito il desiderio, mai concretizzato, di uno zio che rinunciò a diventare medico a causa delle difficoltà economiche, riversando su di lui, le sue speranze. E lui, non c’è che dire, non lo ha deluso.

L’ospedale di Brindisi, spesso al centro di fatti di cronaca negativi, ha per fortuna le sue eccezioni e Giuseppe Latini ne è, senza ombra di dubbio, un illustre esempio.

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