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Nuovi ospedali, conferenze dei sindaci

BARI – Tre conferenze per le nuove strutture ospedaliere che nasceranno nelle province di Puglia. Gli ultimi dettagli sono stati resi noti dall’assessore regionale alla Sanità, Ettore Attolini, sui progetti dei cinque nuovi ospedali per i quali la Regione chiederà lo sblocco dei 564 milioni di euro. L’ospedale per la provincia di Brindisi Nord, nascerà fra Monopoli e Fasano sulla SS16, a 3 chilometri dal comune brindisino.

BARITre conferenze per le nuove strutture ospedaliere che nasceranno nelle province di Puglia. Gli ultimi dettagli sono stati resi noti dall’assessore regionale alla Sanità, Ettore Attolini, sui progetti dei cinque nuovi ospedali per i quali la Regione chiederà lo sblocco dei 564 milioni di euro. L’ospedale per la provincia di Brindisi Nord, nascerà fra Monopoli e Fasano sulla SS16, a 3 chilometri dal comune brindisino.

Le conferenze tenute dall’assessore Attolini ha visto impegnati i sindaci dei Comuni interessati nel nuovo Piano della sanità in Puglia con riferimenti alle nuove strutture ospedaliere che sorgeranno sul tacco d’Italia. L’assessore alle Politiche per la Salute della Puglia, ha illustrato e discusso proposte regionali di allocazione dei progetti di nuovi ospedali che nelle prossime settimane andranno a comporre il nuovo Piano degli Investimenti per l’edilizia ospedaliera che la Regione Puglia presenta al Ministero della Salute per richiedere i circa 564 milioni di euro assegnati a valere sull’articolo 20 della legge nazionale 67/1988.

La provincia che ha aperto i lavori è stata quella dell’Asl Bat, preseduta dal sindaco di Andria per discutere dell’ospedale che ospiterà 400 posti letto e sorgerà tra Andria e Corato, in un’area prossima all’incrocio tra le direttrici Andria-Canosa e Andria-Corato capace di assorbire a regime l’offerta esistente degli ospedali di Andria, Corato e in parte Canosa, per una spesa prevista di circa 96 milioni di euro.

La conferenza dei sindaci è passata per la Asl di Bari e Bat, per il secondo ospedale di circa 250 posti letto, al confine tra Bisceglie e Molfetta per tener conto di una posizione baricentrica. All’incontro era presente anche il sindaco del capoluogo regionale, Michele Emiliano, che insieme ai colleghi degli altri centri, non essendo ancora stata indicata la ufficiale locazione dell’ospedale, ha proposto un ulteriore riunione, il prossimo 16 luglio, per analizzare le ipotesi allocative.

Terza e ultima, conferenza, è stata quella congiunta per la Asl di Brindisi e Bari, in quanto si è discusso dell’opportunità di realizzare un nuovo ospedale di circa 350 posti-letto, al confine tra le due province, nel territorio di Monopoli e Fasano, secondo le ipotesi formulate dalle strutture tecniche della Regione Puglia, che hanno anche motivato l’abbandono della prima ipotesi tra Fasano e Ostuni, con la necessità di una maggiore robustezza della decisione rispetto al bacino demografico di riferimento.

“In questo caso, - hanno concluso in conferenza gli addetti ai lavori - a fronte del parere positivo espresso dai sindaci di Monopoli, di Fasano, di Putignano e di Alberobello, gli altri sindaci, e in particolare quelli dell’area brindisina, quali Ostuni, Mesagne, San Vito, hanno chiesto maggiori dettagli e più tempo per valutare. I tempi tuttavia sono maturi per l’accelerazione finale da parte della struttura tecnica per la elaborazione dell’ultima parte del Piano di Investimenti e della Valutazione MExA, pur assicurando massima disponibilità ad ulteriori interlocuzioni con i sindaci, vista la volontà dell’assessore Attolini di non andare oltre la pausa estiva per la consegna al Ministero del Piano di Investimenti.

L’ospedale della Valle d’Itria – così è stato denominato –sorgerà quindi a ridosso della SS16 bis, in prossimità dello svincolo con la SS172, a 10 chilometri da Monopoli e 3 da Fasano, su un suolo ricadente per tre quarti circa in territorio barese e il resto in quello brindisino. La nuova struttura assorbirà solo a regime l’offerta sanitaria di Monopoli, Fasano, Martina Franca oltre che di Conversano già reso oggetto di un progetto di riconversione come Poliambulatorio di III livello.

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