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Ospedale di Mesagne a rischio chiusura ma si investe per l’adeguamento

MESAGNE – Una situazione paradossale, quasi un controsenso. A dare la definizione del momento che vive l’ospedale De Lellis di Mesagne è il sindaco della cittadina mesagnese Franco Scoditti. Il nuovo piano di ridimensionamento degli ospedali pugliesi, a cui sta lavorando la Regione Puglia, prevede infatti la chiusura di sei degli otto ospedali della provincia di Brindisi; tra questi anche quello di Mesagne. Eppure l’Azienda sanitaria locale ha appena pubblicato un bando di gara, dal valore complessivo di due milioni di euro per “ristrutturazione e adeguamento ai requisiti minimi strutturali”. La politica delle chiusure però è stata negata proprio oggi da Vendola con dichiarazioni alla stampa.

MESAGNE – Una situazione paradossale, quasi un controsenso. A dare la definizione del momento che vive l’ospedale De Lellis di Mesagne è il sindaco della cittadina mesagnese Franco Scoditti. Il nuovo piano di ridimensionamento degli ospedali pugliesi, a cui sta lavorando la Regione Puglia, prevederebbe infatti la chiusura di sei degli otto ospedali della provincia di Brindisi; tra questi anche quello di Mesagne. Eppure l’Azienda sanitaria locale ha appena pubblicato un bando di gara, dal valore complessivo di due milioni di euro per “ristrutturazione e adeguamento ai requisiti minimi strutturali”. La politica delle chiusure però è stata negata proprio oggi da Vendola con dichiarazioni alla stampa.

Scade il 9 luglio il bando di gara che, in un anno, prevede lavori per il De Lellis: lavori edili e impianti tecnologici, con fornitura in opera di una Tac (Tomografo Assiale Computerizzato); arredi ed attrezzature per ambulatori medici. I lavori di ristrutturazione riguardano proprio l’alloggiamento della Tac e la necessaria sopraelevazione di una delle sale dell’ospedale. Per l’edificio si prevede una spesa di 800 mila euro, 213 mila per gli impianti elettrici e altri 200 mila per l’impianto di condizionamento; poi 550 mila euro per la Tac e almeno altri 100 mila per le attrezzature e gli arredi dell’ambulatorio annesso.

“Non c’è ancora alcuna certezza sul piano regionale e sui tagli annunciati – spiega il sindaco Sconditti – ma certamente non possiamo che pensare che sia un controsenso destinare due milioni di euro ad uno di quei presidi che rischia di chiudere. Il nostro è un ospedale che può contare su reparti di eccellenza e, anche a questo proposito, non si può pensare di smistare tutti i pazienti a sud del capoluogo presso l’ospedale Perrino di Brindisi”.

I piccoli ospedali dovrebbero servire proprio per accogliere i pazienti e garantire loro assistenza ma il Perrino, in caso di chiusura di sei su otto ospedali, non sarebbe comunque in grado di garantire un posto letto per tutti. Senza contare che il personale medico e para medico rischia di non avere più un luogo di lavoro: solo a Mesagne infatti, ci sono circa 150 dipendenti, tra personale interno ed esterno.

“Anche se non abbiamo elementi sufficienti per valutare il futuro del nostro ospedale – conclude Scoditti – sappiamo per certo che questo piano dovrà essere discusso con gli enti locali. Se la Regione vuole chiudere il nostro ospedale, dovrà innanzitutto fornirci le motivazioni di questa scelta e poi anche garantirci un’alternativa che possa mantenere inviolato il diritto all’assistenza”.

Il problema poi riguarderà anche la politica: non è un mistero infatti, che già dall’interno della sua maggioranza il governatore Nichi Vendola abbia ricevuto critiche e richieste di spiegazioni proprio sulle sue intenzioni. Primo tra i rappresentanti del centrosinistra a chiedere una smentita a Vendola è stato il senatore del Pd Salvatore Tomaselli, lo scorso 12 giugno.

Ma proprio oggi il governatore ha dichiarato ai giornalisti che quella della sua giunta non è affatto una politica di tagli. "Chiusura ospedali in Puglia? È difficile rispondere a ciò che è inventato dai giornali, una cosa che vive sulla base di carte che non sono prodotte negli assessorati o nella giunta". Così il presidente della giunta regionale pugliese, Nichi Vendola, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano di tagli a ospedali che sarebbero previsti dalla Regione per far fronte al deficit nel settore.

Vendola, dopo aver letto in consiglio regionale le dichiarazioni programmatiche, ha spiegato: «Noi abbiamo appena cominciato un lavoro di monitoraggio della situazione reale, alla luce delle modifiche introdotte dalla legge finanziaria e anche alla luce della violazione che il governo fa del patto della Salute che pure ha sancito con noi Regioni. Quindi siamo all'inizio di un percorso: l'idea mia - ha aggiunto il governatore - è quella di venire incontro non a una idea viziosa e pigra che dice 'voglio l'ospedale sotto casà".

"L'idea - ha detto ancora Vendola - è quella che dice 'voglio avere assistenza, se ho bisogno' e assistenza significa assistenza domiciliare, servizi socio-assistenziali del territorio. Cioè per me - ha proseguito - i punti centrali della filosofia con cui abbiamo organizzato il Piano della salute non solo non cambiano ma vengono enfatizzati e lavoreremo poi, in assenza di risorse centrali, con la finanza di progetto per vedere come non cancellare per un intero territorio l'offerta sanitaria, ma come riqualificarla. Esattamente come è scritto nel Piano della salute".

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