Ospedale, stop lavori: "Stipendi negati"
OSTUNI - Non c’è verso che la nuova ala dell’ospedale civile di Ostuni riesca a prendere il volo: nuovo stop, infatti, all’interno del cantiere, dove a partire da oggi gli operai hanno deciso di incrociare le braccia, come già accaduto in passato. La ragione? Non percepiscono un soldo dallo scorso mese di aprile: “Pretendiamo ampie rassicurazioni, altrimenti non riprenderemo a lavorare”, spiegano in coro i lavoratori, confluiti da un anno nella società “Sanico srl”, impresa subentrata nell’estate del 2011 alla ditta Ferrari di Brindisi.
OSTUNI - Non c’è verso che la nuova ala dell’ospedale civile di Ostuni riesca a prendere il volo: nuovo stop, infatti, all’interno del cantiere, dove a partire da oggi gli operai hanno deciso di incrociare le braccia, come già accaduto in passato. La ragione? Non percepiscono un soldo dallo scorso mese di aprile: “Pretendiamo ampie rassicurazioni, altrimenti non riprenderemo a lavorare”, spiegano in coro i lavoratori, confluiti da un anno nella società “Sanico srl”, impresa subentrata nell’estate del 2011 alla ditta Ferrari di Brindisi.
Al via dunque il presidio, promosso da Cgil e Uil, organizzazioni sindacali alle quali aderiscono gli operai impegnati nei lavori di ampliamento del nosocomio cittadino. I sindacati hanno proclamato, a partire da oggi, lo sciopero ad oltranza, al fine di sensibilizzare gli enti preposti e l’impresa appaltatrice sullo stato dei ritardi nella liquidazione della busta paga e nel versamento dei contributi.
Tecnici ed operai impegnati all’interno del cantiere di via Miccoli, già in passato costretti a subire insostenibili ritardi nella riscossione delle retribuzioni, sono esausti. Ad alimentare ulteriormente il fastidio, lo slittamento del vertice, fissato in un primo momento per oggi, presso l’Assessorato provinciale alle Politiche del lavoro. La Asl ha chiesto il rinvio. E così il tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali è stato posticipato al prossimo 12 giugno.
Una tegola, dunque, destinata per l’ennesima volta a frenare i lavori di ampliamento del nosocomio della Città bianca. Un progetto rivisto e corretto strada facendo e che finalmente sembrava avviarsi alla conclusione, senza ulteriori intoppi. Ed invece, la nuova controversia rischia di complicare il percorso che da qui a qualche mese avrebbe dovuto condurre alla consegna dell’opera.
“Un calvario senza fine, per noi e per le nostre famiglie - spiegano i lavoratori. Con l’arrivo nel luglio dello scorso anno della nuova ditta appaltatrice speravano che il peggio fosse passato e che la situazione, sul fronte del pagamento degli stipendi, potesse finalmente regolarizzarsi. La nuova società si era impegnata in tal senso, concordando con le organizzazioni sindacali un calendario per il versamento degli stipendi. A gennaio, però, sono iniziati i primi intoppi. E da Aprile non riceviamo neppure gli acconti. In settimana abbiano deciso quindi di astenerci dal lavoro, per quattro ore al giorno. Ma da oggi la battaglia si fa dura. Sarà sciopero totale, finché non riceveremo dall’azienda le retribuzioni che ci spettano”.
Così come la vecchia ditta appaltatrice, anche la Sanico srl avrebbe tirato in ballo l’Azienda sanitaria brindisina, in ritardo nella liquidazione delle somme dovute per l’avanzamento dei lavori. Un film già visto. La Pubblica amministrazione non liquida i lavori, l'impresa non paga gli stipendi, il cantiere si blocca e gli operai fanno la fame. Cianuro per l'economia, per le tasche dei lavoratori, per i bilanci d’impresa. Un vortice infernale. La nuova ala dell’ospedale (in corso di realizzazione lungo una superficie di 17 mila metri quadri, retrostante l’attuale complesso ospedaliero di via Villafranca) è destinata ad ospitare in futuro (?) il Pronto soccorso, la radiologia, il laboratorio ma anche e soprattutto le terapie intensive e le degenze intensive. La strada pareva in discesa. Ma dietro l’ultima curva, l’ennesima salita.