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Peritonite, autopsia non risolutiva

SAN DONACI - Microembolie intestinali. La causa della morte di Giovanni Fortunato, 36enne sordomuto sul cui decesso è in corso un’inchiesta, è stata accertata nel corso dell’autopsia che è stata effettuata nel pomeriggio di oggi nel cimitero di San Donaci, dopo la riesumazione della salma.

SAN DONACI - Microembolie intestinali. La causa della morte di Giovanni Fortunato, 36enne sordomuto sul cui decesso è in corso un’inchiesta, è stata accertata nel corso dell’autopsia che è stata effettuata nel pomeriggio di oggi nel cimitero di San Donaci, dopo la riesumazione della salma. L’enigma è però tutt’altro che risolto. Il quadro clinico, a quanto rilevato dai periti della procura di Brindisi e dai consulenti di parte (per la gran parte dei 28 medici indagati c’era il medico legale Alessandro Bocchini) sembrerebbe piuttosto complesso, anche per via delle patologie di cui l’uomo era affetto.

In attesa della relazione degli esperti incaricati, il pm Savina Toscani potrà decidere se porre nuovi quesiti o se procedere sulla base del responso dato dall’esame di questo pomeriggio e dalle ulteriori analisi sui campioni prelevati. Sono coinvolti nell’inchiesta medici dei reparti di Pronto soccorso degli ospedali di San Pietro Vernotico e di Brindisi, oltre che dei reparti di Nefrologia, Chirurgia e Neurologia. Fortunato era stato infatti ricoverato per un ictus ed è morto per lesioni intestinali che avrebbero provocato la peritonite.

Il fascicolo per omicidio colposo è stato aperto dopo che i famigliari di fortunato hanno presentato un esposto ai carabinieri di San Donaci, al fianco dell’avvocato Raffaele Missere. Nella denuncia è contenuta tutta la ricostruzione dei fatti. A quanto si è appreso il primo ricovero dell’uomo risale al 6 agosto scorso, presso l’ospedale di San Pietro Vernotico.

Lo stesso giorno fu dimesso ma le sue condizioni si sono aggravate tanto da necessitare il ricovero al Perrino di Brindisi, per un ictus. Il 17 agosto, poi, l’uomo è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Il 36enne è morto due giorni dopo. Subito i parenti si erano recati presso il posto fisso di polizia, per rivendicare un minimo di chiarezza sull’evoluzione della vicenda. Non era stata formalizzata però alcuna denuncia e difatti, senza la disposizione di alcun approfondimento medico legale, erano stati celebrati i funerali, il 20 agosto scorso.

 

 

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