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Sabato, 20 Aprile 2024
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Piano di riordino ospedaliero: Comune pronto a sfidare la Regione dinanzi al Tar

OSTUNI - Piano di Riordino ospedaliero: il Comune di Ostuni sceglie l’attacco preventivo. Sarà impugnata dinanzi al Tar la delibera della Giunta regionale approvata il 16 dicembre scorso. Ad annunciare la strategia della Pubblica amministrazione della Città bianca, è il sindaco Domenico Tanzarella, che domani mattina (nel corso di una conferenza stampa indetta alle ore 12 presso Palazzo di Città, ad Ostuni), illustrerà l’atto formale con il quale l’ente locale intende proporre il ricorso al Tar Puglia. Alla presenza dell’assessore alla Sanità del Comune, Giuseppe Santoro, il Primo cittadino spiegherà le motivazioni che hanno portato la Giunta comunale a chiedere l’annullamento dell’atto col quale si attua il riordino ospedaliero.

OSTUNI - Piano di Riordino ospedaliero: il Comune di Ostuni sceglie l’attacco preventivo. Sarà  impugnata dinanzi al Tar la delibera della Giunta regionale approvata il 16 dicembre scorso. Ad annunciare la strategia della Pubblica amministrazione della Città bianca, è il sindaco Domenico Tanzarella, che domani mattina (nel corso di una conferenza stampa indetta alle ore 12 presso Palazzo di Città,  ad Ostuni), illustrerà l’atto formale con il quale l’ente locale intende proporre il ricorso al Tar Puglia. Alla presenza dell’assessore alla Sanità del Comune, Giuseppe Santoro, il Primo cittadino spiegherà le motivazioni che hanno portato la Giunta comunale a chiedere l’annullamento dell’atto col quale si attua il riordino ospedaliero.

Una posizione che punta al mantenimento di Ostetricia, Ginecologia e Pediatria: reparti del nosocomio ostunese che stando al Regolamento del Piano di Riordino ospedaliero approvato nel dicembre scorso dalla Regione Puglia verrebbero soppressi  e trasferiti a Fasano. Una vera e propria staffetta di reparti, quella tra i due Comuni brindisini, che sulla carta sembrerebbe penalizzare la Città bianca. L’ospedale ostunese perderebbe l’Unità Materno infantile, in favore del nosocomio di Fasano, che viceversa si vedrebbe privato di Pneumologia, a beneficio dello Stabilimento ospedaliero della Città bianca.

Se il Regolamento restasse quello approvato dalla Giunta Vendola, il piano regionale di rientro per il settore Sanità prevedrebbe presso lo Stabilimento ospedaliero ostunese il funzionamento di Cardiologia (potenziata di 10 posti letto, da 4 a 14), Medicina Interna (24 posti letto), Chirurgia generale (che passerebbe da 25 a 30 posti letto), Ortopedia (che scenderebbe da 25 a 24 posti letto) e Pneumologia (20 posti letto).

Una riorganizzazione e razionalizzazione dei Reparti, dunque, che in via Villafranca, come a Palazzo San Francesco, non digeriscono affatto. Da qui la linea dura del Comune, assunta nonostante la correzione del tiro già in parte tracciata dalla  Direzione generale dell’Azienda sanitaria brindisina, che il 15 gennaio scorso ha messo per iscritto e suggerito alla Regione Puglia, proprio per quanto attiene la riorganizzazione del Dipartimento Materno infantile dell’ospedale civile di Ostuni, una proposta mediana. Dieci posti letto (rispetto agli attuali 22) a supporto dell’Unità di Ostetricia e Ginecologia, e altri dieci posti letto (rispetto ai 15 del Piano vigente) a copertura del Reparto di Pediatria.

E nei giorni scorsi, a conferma del passo indietro della Regione, è giunta anche una nota del consigliere regionale Giovani Epifani (Pd): “Il Reparto di Ginecologia e Ostetricia non si muoverà da Ostuni. La scelta sarebbe stata sbagliata, lo conferma lo Direzione sanitaria e lo hanno compreso bene anche i tecnici impegnati nella predisposizione del Piano di riordino”. Ma per tutelarsi da eventuali sorprese, l’Amministrazione comunale, in attesa degli esiti del dibattito in Consiglio Regionale, avrebbe comunque deciso di impugnane la delibera della discordia, approvata prima di Natale dalla Giunta Vendola.

Sulla vicenda, intanto, intervengono anche il coordinatore cittadino del Pdl, Guglielmo Cavallo e il capogruppo Pdl in Consiglio comunale, Antonio Galizia: “Abbiamo letto, con sorpresa, il documento-contributo dei sindacati Cgil, Cisl e Uil sul Piano di Riordino Ospedaliero dove nulla si dice dell'inopinato trasferimento a Fasano dei reparti di Ginecologia e Pediatria. Nel contempo il consigliere regionale Epifani ci fa sapere che i reparti in questione non si muoveranno da Ostuni e tuttavia il documento prodotto dalla direzione generale della Asl Br/I propone di lasciare 10 posti letto di Ginecologia e 10 di Pediatria per ognuno dei due presidi ospedalieri, tentando di non scontentare nessuno, ma di fatto affossando definitivamente il punto nascita di Ostuni-Fasano. Infatti nello stesso documento si afferma più volte che su scala provinciale si prevedono due punti nascita ( Francavilla e Brindisi) e che il punto nascita di Ostuni¬Fasano sarà disattivato se non ci saranno stabilmente almeno 700 nati l'anno. Qualcuno fa il gioco delle tre carte”.

I dirigenti del Pdl, ritengono economicamente non fattibile la realizzazione del nuovo ospedale tra Ostuni e Fasano (“la Comunità Europea ha chiarito che non si possono utilizzare fondi Fas”) e ribadiscono quindi il convincimento che “l'ospedale di Ostuni, per le scelte già fatte e per gli investimenti destinati alle opere di ampliamento, in fase avanzata di esecuzione, sia definitivamente individuato come l'ospedale nord della provincia di Brindisi e clic qualsiasi scelta diversa sarebbe incomprensibile, illogica e addirittura irresponsabile alla luce della grave crisi economica della Regione Puglia conseguenza anche di una gestione disastrosa e di scelte demagogiche in materia sanitaria della giunta Vendola: congelamento del piano Fitto, sostanziale retromarcia rispetto a scelte già effettuate, abolizione dei ticket” .

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