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Sangue cordonale e staminali: sfida vitale

BRINDISI - “Sangue cordonale: luminose gocce di speranza”. Questo il tema dell’iniziativa, patrocinata dal Comune di Brindisi, promossa ed organizzata nella serata di venerdì dall’Adisco (Associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale).

BRINDISI - “Sangue cordonale: luminose gocce di speranza”. Questo il tema dell’iniziativa, patrocinata dal Comune di Brindisi, promossa ed organizzata nella serata di venerdì dall’Adisco (Associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale), presso l’ex convento Santa Chiara.

Come prevedeva il programma, dopo i saluti iniziali della presidente dell’associazione, Lina Bruno Longobardo, ha preso la parola il dottor Giuseppe Garrisi, presidente dell’Adisco Puglia che ha fatto una relazione dettagliata sull’argomento, analizzando punto per punto questa azione di donazione.

Il cordone ombelicale – così come ha spiegato Garrisi – dopo il parto viene usualmente gettato: dare il consenso alla donazione di sangue del cordone ombelicale significa evitare questo spreco, mettendone a frutto l’utilità come importante risorsa per la salute e la ricerca.

Il sangue del cordone ombelicale, infatti, è ricco di cellule staminali, simili a quelle del midollo osseo che hanno un ruolo fondamentale nella cura di gravi malattie del sangue. In particolare, queste cellule sono utilizzate per le leucemie e linfomi, malattie congenite e metaboliche. Ad oggi, con questa donazione, è possibile curare più di 70 malattie, un numero destinato a crescere ancora in futuro.

Oltretutto, il sangue placentare presenta dei vantaggi rispetto al midollo osseo: può essere raccolto e conservato presso adeguate strutture (Banche di sangue del cordone ombelicale), rendendosi immediatamente disponibile per chi ne avesse bisogno; l’immaturità delle cellule in esso contenute riduce il rischio di alcune gravi complicanze del trapianto; è stata dimostrata, infine, la possibilità di trapiantare contemporaneamente due unità di sangue placentare per estendere l’opportunità di terapia anche a pazienti adulti.

A tutto questo, segue la raccolta del sangue cordonale. La procedura è indolore sia per la mamma sia per il neonato. La sacca sterile contenente, appunto, il sangue cordonale raggiunge entro 30 ore la Banca di sangue del cordone ombelicale di riferimento, presso la quale sarà sottoposto alle analisi necessarie e, quindi, congelato. La donazione non è mai un gesto inutile perché, qualora l’unità donata non dovesse essere idonea per il trapianto, potrà essere utilizzata per la ricerca scientifica.

Certo è che anche in questa situazione c’è chi pensa di poter fare business: infatti – così come ha concluso il presidente dell’Adisco Puglia – bisogna stare attenti alle banche private, che del sangue cordonale ne fanno commercio.

In Francia, in Spagna e in Giappone questo è vietato, si preferisce la donazione che, però, in Italia è ancora poco diffusa perché spesso i cordoni ombelicali finiscono nel cassonetto dei rifiuti speciali. Per questo è fondamentale un’azione di promozione e di sensibilizzazione adeguata e tempestiva.

La relazione dettagliata ed esaustiva di Giuseppe Garrisi è stata completata con un tocco di luce speciale dalla compagnia teatrale “Meridiani Perduti” che successivamente si è esibita con uno spettacolo interpretato da Sara Bevilacqua, attrice e regista, Valentina Guadalupi, ballerina, Isabella Benone, violinista e Antonio Guadalupi, attore. A fare da cornice perfetta all’evento è stato il buffet finale con il brindisi di auguri a tutti i presenti.

 

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