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Sanità, la Cgil attacca l'Asl: "Altro che internalizzazioni, il 118 andrà agli esterni"

BRINDISI – In attesa dello sblocco sulle internalizzazioni, l'Asl di Brindisi ridisegna il quadro organico per la copertura infermieristica del 118. Ma la Cgil protesta e parla addirittura di un ritorno alla politica delle esternalizzazioni, proprio quando la Regione sostiene che invece occorra seguire il percorso inverso. “Non solo - si lamenta il sindacato -, c'è da registrare che le internalizzazioni stanno avvenendo a Brindisi con grave ritardo rispetto alle altre province della Puglia, visto che sono solamente 34 i contrattualizzati”.

BRINDISI – In attesa dello sblocco sulle internalizzazioni, l'Asl di Brindisi ridisegna il quadro organico per la copertura infermieristica del 118. Ma la Cgil protesta e parla addirittura di un ritorno alla politica delle esternalizzazioni, proprio quando la Regione sostiene che invece occorra seguire il percorso inverso. “Non solo - si lamenta il sindacato -, c'è da registrare che le internalizzazioni stanno avvenendo a Brindisi con grave ritardo rispetto alle altre province della Puglia, visto che sono solamente 34 i contrattualizzati”.

Il segretario provinciale Cgil Antonio Macchia ha scritto all'assessore regionale Tommaso Fiore per illustrare il problema: ““Desideriamo segnalare lo scollamento che ogni giorno si registra tra le politiche perseguite dalla giunta Vendola e la gestione dell'Asl Brindisi, che dimostra di non essere in linea con le direttive regionali”. Dopo aver denunciato “l’enorme ritardo accumulato dall'Asl Brindisi nella gestione del processo di internalizzazione (ad oggi solo un piccolissimo segmento operativo è stato internalizzato, contrattualizzando appena 34 lavoratori), scopriamo addirittura che la stessa azienda vuole portare avanti, invece, l’obiettivo di esternalizzare del tutto il servizio emergenza territoriale 118”.

Nella lettera inviata a Fiore si fa riferimento ad una proposta-documento firmata dal direttore generale e dal responsabile del servizio Territoriale 118, “con il quale viene riorganizzato il servizio, ampliando le convenzioni con altre associazioni di volontariato e lasciando trasparire, tra l’altro, una organizzazione apicale con l’accentramento di poteri assoluti verso un unico soggetto”. L'organizzazione sindacale non comprende “la necessità di continuare a produrre categorie di lavoratori “atipici” in una regione che fonda il proprio credo sulla tutela delle categorie più deboli e svantaggiate. Il ricorso a queste forme di discutibili rapporti di “lavoro-volontariato” ha comportato il realizzarsi di categorie di lavoratori socialmente penalizzati sia dal punto di vista prettamente economico che previdenziale. Inoltre, permette a qualcuno di avere un controllo coercitivo su queste categorie di lavoratori che pur di non perdere quel minimo di sostentamento, che spesso non gli consente nemmeno di arrivare alla metà del mese, soccombono a capo chino alle più disparate richieste”.

Ma quali sono le novità previste dalla proposta? Si parla di due convenzioni (ambulanza con un autista-soccorritore e un volontario-soccorritore) con le associazioni di volontariato della provincia di Brindisi per le postazioni 118 di Fasano e San Pietro Vernotico. Prevista anche l'assegnazione di sei infermieri attualmente in servizio presso ciascuna delle unità operative di pronto soccorso di Fasano e San Pietro. Altre due convenzioni (ambulanza con un autista-soccorritore, un volontario-soccorritore e un infermiere) sempre con le associazioni di volontariato, ma questa volta per Ostuni e Francavilla. Infine, l'integrazione dei Punti di Intervento Territoriali di Ceglie e Mesagne nella struttura sovradistrettuale 118 di Brindisi con particolare riferimento al personale attualmente in servizio (autisti, infermieri e medici) e ai mezzi di soccorso.

Il direttore generale dell'Asl Br/1, Rodolfo Rollo, dal canto suo non vuole sentire parlare di facile ritorno alle esternalizzazioni: “Abbiamo solo dovuto riorganizzare il quadro, nulla di più. La mia unica preoccupazione – spiega – è quella di dover coprire e garantire il doppio turno infermieristico nei pronti soccorsi della provincia. In attesa che si sblocchino le internalizzazioni, questa è l'unica che ci sembra attuabile”.

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