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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Se chi ti fa respirare è una "co.co.co."

MESAGNE - Chiudono o vengono ridimensionati i piccoli ospedali, e al posto dei reparti eliminati dai tagli si dice che debbano nascere e funzionare servizi sanitari di base e attività di day-hospital, mirati soprattutto su quello che sarà l'anello debole della società italiana dal punto di vista sanitario nei prossimi decenni, ma che già da ora ha ruolo predominante: le patologie degli anziani. Eppure capita che a causa della cessazione di un contratto a tempo, nato dalla famosa esigenza di rendere flessibili i rapporti di lavoro, cessi un servizio fondamentale come la fisioterapia respiratoria. Vediamo come stanno le cose viste dalla parte di chi improvvisamente si trova a dover gestire un dramma personale.

MESAGNE - Chiudono o vengono ridimensionati i piccoli ospedali, e al posto dei reparti eliminati dai tagli si dice che debbano nascere e funzionare servizi sanitari di base e attività di day-hospital, mirati soprattutto su quello che sarà l'anello debole della società italiana dal punto di vista sanitario nei prossimi decenni, ma che già da ora ha ruolo predominante: le patologie degli anziani. Eppure capita che a causa della cessazione di un contratto a tempo, nato dalla famosa esigenza di rendere flessibili i rapporti di lavoro, cessi un servizio fondamentale come la fisioterapia respiratoria. Vediamo come stanno le cose viste dalla parte di chi improvvisamente si trova a dover gestire un dramma personale.

"Fa caldo! Siamo ancora nel mese di giugno e gia’ fa’ caldo. La frase piu’ comune che si legge ora sulla bocca delle persone, sia esse grandi o piccoli, ora e’: non si respira! E’ vero ci sono giorni in cui la cosa piu’ semplice, indispensabile e naturale riesce difficile farla per il troppo caldo che fa’. Questo mi mette solo angoscia e ansia e paura. Ho 37 anni ma non mi preoccupo per me ma per mio padre che ha i suoi 78 anni e i suoi problemi di respirazione e complicanze varie.

La nostra vita familiare sempre in bilico ed appesa ad un filo e’ stata finora resa meno complicata dalla possibilità, che hanno tutti coloro che come mio padre presentano questa diagnosi, di frequentare il centro di riabilitazione ( chiamata solo semplicemente “palestra”) situato presso l’unità operativa pneumologia di Mesagne. Questo  servizio nel corso degli anni ha permesso a tutti coloro che lo hanno frequentato di migliorare la qualita' della propria vita e le aspettative.

Questo tipo di riabilitazione e' riuscita negli anni a strappare alla morte un notevole numero di malati che, in molti casi aggravati anche da malattie cardiologiche, come il caso di mio padre, avrebbero avuto poche possibilità di sopravvivenza. Da oggi i pazienti della riabilitazione pneumologia attualmente prenotati presso la palestra di riabilitazione pneumologica  non hanno potuto prenotare i quattro cicli di terapia consecutivi di cui hanno diritto per 2 volte all'anno  (che sono comunque pochi) in quanto la terapista che li segue, dal gennaio del 2005, finisce i 36 mesi del contratto a tempo determinato.

Gli utenti affetti da insufficienza respiratoria cronica, broncopneumopatia cronica ostruttiva e patologie neuromuscolari non potranno più usufruire di questo servizio e tantomeno completare il ciclo di terapia che hanno già iniziato in quanto l'agenda delle prenotazioni e' chiusa a partire dal 30 giugno. Questi pazienti circa 13 prenotati, tra cui mio padre, spezzano così la terapia il 30 giugno venendo a mancare i Lea riconosciuti a questo servizio importante per il riallineamento e il riadattamento allo sforzo che consente a queste persone malate di affrontare le attività di vita quotidiana con minori difficoltà.

I pazienti e noi famiglie siamo notevolmente preoccupati perché già l' anno scorso per lo stesso motivo i nostri cari hanno rinunciato a fare la terapia per chiusura anticipata dell' agenda. La chiusura del centro sara', sicuramente, causa di aggravamenti con conseguenti frequenti ricoveri ospedalieri che non faranno altro che lievitare i costi ospedalieri. È possibile però ora prorogare i contratti precari (tempo determinato, co.co.co. e altri contratti atipici) anche oltre il limite di 36 mesi con accordo sindacale decentrato in quanto queste ora possono sottoscrivere accordi che consentono il mantenimento in servizio anche quando l’incarico si protrae da più di 36 mesi senza che questo determini il passaggio al rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

Le Aziende sanitarie, dal loro canto, non devono ‘nascondersi’ dietro una presunta interpretazione delle norme che non consentirebbe loro la prosecuzione di questi rapporti di lavoro. Eventuali licenziamenti in definitiva sono da ascrivere esclusivamente alla volontà dell’azienda. In sostanza questa legge consente alle Asl di prorogare oltre i 36 mesi i contratti a tempo determinato senza obbligo di assunzione.

Ora mi chiedo, e credo di poterlo e doverlo fare a nome di tutti quei figli che amano i propri genitori e credono ancora che la salute e’ un diritto dell’uomo inviolabile e intoccabile: allora il problema e’ risolto!! Pare di no. Non si hanno ancora notizie della proroga del contratto della fisioterapista che li segue da anni e che li conosce come il palmo delle mani, nei loro limiti, nei loro problemi, nelle loro esigenze. Il suo reinserimento non permetterebbe la sospensione del servizio.

Ora che dire a tutti coloro che oggi si sono sentiti dire che non potevano piu’ frequentare la palestra? Non vorrei di certo essere nei panni di chi una risposta pare la abbia ma non voglia darla. E’ cosi’ difficile continuare a credere nel nostro sistema sanitario? Una risposta concreta pero’ bisogna darla perche’ non si puo’ vivere sapendo che la soluzione c’e’ ma si possa fare finta che non esista". (Antonella Facecchia)

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