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Vinci: “Curiamo i tumori a Brindisi con la protonterapia”

BRINDISI – Portare a Brindisi la protonterapia, che consente la cura dei tumori in modo innovativo e meno invasivo rispetto alle cure più diffuse, è un’operazione possibile ma che richiede anche un certo coordinamento da parte degli enti coinvolti. L’Ordine dei medici di Brindisi, lo scorso 24 febbraio, ha approvato all’unanimità un documento in cui il consiglio direttivo chiede l’intervento di tutte le istituzioni per realizzare il centro presso l’ospedale Perrino del capoluogo. L’idea è quella, sulla scia di quanto accaduto a Pavia, di disporre di spazi vicino al presidio per l’istallazione dell’impianto.

BRINDISI – Portare a Brindisi la protonterapia, che consente la cura dei tumori in modo innovativo e meno invasivo rispetto alle cure più diffuse, è un’operazione possibile ma che richiede anche un certo coordinamento da parte degli enti coinvolti. L’Ordine dei medici di Brindisi, lo scorso 24 febbraio, ha approvato all’unanimità un documento in cui il consiglio direttivo chiede l’intervento di tutte le istituzioni per realizzare il centro presso l’ospedale Perrino del capoluogo. L’idea è quella, sulla scia di quanto accaduto a Pavia, di disporre di spazi vicino al presidio per l’istallazione dell’impianto.

“Il vantaggio per gli ammalati – spiega Emanuele Vinci, presidente dell’Ordine – sarà costituito soprattutto dalla possibilità di concentrare la dose di radiazioni nel tumore con un risparmio quasi totale dei tessuti sani. E ciò comporterà che al tumore si potranno erogare dosi più elevate, con maggiore possibilità di vincerlo, ed ai tessuti sani dosi irrisorie senza più le complicanze immediate e tardive della radioterapia con fotoni ed elettroni oggi disponibile”.

A fine novembre scorso infatti, era stato presentato un progetto industriale per la realizzazione di un centro di protonterapia in Puglia: Brindisi avrebbe spazi e professionalità per concretizzarlo, potendo anche disporre della sede dell’Università del Salento, dell’Enea e del Cnr.

“La Puglia – continua Vinci che è anche direttore sanitario dell’Asl di Brindisi – sarebbe meta anche dal Mediterraneo di pazienti bisognosi di questa speciale terapia e dovrebbe curare l’accoglienza delle loro famiglie”.

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