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Carbonella: «Sono Renziano dal 1960». Elefante: «Mi ha colpito il chiodo». I fan di Matteo raccontano la conversione

BRINDISI - «Ero Renziano già prima di diventare sindacalista, nel 1960», svela Giovanni Carbonella in un libro autobiografico scritto a quattro mani col fratello Damiano, in uscita domani con “Il piccolo sindacalista che non voleva andare in pensione”. E anche gli altri fan brindisini di Renzi raccontano le loro conversioni.

BRINDISI - «Ero Renziano già prima di diventare sindacalista, nel 1960», svela Giovanni Carbonella in un libro autobiografico scritto a quattro mani col fratello Damiano, in uscita domani con “Il piccolo sindacalista che non voleva andare in pensione”, supplemento al comandamento 8 del programma di Renzi: «Anche i sindacati devono cambiare».

Ammaliati dalle parole del sempre simpatico Giovanni, abbiamo fatto un sondaggio per capire quando i neo-Renziani brindisini hanno scoperto di essere davvero fan di Matteo Renzi. Ecco le loro risposte.

Antonio Elefante: «Ho scoperto di essere Renziano quando ho visto Matteo col chiodo in pelle nera da Maria De Filippi. Anch’io ho posseduto in gioventù quel giubbotto, e dunque sento di condividere con lui i valori più profondi della nostra vita, anche la passione per le Timberland».

Maurizio Bruno: «Ho deciso di diventare un seguace di Renzi quando un giorno, dovendo fare una scelta tra gli amici francavillesi Gino Vitali, Massimo Ferrarese e Euprepio Curto, ho capito che il Pd e Renzi erano il minore dei mali».

Giovanni Epifani, consigliere regionale Pd di Ostuni: «Renzi, ma siamo sicuri che si chiami così?».

Mimmo Mele, sindaco Pd (ad honorem) di Carovigno: «Quando mi sono convertito a Matteo? Dopo il tradimento di Angelo Lanzillotti, ho vissuto 3-4 secondi di paura, ho perfino pensato di farla finita andando a mangiare trippa nella peggiore trattoria carovignese, poi mi sono detto: e mica sono così scemo! E così, visto che i sondaggi lo davano per vincente, ho fatto ciò che tutti gli italiani fanno in questi casi, salire sul carro del vincitore».

Salvatore Brigante e Antonio Monetti: «Renzi chi?».

Nicola Latorre, parlamentare di Fasano: «Scusi ma lei al posto mio cosa avrebbe fatto. Si sarebbe fatto rottamare come è accaduto a tutti i dalemiani? Oppure si sarebbe convertito, nella speranza di arrivare alla pensione?».

Giovanni Carbonella, quello di prima: «Non vedo perché tanto stupore per la mia presenza tra i Renziani. Il Vangelo di Matteo dice che "anche i sindacati devono cambiare”. Io questo cambiamento l'ho messo in atto venti anni fa, quando dal sindacato son passato in Parlamento. Dunque sono uno che ha visto avanti anni luce».

 

Avete appena letto un articolo di satira: persone citate e fatti narrati sono frutto della fervida fantasia dell'autore, che per paura di subire attacchi terroristici cela la sua identità dietro lo pseudonimo BrindisiReport.

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