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Inciuci e tradimenti in politica. Partita risolta con una sfida a Candy Crush

BRINDISI - Emergono particolari piccanti e retroscena raccapriccianti sull’altolà di Michele Emiliano al matrimonio-inciucio tra Pd e Forza Italia per accaparrarsi la Provincia, l’ente che è stato cancellato ma le cui poltroncine restano in vita. «Non posso appoggiare certi accoppiamenti contronatura - ha scritto l’ex magistrato, ex sindaco, ex dalemiano ed ex persona magra -. Men che mai con gente come Gino Vitali, che ha già alle sue spalle esperienze raccapriccianti nel governo Berlusconi e una lunga amicizia con Massimo Ferrarese».

In effetti Emiliano non ha tutti i torti: è vero che è periodo di grandi alleanze e accoppiamenti a casaccio, ma non è che si può andare con il primo che passa, con buona pace del valente Maurizio Bruno, per l’occasione ribattezzato Maurizio Siffredi. «E poi, di grazia, se uno vuol trombare Ferrarese non può andare a letto con Vitali». In effetti il discorso non fa una piega.

A nulla è valsa la risposta di Bruno: «Michele, guarda che a Brindisi stiamo con Toni Muccio e il Nuovo centrodestra, quindi va anche peggio». Perentoria, e pregna di significati politici, la risposta di Emiliano: «Si, ma almeno Toni è un bel ragazzo!». Intanto su Facebook proprio Massimo Ferrarese ha gridato alla vittoria: «Dopo aver bloccato la riforma dei porti ed evitato che diluviasse anche su Francavilla, sono riuscito a far saltare l’accordo-inciucio Forza Italia-Pd. Per convincere Emiliano mi è bastato invitarlo a giocare a Candy Crush. Ora i due grandi partiti dovranno riconoscere il valore del Ncd, sempre se alle prossime elezioni riusciremo a superare la soglia dello 0,0025%».

Sull’accaduto si è espresso anche Carmine Dipietrangelo, che in un breve editoriale di 76 pagine che sarà pubblicato oggi su BrindisiReport, conclude dicendo: «Meno male che ogni tanto nel Pd qualcuno ritrova il giudizio». Peccato che, a causa della lunghezza dell’articolo, nessuno mai riuscirà ad arrivare a quelle conclusioni, e dunque tutti continueranno a pensare che nel Pd ci siano ormai solo degli scasacani.

Sull’inciucio Bruno-Vitali sono intervenuti anche l’ArciGay e i Grillini. I primi avevano visto con favore l’avvicinamento tra i due uomini: «Finalmente un atto di tenerezza e un segnale di apertura verso omosessuali e lesbo», aveva scritto l’associazione. I Cinquestelle invece, dimostrando la consueta vena democratica, hanno guardato pacatamente allo sventato accoppiamento: «Gente così andrebbe lapidata in piazza, oppure sodomizzata dagli immigrati malati di tubercolosi che arrivano in Italia. Facciamo così, chiediamo alla Rete quale delle due sorti dovrà toccare a Gino Vitali e Maurizio Bruno». E per una volta anche i non grillini sono tentati di prendere parte al sondaggio.

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