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Martedì, 23 Aprile 2024
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Le fanta-interviste: Luigi Vitali

Onorevole Vitali, partiamo in maniera soft. Lei è in Parlamento dal 1996. Non sarebbe ora di tornare a lavorare? «Ma perché, vuol dire che a Roma non lavoriamo?» Allora, chiariamo una cosa. Qui le domande le facciamo noi, lei dovrebbe solo rispondere. Se le domande sono troppo difficili, può annuire, oppure avvalersi della facoltà di non rispondere. Tutto chiaro? «Siamo in democrazia, quindi mi adatto».

Onorevole Vitali, partiamo in maniera soft. Lei è in Parlamento dal 1996. Non sarebbe ora di tornare a lavorare?

«Ma perché, vuol dire che a Roma non lavoriamo?»

Allora, chiariamo una cosa. Qui le domande le facciamo noi, lei dovrebbe solo rispondere. Se le domande sono troppo difficili, può annuire, oppure avvalersi della facoltà di non rispondere. Tutto chiaro?

«Siamo in democrazia, quindi mi adatto».

Benissimo. Allora, non avrà mica intenzione di ricandidarsi?

«Io non sono attaccato alla poltrona, e poi ho sempre un lavoro, volendo. Ma se il partito mi chiederà di sacrificarmi, allora mi candiderò».

Un gran bel sacrificio. Dica un po’, è mai stato a qualche festicciola con Silvio?

«No, ero fuori dal cerchio magico».

Peccato, si è perso delle gran belle gnocche, lo sa?

«Beh, in effetti a giudicare dalle foto pubblicate sui giornali...»

Ma è vero che Berlusconi in queste ore è dispiaciuto per la morte di Mubarak?

«Certo. Chiamava ogni cinque minuti Ruby, per sapere se lo zio migliorava. Ma la situazione era disperata».

Più o meno come quella dell’Italia alla fine del regno di Berlusconi...

«Stia tranquillo, non faremo la fine di Mubarak. Noi ce la faremo ad uscire dalla crisi».

Poi tornerete a governare voi politici e distruggerete di nuovo tutto. È questo il piano?

«Lo sanno tutti ma non si dice».

Che ne pensa di Ferrarese?

«Sono ammessi gli insulti?»

No, e nemmeno le domande da parte dell’intervistato.

«Allora preferisco avvalermi della facoltà di non rispondere».

Però è da un bel po’ che non controbatte alle uscite del presidente della Provincia. Si è arreso?

«No, è che ogni tanto devo anche pensare a fare il parlamentare. Non posso solo impersonare l’anti-Ferrarese».

Grazie a lei e a Saccomanno il PdL in provincia di Brindisi vale meno di un fico secco. Avete lontanamente pensato di dimettervi?

«E perché mai dovremmo farlo. In Italia non si dimette nessuno».

Quindi continuerete l’opera di distruzione? Perché non si fa nominare anche nel PD, ci sarebbe un gran bisogno di cancellare anche quel “partito”?

«Ognuno deve risolvere i suoi problemi. E poi penso che nel PD siano così bravi che riusciranno a cancellarsi da soli, come abbiamo fatto noi».

È vero che state pensando di cambiare nome al partito?

«Sì».

Tra Viva la Gnocca e Distruggiamo l’Italia quale preferirebbe?

«Il primo è garanzia di successo, il secondo è più attinente al nostro programma».

Legge mai BrindisiReport?

«Da quando mi hanno detto che avete 25-30.000 lettori al giorno. Temo che siano infinitamente di più di quanti ci voteranno alle prossime elezioni».

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