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Left, Open, Closed e Disoccupy: a Brindisi è di moda l'associazione.

Left, Open, Dis-Occupy, Re-Open, Shut-Up, Closed, Nazaren’s Balsam: Brindisi vive una incredibile stagione movimentista, e vede la nascita di associazioni e gruppi che stanno portando linfa vitale ad una realtà finora chiusa e silente. Se volete scegliere con cognizione di causa a quale aderire, eccovi un breve profilo di ognuna.

Left, Open, Dis-Occupy, Re-Open, Shut-Up, Closed, Nazaren’s Balsam: Brindisi vive una incredibile stagione movimentista, e vede la nascita di associazioni e gruppi che stanno portando linfa vitale ad una realtà finora chiusa e silente. Se volete scegliere con cognizione di causa a quale aderire, eccovi un breve profilo di ognuna.

Left (Sinistra): creata da Carmine Dipietrangelo, inizialmente si sarebbe dovuta chiamare Left?, perché i fondatori non riuscivano ancora a spiegarsi cos’è la sinistra e se qualcuno sente ancora la necessità della sinistra. Poi, mentre la discussione si animava, Vittorio Stamerra ha mostrato la foto di un quotidiano con le facce di Vitali e Saccomanno, e allora non ci sono stati più dubbi: via il punto interrogativo, la sinistra a Brindisi ha ancora due buone ragioni per sopravvivere.

Open (Aperto): voluta dall’assessore provinciale Pietro Mita, fedelissimo di SuperMax, sembra sia stata ideata subito dopo le semifinali degli Europei di calcio. Da qui la spiegazione del nome, che può essere così sintetizzata: Italia o Spagna purché si magna. I più maligni hanno pensato: «Aperti a tutto, alla Regione o al Parlamento, purché di Max sia sempre il momento». Hanno già assicurato la propria iscrizione la Mendula Riccia di Francavilla Fontana e il Biscotto Cegliese.

Shut-Up (Silenzio!): nata dalla volontà degli ultrà dell’Enel Basket, rimasti folgorati dalle gesta di Gibson, in questi giorni l’associazione vive già la prima crisi mistica. È evidente che il suo destino sia legato alla permanenza dell’americano a Brindisi. Se così non dovesse essere, il dottor Antonio Rutigliano propone di cambiare il nome dell’associazione in Thank You!, mentre il professor Salvatore Dell’Anno propende per il più sottile Fancù.

Re-Open (Riaperto): non è la risposta degli anti-Ferrarese ma il gruppo creato da quanti sostengono la riapertura di corso Garibaldi. Sembra che gli aderenti siano per ora solo 7 (i componenti dello staff del sindaco), ma in caso di successo saliranno a circa 90.000 in meno di 24 ore. Del resto siamo pur sempre a Brindisi.

Closed (Chiuso): è la contro-associazione istituita dal gruppo Facebook “I mille contro la riapertura di corso Garibaldi”, il cui nome era troppo lungo per essere spiegato alle badanti e agli anziani che ancora frequentano i corsi. I militanti di Closed sono disposti a sdraiarsi sul corso al passaggio delle prime auto (e qualcuno spera che ci restino) oppure a lanciare lo sciopero degli acquisti presso i negozi di corso Garibaldi. Laconico il commento di Rino Fontò, titolare del negozio Diego: «Uno sciopero tardivo, perché è già da 10 anni che non vediamo un brindisino!».

Nazaren’s Balsam (Balsamo del Nazareno): dopo l’indimenticabile performance della vicesindaca Paola Baldassarre a Porta a Porta e la sua citazione dello sconosciuto Balsamo del Nazareno, sembra che i negozi Limoni, Acqua e Sapone e i due punti vendita Erbolario siano stati presi d’assalto da clienti che chiedevano cosa diavolo fosse questo Balsamo del Nazareno. Siccome neanche alla Diocesi hanno saputo dare delle spiegazioni plausibili, Antonio Carito ha deciso di creare questa nuova associazione clerical-laicistica che mira a rilanciare la produzione del prodotto tipico. Garantito dal marchio Filia Solis.

Dis-Occupy (Disoccupato): Mauro D’Attis è sempre stato un enfant-prodige, pur non conoscendo il significato del termine, e così, visto che ora ha un po’ di tempo libero, ha creato questa associazione a-culturale riservata a liberi pensatori rimasti orfani di poltrona. Hanno già assicurato la propria presenza Francesco Renna, Mimmo De Michele e Giampiero Pennetta. Bobo Aprile ha però annunciato una causa per appropriazione indebita (e indegna) di copyright.

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