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Giovedì, 28 Marzo 2024
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«Ma la Baldassarre ha ragione!»

Un lettore ci scrive, invitandoci a rileggere le ultime affermazioni di Paola Baldassarre da un punto di vista diverso: «Così, al di là delle facili battute, vi renderete conto che si tratta di affermazioni condivisibili»

Un lettore ci scrive, invitandoci a valutare in maniera diversa le ultime affermazioni della ex vicesindaco, alle quali abbiamo dedicato ieri un Satyricon. Ecco il suo intervento, che sicuramente meriterebbe uno spazio diverso e più importante di questa rubrica. ma da qui siamo partiti, e qui continuiamo il discorso.

 

«Egregio direttore, ho letto attentamente il Satyricon dedicato alle dichiarazioni della signora Paola Baldassarre rilasciate durante la trasmissione Tribù su TeleRama, e dopo una attenta riflessione ho deciso di scriverle. Perché ritengo necessario un approfondimento su alcune affermazioni della nostra ex vicesindaco.

Affermazioni che, lo dico subito per sgombrare il campo da dubbi, trovo filosoficamente tautologiche. Sì, perché tutta questa smania di scaricare su qualcuno la responsabilità mi sembra una specie di scappatoia. Abbiamo bisogno di accusare un individuo per poter assolvere tutti gli altri. Oppure vogliamo prendercela con il processo storico, così da poter esonerare gli individui. O con il caos senza legge, con conseguenze analoghe.

A me sembra che in questa città si verifichi, si sia anzi verificata, una catena di responsabilità individuali,  ciascuna delle quali era di per sé necessaria, ma che la catena non sia abbastanza lunga da consentire a ciascuno di scaricare le colpe sugli altri.

Del resto, il mio desiderio di assegnare responsabilità ad altri può ben scaturire più dalla mia forma mentis che da un’equa analisi dell’accaduto.

È uno dei problemi cruciali della storia, giusto, direttore?

La questione dell’interpretazione soggettiva in conflitto con quella oggettiva, il fatto che dobbiamo conoscere la storia di chi scrive la storia, se vogliamo comprendere la versione degli eventi che ci viene proposta.

Ecco perché, egregio direttore, chiedo di leggere le affermazioni della Baldassarre alla luce di queste mie brevi riflessioni. Magari le vedrà sotto una luce diversa. E si uscirà dal vecchio paradosso: la storia che ci succede sotto il naso dovrebbe essere per noi la più chiara, e invece risulta la più deliquescente.

Viviamo nel tempo, il tempo ci definisce e ci vincola e dovrebbe anche essere misura della storia, no? Ma se non riusciamo a non comprenderlo, se non ne afferriamo il mistero in termini di andamento e decorso, che speranze possiamo avere con la storia, perfino con il marginale frammento della nostra personale, peraltro assai poco documentata?

Ecco, sarebbe il caso di valutare le affermazioni della Baldassarre da un punto di vista più alto. Forse sarebbero più comprensibili e magari condivisibili. Al di là delle facili battute».

Giuliano Barni

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