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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Nel Pd mai dire cose di sinistra

Impegnati come sono a risollevare le sorti dell’Italia, tra un acquisto di bombardieri F35, una deportazione di donne sgradite agli oligarchi kazaki e i continui flirt con l’amore di sempre Silvio Berlusconi, i rappresentanti del Pd trovano il tempo di beccarsi tra loro. E questo, sia ben chiaro, senza togliere tempo alla loro missione primaria: la preparazione della sconfitta alle prossime elezioni.

Impegnati come sono a risollevare le sorti dell’Italia, tra un acquisto di bombardieri F35, una deportazione di donne sgradite agli oligarchi kazaki e i continui flirt con l’amore di sempre Silvio Berlusconi, i rappresentanti del Pd trovano il tempo di beccarsi tra loro. E questo, sia ben chiaro, senza togliere tempo alla loro missione primaria: la preparazione della sconfitta alle prossime elezioni.

Nei giorni scorsi il capogruppo regionale Pino Romano, memore che il Pd è stato, in un passato molto remoto, un partito di sinistra, ha sollevato il problema dei soldi per i cassintegrati ed ha invitato i parlamentari locali alla mobilitazione per sollecitare il governo a trovare gli spiccioli mancanti. Risultato: una mobilitazione. Ovviamente contro Romano, in puro stile Pd.

La parlamentare Elisa Mariano ha risposto via Facebook, così: «E all'ennesimo appello che il consigliere regionale Romano ci rivolge a mezzo stampa non possiamo che ricambiare. La febbre da comunicato si è impossessata di lui... forse :)». Il suo post ha dato vita ad un costruttivo dibattito (cui Romano non ha preso parte) sul Pd a San Pietro Vernotico, le opposte fazioni, chi ce l’ha più lungo, chi gira in suv e chi in bicicletta, chi paga le bollette del circolo del partito… insomma, le solite cose in stile Pd, perché c’è sempre qualcuno che deve dimostrare di essere più a sinistra dell’altro, ma solo a parole.

Al consigliere regionale ha risposto anche il coordinatore dei parlamentari pugliesi, Dario Ginefra, anche lui stizzito per l’improvvida uscita di Romano, tanto da chiedere al segretario regionale Blasi di «creare le condizioni di una maggiore collaborazione tra gli eletti, magari da esercitare non a mezzo stampa». La risposta, ovviamente, è stata diramata con una nota stampa (dell’agenzia parlamentare per l’informazione politica ed economica).

Che dire? Il Pd non si smentisce mai: un non-partito fatto di non-compagni. Del resto, che pretendete: ieri erano tutti Bersaniani e anti-Renzi, oggi fanno la fila dietro la porta del sindaco di Firenze. Sono fatti così: si svegliano sempre in ritardo. E solo dopo le sconfitte.

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