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Renzi, porca miseria, proprio adesso dovevi passare da Brindisi?

Il presenzialismo del sindaco su Facebook da alcuni giorni si era misteriosamente chetato (che belli i termini aulici). Massimo Ferrarese si era dimesso e le squadre della Monteco avevano già ripulito le vie cittadine dalle bottiglie vuote di prosecco, spumante millesimato e vino con la gazzosa consumati in quantità industriali per soffocare la tristezza dell’evento. Rimosso il lutto in 3’48”, record mondiale stagionale, quindi molto prima della fine del servizio di Studio 100 sulla vicenda (48’03”), a Brindisi tornava lentamente a serpeggiare la voglia di vivere, in ogni angolo si declamavano i versi di Coco Lafungia dopo mesi in cui per editto del proconsole dell’Udc, Ciro Argese, il poeta ufficiale era stato Pietro Gatti di Ceglie Messapica, e “Na strende m'agghje 'ndise” (ho sentito una stretta) esprimeva la stessa sensazione di occupazione comunemente avvertita dalle Sciabiche a S.Elia (e dai maroni quando passava un certo personaggio). Mannaggia lu rimu e la rima.

Il presenzialismo del sindaco su Facebook da alcuni giorni si era misteriosamente chetato (che belli i termini aulici). Massimo Ferrarese si era dimesso e le squadre della Monteco avevano già ripulito le vie cittadine dalle bottiglie vuote di prosecco, spumante millesimato e vino con la gazzosa consumati in quantità industriali per soffocare la tristezza dell’evento. Rimosso il lutto in 3’48”, record mondiale stagionale, quindi molto prima della fine del servizio di Studio 100 sulla vicenda (48’03”), a Brindisi tornava lentamente a serpeggiare la voglia di vivere, in ogni angolo si declamavano i versi di Coco Lafungia dopo mesi in cui per editto del proconsole dell’Udc, Ciro Argese, il poeta ufficiale era stato Pietro Gatti di Ceglie Messapica, e “Na strende m'agghje 'ndise” (ho sentito una stretta) esprimeva la stessa sensazione di occupazione comunemente avvertita dalle Sciabiche a S.Elia (e dai maroni quando passava un certo personaggio). Mannaggia lu rimu e la rima.

Quelli del Paradiso non scorazzavano più a Corso Roma impennando lo scooter, il gelato del Bar Betty non si squagliava sulla camicia dopo tre secondi, i ricoveri per ustioni all’esofago causate dalle fritte di Romanelli erano drasticamente calati, le gare di rutti notturne in piazzetta Rubini venivano subito stroncate dall’11° Battaglione mobile dei carabinieri e i partecipanti passati per le armi sul posto, i No al Carbone invitavano i direttori delle centrali a cena, l’Enel Basket vinceva, le banche prestavano i soldi, i piccioni riprendevano a volare e a scagazzare in Piazza Duomo, il vicesindaco Paola Baldassarre abbandonava ogni incarico, l’assessore Antonio Nacci si risvegliava, il consigliere regionale Euprepio Curto non scriveva più quattro comunicati al giorno, Giovanni Antonino entrava ufficialmente nel commercio delle tovaglie di pizzo sudtirolesi fatte a mano trasferendosi a Bressanone, molti si asciugavano il sudore dalla fronte, il suo avvocato finalmente cominciava a pensare ad una vacanza.

E proprio ora doveva passare di qui Matteo Renzi? Consales si è rimesso a scrivere, e allora Ferrarese forse ci ripensa, Argese si è incatenato alla porta dell’Araba Fenice, Luigi Vitali è incazzato perché non può entrare, Nacci si è riaddormentato, la mozzarella delle fritte brucia maledettamente, Antonino è stato ritrovato aggrappato alla catena dell’ancora di una carboniera, i No al Carbone hanno aperto una discoteca in piazzetta Rubini. C’è solo una nota lieta: la Baldassarre è partita per la Palestina perché le hanno detto che il posto di direttrice delle poste a Betlemme è libero. Good luck.

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