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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Ultimatum di due parole del Pd a Ferrarese: "Caro Presidente"

«Ora capirà che siamo noi a comandare, e che senza di noi potrà sognarsi sia la presidenza della Regione che la poltrona di deputato. Questo deve abbassare le ali, se non vuole tornarsene a Francavilla ad occuparsi della pro-loco e a giocare ai soldatini con Vitali». La riunione del PD era iniziata sotto i migliori auspici. Qualche vecchio militante si era perfino presentato con la bandiera del PCI, un po’ stropicciata e impolverata, ma sempre meglio dei manifesti del partito di oggi. Il PD era stanco della dittatura di Ferrarese e stava per scatenare la controffensiva.

«Ora capirà che siamo noi a comandare, e che senza di noi potrà sognarsi sia la presidenza della Regione che la poltrona di deputato. Questo deve abbassare le ali, se non vuole tornarsene a Francavilla ad occuparsi della pro-loco e a giocare ai soldatini con Vitali». La riunione del PD era iniziata sotto i migliori auspici. Qualche vecchio militante si era perfino presentato con la bandiera del PCI, un po’ stropicciata e impolverata, ma sempre meglio dei manifesti del partito di oggi. Il PD era stanco della dittatura di Ferrarese e stava per scatenare la controffensiva.

Il segretario provinciale Tarantino aprì il dibattito: «Ora mi sono rotto le palle di sentirmi dire che non conto nulla. Mandiamo un segnale a Ferrarese! Facciamogli capire che senza di noi non va da nessuna parte, quindi ci deve portare rispetto». Intervenne Damiano Franco: «Ora che a Brindisi vi siete svegliati, probabilmente vi accorgerete che il superpresidente oltre alla Provincia comanda alla Santa Teresa, alla Stp, alla Cittadella. Ed ora vuole anche la Multiservizi, il bar Betty e la pizzeria Romanelli».

«Però noi abbiamo il Comune capoluogo!», gridò un consigliere nelle retrovie, con voce non proprio convinta. «È vero - intervenne Antonio Elefante – guidiamo il Comune e amministreremo in modo nuovo». Qualcuno, sicuramente dell’area più critica del partito, sogghignò ad alta voce: «E come intendiamo farlo? Con affidamenti senza gare d’appalto? E con riaperture dei corsi decise in proprio?».

La replica di Elefante fu immediata: «Ho detto amministreremo, quindi parlavo al futuro. In futuro amministreremo in modo nuovo. È vero, nelle settimane passate qualche cazzata è stata fatta, ma paghiamo la nostra inesperienza, e comunque abbiamo già chiesto l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta per scoprire l’autore delle cazzate».

Tarantino riprese in mano le redini del partito e dell’assemblea: «Compagni e compagne, vi ricordo che siamo qui per decidere una strategia comune in risposta alle violenze perpetrate contro di noi dall’alleato Massimo Ferrarese. Almeno per un giorno evitiamo di farci la guerra in casa».

Dalle retrovie partì un applauso convinto, ma anche una proposta: «Io aprirei il documento così: Presidente, ora hai rotto il cazzo!». Era un esponente dell’ala oltranzista. Sonia Rubini provò a stemperare l’accidia: «Facciamo così, scriviamo, “con tutto il rispetto e la pazienza di questo mondo, però caro Massimo ogni tanto ricordati che siamo tuoi alleati”.

Il sindaco Consales, che non si curava dei numeri ma era cosciente che con una maggioranza di 16 consiglieri poteva rimanere facilmente impallinato da uno strappo degli uomini di Ferrarese, fece sentire la sua voce: «Cari amici, siccome ho una certa dimestichezza con i comunicati, io direi di scrivere solo “Caro Presidente”, senza andare oltre, tanto poi chi vuol capire capisce».

Qualcuno mugugnò, ma alla fine la linea garantista del primo cittadino passò all’unanimità. Domani Ferrarese riceverà il pesante documento con cui il PD lo metterà in guardia, intimandogli di evitare altre fughe in avanti e invitandoload una maggiore collegialità. Il titolo del documento coinciderà con il suo contenuto: «Caro Presidente».

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