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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Contributi scuole: "Chiarezza con le famiglie"

BRINDISI - Quella dei contributi scolastici volontari, oggi, pare sia una questione piuttosto complessa da affrontare. Nonostante il Ministero dell’Istruzione si sia spiegato chiaramente, specificando più volte che si tratta di una somma che le famiglie degli alunni non sono obbligate a versare nelle casse della scuole.

BRINDISI - Quella dei contributi scolastici volontari, oggi, pare sia una questione piuttosto complessa da affrontare. Nonostante il Ministero dell’Istruzione si sia spiegato chiaramente, specificando più volte che si tratta di una somma che le famiglie degli alunni non sono obbligate a versare nelle casse della scuole, il nodo nessuno riesce a scioglierlo: il contributo non è dovuto, ma esiste e viene richiesto, spesso, al momento dell’iscrizione con appropriato bollettino di versamento.

Da una parte ci sono i presidi dei vari istituti cittadini che hanno spiegato che la somma di denaro serve ad ampliare l’offerta formativa e che da parte loro c’è sempre la volontà di venire incontro alle famiglie in difficoltà, dall’altra ci sono i genitori che denunciano la poca chiarezza e trasparenza di alcune scuole nel far presente che si tratta di un contributo assolutamente volontario.

Una battaglia, insomma, che va avanti da diverso tempo, un problema che si ripresenta ogni anno e che alla carta dovrebbe essere di semplice risoluzione, ma che di fatto non lo è per niente. A proposito di questo, dopo i presidi delle scuole locali, si sono espressi a riguardo sia il sindacato che l’Uds (l’Unione degli Studenti).

“Il problema fondamentale – dice Rosa Savoia, segretaria generale del settore scuola della Cgil – risiede nel fatto che nel corso del tempo lo Stato ha diminuito sempre di più i finanziamenti scolastici, creando delle difficoltà non indifferenti agli istituti. Certo, il contributo, così come ha specificato il Miur, deve essere assolutamente volontario e non obbligatorio, ma la situazione non è facile né per la scuola né per le famiglie”.

“Sappiamo che a volte non viene spiegato chiaramente ai genitori come stanno le cose; spesso – prosegue la dirigente della Cgil Scuola - è anche capitato che sono arrivate qui da noi delle telefonate di persone che hanno chiesto informazioni a riguardo e noi abbiamo spiegato più volte a chiare lettere che si tratta di una somma di denaro non dovuta alla scuola”.

“Purtroppo – conclude Rosa Savoia – la situazione è complicata per tutti, ma ripeto la soluzione sono i finanziamenti che per gli istituti e per l’ampliamento dell’offerta formativa degli studenti, sono fondamentali. Speriamo che si sblocchi qualcosa al più presto. Nel frattempo, però, è necessario che tra scuola e famiglia ci sia collaborazione, trasparenza e chiarezza.”

In merito alla questione, il mondo degli studenti si mostra decisamente combattivo: “Affrontammo questo problema – spiega il coordinatore cittadino dell’Uds, Giulio Gazzaneo – un po’ di tempo fa, effettuammo un’indagine tra i vari istituti locali e parlammo anche con i presidi ma non ottenemmo grandi risultati. La questione è molto complessa, ma una cosa è certa: il contributo è volontario e non deve essere richiesto alla famiglie al momento dell’iscrizione e sotto forma di bollettino di versamento perché, altrimenti, quella che non è una somma dovuta, sembra che lo sia”.

“Bisogna essere chiari e spiegare con trasparenza cos’è questa offerta e a cosa serve, ma le scuole, oggi, non lo fanno e noi continueremo a batterci per risolvere questa situazione. Anche perché così non si fa altro che privatizzare l’istruzione pubblica. Gli istituti – conclude Gazzaneo - non possono coprire una mancanza statale con un atto che spesso risulta illecito considerato che non viene chiarito.” Il problema dei contributi volontari scolastici verrà affrontato anche durante la manifestazione nazionale studentesca, indetta dall’Uds per il prossimo 11 ottobre. “Non c’è più tempo”. E’ questo lo slogan con cui gli studenti scenderanno in piazza a manifestare.

 

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