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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Festival internazionale del film per ragazzi, superpremiato "corto" made in Brindisi

BRINDISI – Se domani mattina, domenica 30 maggio, siete in casa non vi perdete alle 9,45 su Canale 5 la puntata di Ciak Junior dedicata al “corto” girato dai ragazzi della scuola secondaria di primo grado "Kennedy-Mameli" di Brindisi. Tra giovedì e venerdì ha fatto letteralmente cappotto – termine forse inusuale per la critica, ma efficace – al Festival Internazionale del Cinema per Ragazzi di Treviso. Gli studenti brindisini, con le insegnanti e la dirigente scolastica rientreranno all’Aeroporto del Salento domani alle 17 con ben quattro primi premi. Un grande slam meritatissimo, a giudicare dagli applausi tributati dal pubblico a “Bye Bye”.

BRINDISI – Se domani mattina, domenica 30 maggio, siete in casa non vi perdete alle 9,45 su Canale 5 la puntata di Ciak Junior dedicata al “corto” girato dai ragazzi della scuola secondaria di primo grado "Kennedy-Mameli" di Brindisi. Tra giovedì e venerdì ha fatto letteralmente cappotto – termine forse inusuale per la critica, ma efficace – al Festival Internazionale del Cinema per Ragazzi di Treviso. Gli studenti brindisini, con le insegnanti e la dirigente scolastica rientreranno all’Aeroporto del Salento domani alle 17 con ben quattro primi premi. Un grande slam meritatissimo, a giudicare dagli applausi tributati dal pubblico a “Bye Bye”.

Subito l’elenco dei riconoscimenti. Primo premio come miglior film nella categoria riservata ai corti nazionali; premio al migliore attore (Andrea Ferraro della III A); primo premio come miglior film anche nella categoria riservata ai cortometraggi internazionali; infine, primo premio ex equo con una scuola croata attribuito dalle emittenti televisive. Un successo assoluto, che ha messo i brividi alla delegazione di 23 ragazzi della Kennedy-Mameli volata a Treviso per la fase finale della rassegna, alle insegnanti Doretta Ruggiero (che ha recitato nel corto) e Paola Mongelli, alla dirigente scolastica Gioconda Nani e alla vice dirigente Immacolata Maruccia, la quale la racconta così: “Abbiamo anche ricevuto tante di quelle nomination che non le rammento tutte. Ma il primo premio internazionale come miglior corto è stato il più inatteso, il più emozionante per tutti”.

Ma l’intera esperienza è stata emozionante e formativa. Dal lungo lavoro del progetto cinema con il giovane regista brindisino Alessio Allegrettii (che fa parte della spedizione a Treviso), ai giorni in cui tutto il corto è stato rigirato con i potenti mezzi della troupe di Ciak Junior – Mediaset arrivata a Brindisi dopo la selezione di “Bye Bye” come miglior corto del Sud (ne erano stati selezionati solo altri due, uno per il Nord e l’altro per il Centro), sino “al laboratorio di ieri pomeriggio – racconta la professoressa Maruccia – con ragazzi di tanti Paesi dell’Europa dell’Est, della Germania, della Cina, del Sud Africa. Gli stessi che poi hanno applaudito a lungo, con entusiasmo sincero,  i nostri studenti al momento della premiazione”.

Quale argomento affronta il corto girato dai giovanissimi registi e attori della Kennedy-Mameli? Inutile rielaborare: ecco un bel copia e incolla dal sito di Ciak Junior. “Il cortometraggio dal titolo racconta l'insofferenza che hanno alcuni studenti nei confronti della quotidianità e delle regole ma, al contempo, mette in evidenza come spesso la libertà assoluta porti alla solitudine. ‘Meglio soli che male accompagnati!’ Questo sembra essere il minimo comune denominatore che unisce i pensieri di molti giovanissimi che, spesso e volentieri, si sentono schiacciati dalla quotidianità”.

“Un brutto voto a scuola, le date di storia che non entrano in testa, le interrogazioni andate male o, peggio, i bulli che proprio non ti lasciano in pace: sono queste le premesse che hanno spinto gli studenti della scuola Kennedy-Mameli a scrivere il loro soggetto. Il cortometraggio cerca, quindi, di realizzare il desiderio di questi ragazzi di essere lasciati in pace, dalla mamma che rimprovera, dal prof che interroga e dai bulli. Nel film, pian piano, infatti, tutte queste persone scompaiono, lasciandoli completamente liberi di fare ciò che vogliono. Gli studenti, tuttavia, si accorgono di essere soli! Ecco quindi che cresce il bisogno di tornare a circondarsi di facce familiari, di quella quotidianità che tanto hanno rifiutato, ma per farlo serve una ricetta speciale...”.

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