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Martedì, 16 Aprile 2024
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Ingegneria a Brindisi, ancora pochi iscritti ma grandi possibilità di ricerca e lavoro

BRINDISI- E’ nel polo di UniSalento di Brindisi, alla Cittadella della Ricerca, che nascono gli ingegneri aerospaziali del domani. E’ infatti attivo da qualche anno il primo corso di laurea specialistica in Ingegneria aerospaziale della Puglia, che insieme a quello molto più blasonato della “Federico II” di Napoli – dove è passata buona parte della storia dell’ingegneria aeronautica italiana - costituiscono gli unici centri di ricerca e formazione per quel che riguarda il settore nel Meridione.

BRINDISI-  E’ nel polo di UniSalento di Brindisi, alla Cittadella della Ricerca, che nascono gli ingegneri aerospaziali del domani. E’ infatti attivo da qualche anno il primo corso di laurea specialistica in Ingegneria aerospaziale della Puglia, che insieme a quello molto più blasonato della “Federico II” di Napoli – dove è passata buona parte della storia dell’ingegneria aeronautica italiana - costituiscono gli unici centri di ricerca e formazione per quel che riguarda il settore nel Meridione.

L’Università del Salento ospita a Brindisi la Facoltà di Ingegneria Industriale con un corso di laurea triennale ed il già citato corso di laurea magistrale in Ingegneria aerospaziale. Il primo conta circa un centinaio di iscritti mentre il secondo ne conta solo una decina. “Purtroppo non sono tanti perché il corso di laurea è di nuova istituzione”, dice il preside della Facoltà, Antonio Ficarella, anche docente di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente all’Università del Salento. “ Gli studenti credono si tratti di un settore molto specialistico, ma non è così: in realtà cerca di concentrarsi sulle tecnologie innovative non solo nell’aerospaziale ma anche in tanti altri settori dell’ingegneria”.

Inoltre il corso dovrà a breve fare i conti con la riforma del ministro Gelmini, che prevede la chiusura di tutti i corsi di laurea con un numero molto ridotto di iscritti. Ma la situazione vuole che questo corso sia una eccezione da salvaguardare, perché nonostante il numero esiguo di studenti, la laurea in Ingegneria aerospaziale promette una carriera assicurata – vedi articolo di alcuni giorni fa sempre su BrindisiReport.it - e la formazione di una figura professionale molto richiesta proprio nel territorio salentino, in particolare a Brindisi e dintorni. “Piuttosto un problema vero sollevato dal Cisia  (Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l'Accesso) è il basso livello dei diplomati: il 70% dei ragazzi entra all’università con grandi lacune, e durante il percorso universitario deve dimenarsi per tappare queste falle invece che puntare ad una formazione d’eccellenza”, ci fa notare il preside Ficarella.

Il corso nasce non a caso in un contesto come quello brindisino in cui il comparto dell’aeronautica rappresenta una grossa fetta del panorama economico del territorio, insieme a quello dell’energia. C’è AgustaWestland, attore mondiale di assoluta rilevanza nell’elicotterista civile e militare; c’è Avio dove avviene la produzione e lo sviluppo di componenti e moduli per motori aereonautici e navali, e luogo dove sono svolte le sessioni di test;  c’è Alenia Aeronautica Grottaglie, impegnata nel progetto del Boeing 787 Dreamliner, c’è Salver impegnata per il nuovissimo Bombardier CSeries. E attorno un fitto tessuto di Pmi, molte delle quali ad alto contenuto tecnologico.

“ Sul territorio il radicamento si ottiene con una importante partecipazione ai distretti aerospaziale ed a quello energetico presenti qui a Brindisi, e poi con un grosso legame con le realtà industriali locali, cercando di organizzare attività formative anche presso le aziende” continua il preside Ficarella. Il polo di ingegneria della Cittadella a Brindisi è anche un importante centro di ricerca e studio: uno dei progetti in atto è quello degli aerei ultraleggeri senza pilota che l’Università sta attuando in collaborazione con altre aziende presenti nel polo aeronautico brindisino. Inoltre grazie ad un finanziamento della Regione Puglia, a Brindisi si sta realizzando un importante laboratorio di ricerca, “Green Engineery”, che ha come temi di ricerca i motori, la combustione, i sensori per il monitoraggio ambientale (inquinamento), materiali ceramici innovativi, materiali metallici innovativi, dunque un laboratorio che avrà un respiro molto ampio sul territorio in quanto rappresenterà uno stimolo alla ricerca e allo sviluppo anche per le aziende locali.

Al preside Ficarella abbiamo anche chiesto se la facoltà ha intenti di apertura verso l’estero: “io credo che l’internazionalizzazione sia indispensabile soprattutto per le lauree specialistiche. Sono attivi già molti programmi tra l’Università del Salento e molte delle Università europee. In particolare a Brindisi stiamo cercando di attivare uno dei cosiddetti corsi di laurea congiunti, un corso di laurea cioè organizzato in questo caso in stretta collaborazione con le Università del Canada con le quali si hanno già stretti rapporti attraverso lo scambio di missioni avvenute attraverso il Distretto aerospaziale pugliese e la Regione Puglia, in particolar modo con l’area di Montreal”.  Il riferimento è al progetto Erasmus Mundus, ancora in fase sperimentale ma che l’Università del Salento ha subito fatto proprio per le enormi possibilità formative che sottende.

“Io ritengo”, aggiunge il preside Antonio Ficarella, “che il vero sviluppo si faccia con la maturazione delle capacità culturali che è indispensabile per costruire un processo di crescita nel nostro Paese e negli altri che lo circondano. Credo che la Facoltà di Ingegneria Industriale dovrebbe essere una parte di una strategia più ampia di crescita del nostro territorio, ma anche degli altri che si affacciano sul Mediterraneo, e che potrebbe assumere grande rilevanza potendo trovare una visione complessivamente favorevole per tutta la Regione. Non nascondo che un coinvolgimento del presidente Nichi Vendola sarebbe auspicabile per dare maggiore rilievo a questo tema”.

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