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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Liceo Durano: gli studenti intervistano l'autore del libro "Io dico di no!"

Il Liceo artistico musicale Simone Durano partecipa alla Città del Libro, rassegna interna-zionale del libro che si è svolta a Campi Salentina (Le) nell’ultima settimana di novembre. Le classi prime del liceo artistico e musicale hanno incontrato  lo scrittore Daniele Aristarco

Il Liceo artistico musicale Simone Durano partecipa alla Città del Libro, rassegna interna-zionale del libro che si è svolta a Campi Salentina (Le) nell’ultima settimana di novembre. Le classi prime del liceo artistico e musicale hanno incontrato  lo scrittore Daniele Aristarco, autore del libro “Io dico no!”. La Chiesa Madre della città è stato il luogo prescelto dell’incontro, dove lo scrittore ha dialogato con gli alunni delle varie scuole, dimostrando una grande disponibilità a rispondere alle curiosità degli studenti presenti.

Da Prometeo ad Anna Politovskaja, da Ipazia a Martin Luther King, dalle suffragette agli abitanti di Chambon-sur-Lignon; e ancora, Rosa Parks, Oscar Wilde, Nazim Hikmet, uo-mini e donne senza poteri, ma con una cosa in comune: saper dire "no".
Sono questi i personaggi a cui lo scrittore, regista e attore Daniele Aristarco ha dato una propria impronta, nel suo libro "Io dico NO", un libro di «eroica disobbedienza», il raccon-to dei "No" che hanno fatto la Storia. 

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"Io dico No" è un libro sulla libertà:  è una raccolta di trentacinque storie, di persone lon-tane nello spazio e nel tempo accomunate dallo stesso obiettivo, il desiderio di cambiare una realtà ingiusta. Un libro da poter leggere tutto d'un fiato - come un romanzo - o a salti, in base all'ispirazione o alla curiosità, adatto a tutte le età comprese tra gli otto e i novan-tanove anni (e anche oltre).
 La dolcezza con cui l'autore ha trattato le storie di questi personaggi, immergendosi in prima persona nel racconto, risulta a dir poco commovente e induce il lettore a una rifles-sione sul mondo circostante.

Forse non sarà un libro che passerà alla storia della letteratura, ma ha tutti i presupposti per divenire uno dei "classici" quali "Cuore", "Via col vento", "Piccole Donne" e via di-cendo.

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Ma cosa ha portato l'autore a iniziare questa sua opera? «Scrivo libri per ragazzi da molto tempo, oramai» ha affermato «E l'idea per "Io IMG-20171127-WA0039-2dico No" è nata proprio alla presentazione di uno dei miei libri a una scolaresca : una ragazza alle ultime file ha posto una domanda insolita: "Questi sono i grandi personaggi del passato, eroi di guerra; noi sappiamo cos'è successo nel passato. Ma adesso, cosa sta succeden-do? Ci sono delle battaglie in cui io posso partecipare in prima persona? C'è qualcuno che vale la pena ricercare per stringergli la mano?". Mi si è strozzata la voce in gola. Non sapevo come rispondere, era una domanda molto precisa. Dietro quella domanda c'era un'esigenza nascosta, un qualcosa che ho interpretato come "Io sono importante? Conto qualcosa? Posso fare qualcosa?" ma soprattutto "Io sono davvero viva?"».

Alla fine dell’incontro gli alunni della 1°B del Liceo Simone-Durano di Brindisi hanno po-sto alcune  domande per chiedere consigli su come imparare a scrivere e cosa dovrebbe-ro fare per scrivere "con il cuore”. 

Come e quando ha iniziato a scrivere? Che consiglio darebbe a chi vorrebbe iniziare o continuare a scrivere?
«Ho iniziato a scrivere prima di saper scrivere: da piccolo prendevo dei fogli bianchi e li riempivo di scarabocchi, convinto di saper scrivere. Poi li portavo a mia madre e le dicevo "Io non so leggere, ma tu sai scrivere, così leggi cosa ho scritto" e lei inventava delle sto-rie. Io ascoltavo, ma alla fine le dicevo che le mie storie erano più belle. Ho imparato pre-sto a leggere a scrivere ed è un'attività che ho sempre fatto senza guardare l'orologio. Consigli? Scrivere senza alcuna preoccupazione, dato che una volta poggiata sul foglio la penna scrive da sola. Questo accade se dentro te c'è davvero passione, solo così puoi andare lontano.»

Ha mai detto "no" a un'ingiustizia che ha vissuto o di cui è stato testimone?
«Tutti subiamo delle ingiustizie, quindi sì, mi è capitato. Ho vissuto sulla mia pelle il mio trasferimento, essendo io nato a Napoli - quando ancora era conosciuta per la spazzatura e tutto il resto. Trasferitomi a Roma, venivo chiamato dai miei compagni di classe "Napoli". Avevo cercato in tutti i modi di diventare amico dei miei compagni; quando stavo per per-dere le speranze, venne annunciata una presentazione teatrale della nostra classe. Chiesi di poter scrivere la sceneggiatura, da lì in poi cominciarono a chiamarmi per no-me.»

Possiamo avere anticipazioni sul suo prossimo libro?
«Ancora non ho idee ben precise, l'ho iniziato da qualche giorno. Ma è un libro all'inse-gna dell'energia pulita, in quanto si sta cercando di eliminare le macchine e utilizzare so-lo ed esclusivamente mezzi non inquinanti.»
 

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