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Venerdì, 29 Marzo 2024
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L'università ai tempi della crisi

BRINDISI - Non è un caso che la cerimonia d’inaugurazione dell'anno accademico 2012-2013 dell’Università del Salento si sia svolta, quest’anno, proprio a Brindisi, città la cui sede del sapere è stata messa in discussione da veleni e scelte politiche che hanno rischiato di staccarle la spina. E’ il segno che a Brindisi, alla Cittadella della Ricerca, che presto si spera passerà nelle competenze del Comune, non si vuole rinunciare e sul polo brindisino, quindi, si continua a investire, pur nelle difficoltà che i tagli, a livello nazionale, stanno funestando il mondo dell’istruzione che è in subbuglio.

BRINDISI - Non è un caso che la cerimonia d’inaugurazione dell'anno accademico 2012-2013 dell’Università del Salento si sia svolta, quest’anno, proprio a Brindisi, città la cui sede del sapere è stata messa in discussione da veleni e scelte politiche che hanno rischiato di staccarle la spina. E’ il segno che a Brindisi, alla Cittadella della Ricerca, che presto si spera passerà nelle competenze del Comune, non si vuole rinunciare e sul polo brindisino, quindi, si continua a investire, pur nelle difficoltà che i tagli, a livello nazionale, stanno funestando il mondo dell’istruzione che è in subbuglio.

Oggi pomeriggio, al “Nuovo Teatro Verdi” di Brindisi c’erano tutti, tranne il ministro dell’Istruzione, università e ricerca, Francesco Profumo che nei giorni scorsi aveva fatto sapere di non poter presenziare per impegni già assunti, sebbene sia ben noto che, per via delle verifiche ispettive del ministero determinate proprio da varie inchieste giudiziarie, l’assenza è dovuta a una incompatibilità oggettiva.

Non sono comunque mancate le proteste. Attorno alle 15.30, orario di inizio della manifestazione, alcuni studenti hanno srotolato uno striscione che è stato appeso dinanzi all’ingresso del teatro: “Qui si inaugura e si fa festa, lo studente non si arresta” era scritto. Intervento fuori programma appena dopo la presentazione, quando uno studente ha preso la parola e ha mostrato un altro cartellone su cui c’era scritto “Anche in assenza del ministro Profumo, la puzza resta”. Si trattava di uno degli studenti firmatari di un documento che è stato consegnato ai rappresentanti accademici per la sottoscrizione. I sindacati hanno disertato l’appuntamento.

“Parlare oggi di futuro, soprattutto ai nostri giovani – ha detto il rettore, prof. Domenico Laforgia durante la sua relazione – soprattutto ai nostri giovani, fa paura, perché alla parola futuro sono collegate quasi per obbligata associazione analogica, parole come incertezza, ansia, precarietà, instabilità”.

“Guardare con speranza – ha poi aggiunto – implica la volontà di raggiungere i propri obiettivi anche in situazioni difficili, significa prendere un impegno verso la realistica possibilità di successo dei propri percorsi, significa contare sulle proprie forze e le forze altrui per fare sistema, significa avere il coraggio della responsabilità. La carenza di risorse adeguate e l’invadente burocrazia, potrebbero portare all’implosione del sistema a causa delle limitazioni imposte”.

“Se indeboliamo il sistema educativo fino alla sua implosione – ha proseguito il rettore - non dobbiamo meravigliarci se la nostra quotidianità sociale si trasforma in una giungla dove si complotta con armi impari quanto sleali per briciole di potere, dove qualche politico tradisce i suoi stessi ideali per un cono di luce e dove imporre un percorso meritocratico diventa reato”. Il rettore ha anche ricordato Melissa Bassi, vittima dell’attentato di Brindisi del 19 maggio scorso, definita “vittima di una follia”.

Un cenno alle inchieste in atto sull’università è contenuto nell’appello che studenti, dottorandi, precari, docenti e tecnici di Link-Udu Lecce e Adi Lecce hanno sottoposto all'attenzione della comunità accademica: “Riteniamo che delle indagini e delle inchieste che sono state aperte dovrà essere la procura ad accertarne l’esito. Sulla stampa e negli organi accademici, invece, dovranno ritornare al centro i temi e i problemi che in questo momento la nostra università sta affrontando. Ripartendo da un dibattito più orizzontale e sincero di quello sostenuto fino ad adesso” c’è scritto come preludio a una serie di richieste concrete.

“A fronte del nuovo piano sull’edilizia – si legge nel documento la cui sottoscrizione è stata chiesta a tutti coloro che a vario titolo fanno parte dell’università - chiediamo che sia aperta una discussione che coinvolga studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo per stabilire la ri-collocazione dei dipartimenti e delle facoltà, in particolare quelle umanistiche, in modo da risolvere i tanti problemi che si sono presentati fino ad adesso”. “Chiediamo – prosegue il documento - che il polo extraurbano di Ecotekne, data la costruzione di case dello studente, subisca un rafforzamento dei servizi, col fine di diventare un vero e proprio campus universitario attivo e vitale nel corso di tutta la giornata. Infine è necessario che gli organi accademici riflettano sulla situazione dell’unica sede dislocata presente nella nostra Università: la Cittadella della Ricerca di Brindisi che vive oggi una situazione di totale abbandono da parte del resto dell'Università del Salento e della ormai dismessa Provincia di Brindisi”.

“Se l’amministrazione dell’università e il territorio brindisino intendono mantenere l’impegno didattico e di ricerca presente alla Cittadella, è necessario – dicono le associazioni degli studenti - che questo obiettivo venga raggiunto non col sacrificio degli studenti e dei lavoratori, ma attraverso una messa in rete di servizi pubblici e un ripensamento degli spazi universitari”.

Nel corso della cerimonia, poi, sono intervenuti il presidente del Consiglio degli Studenti, Roberto Fuschi e il direttore generale vicario, Claudia De Giorgi. E’ stata inoltre conferita la laurea honoris causa in “Filosofia dell’educazione” al prof. Jean-Robert Armogathe che, in conclusione, ha tenuto una lectio magistralis.

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