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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Parlando della Shoah con Riccardo Pacifici

BRINDISI - Si è svolto lunedì mattina presso l’Aula Magna dell’ITT “G.Giorgi” di Brindisi, un incontro dibattito con il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici. L’incontro intitolato “Il senso e il dovere della memoria”è stato organizzato nell’ambito del modulo “La Costituzione e la discriminazione razziale” del progetto F3-FSE02 Por Puglia.

BRINDISI - Si è svolto lunedì mattina presso l’Aula Magna dell’ITT “G.Giorgi” di Brindisi, un incontro dibattito con il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici. L’incontro intitolato “Il senso e il dovere della memoria”è stato organizzato nell’ambito del modulo “La Costituzione e la discriminazione razziale” del progetto F3-FSE02 Por Puglia, ed ha concluso una settimana della memoria intitolata “Se Auschwitz è niente”. Durante questa settimana gli studenti hanno avuto la possibilità di approfondire le tematiche della Shoah. All’incontro-dibattito con Riccardo Pacifici erano presenti, oltre agli studenti di quinto anno, anche docenti, rappresentanti dei genitori, rappresentanti delle classi terze e quarte.

A moderare l’incontro, cui ha partecipato anche il prefetto di Brindisi, Nicola Prete, il giornalista Raffaele Romano, che ha posto a Pacifici le domande che gli studenti avevano preparato per questa occasione. Il dibattito è stato introdotto dalla dirigente scolastica del “Giorgi”, Maria Luisa Sardelli, che ha esordito ricordando come l’incontro s’ incroci con “un’esplosione di attacchi razzisti, negazionisti contro il presidente Pacifici, contro la memoria”, ed ha proseguito affermando: “Noi non ci stiamo ai tentativi di far cadere nel sonno la memoria. Noi crediamo nella luce della conoscenza, nel senso della memoria”. E ricordando come gli studenti delle quinte, finito quest’anno, andranno all’Università o entreranno nel mondo del lavoro, la dirigente ha affermato: “Vogliamo che prima che siano professionisti siano uomini con il senso del civile”.

Il prefetto Nicola Prete ha parlato dell’importanza di non essere indifferenti, di come bisogna isolare i violenti, i razzisti, i negazionisti, aiutandoli però a capire in cosa stiano sbagliando. “La vita è bella. È disumano pensare che qualcuno possa trasformarla in un inferno. Quei comportamenti, se non corretti, possono portare a qualcosa di tragico. La follia di quell’epoca fu il silenzio dei tanti che girarono la testa dall’altra parte”. E quindi il prefetto ha concluso lanciando un messaggio ai giovani: “Non girate mai la testa dall’altra parte. I giovani sono i cittadini del domani. Cercate di impegnarvi perché la società sia fondata su fondamenta etiche scolpite nella storia dell’umanità”.

Riccardo Pacifici ha quindi esordito ricordando le tante volte che ha sentito parlare nelle scuole i sopravvissuti alla Shoah e come questi ultimi difficilmente parlino della loro esperienza o di quello che hanno subìto. “Loro cercano di sviluppare l’apertura mentale degli studenti. L’idea è di mandare un messaggio di speranza perché non succeda quello che è avvenuto in passato” ha spiegato il presidente della Comunità ebraica romana, la più importante d’Italia.

Il presidente della Comunità ebraica di Roma ha poi spiegato come è organizzata la Comunità, quali funzioni svolga come presidente e quali attività si svolgono nella scuola ebraica, ed ha continuato parlando della forte partecipazione degli ebrei all’attività risorgimentale e dello sconvolgimento che le leggi razziali portarono nel mondo ebraico, evidenziando come oggi ci sia un maggior interesse ed attenzione verso il mondo ebraico e le sue tradizioni, anche quelle alimentari dei cibi Kasher (cioè preparati in conformità con le regole alimentari ebraiche che si trovano nella Bibbia).

La morte del capitano delle SS, Erich Priebke, che partecipò al massacro delle Fosse Ardeatine senza mai pentirsene (massacro nel quale furono uccise 335 persone tra ebrei, carabinieri, uomini di fede, antifascisti, gente comune), il ricordo di un ebreo italiano nato a Salonicco (Grecia) e morto a Roma nel 2012, Schlomo Venezia, uno degli ultimi sopravvissuti del campo di Auschwitz - Birkenau costretto a lavorare nelle camere a gas e che testimoniò come funzionavano e il recentissimo episodio delle teste di maiale inviate alla Comunità ebraica di Roma, sono stati gli altri punti toccati da Pacifici durante il suo intervento.

Il presidente della Comunità ha poi spiegato come l’incontro di oggi serva per capire come non rimanere indifferenti alle tragedie del presente e ricordando una bella rappresentazione della deportazione degli ebrei fatta da 120 studenti dell’Università La Sapienza di Roma ha affermato come non si riesca a comunicare le cose belle fatte dai ragazzi perché “viviamo in un mondo in cui le azioni genuine non trovano spazio, non hanno la prima pagina dei giornali”. Il presidente ha quindi parlato dell’introduzione del reato di negazionismo e di come l’attività preventivo-educativa sia la prima arma per combattere la negazione della Shoah.

 

La canzone “Auschwitz” di Guccini eseguita dagli studenti del Giorgi e un brano tratto dal romanzo “La tregua” di Primo Levi hanno intervallato il dibattito proseguito con un pensiero rivolto dal presidente della Comunità ebraica di Roma a suo nonno, Riccardo Pacifici, del quale il presidente porta il nome (Riccardo Pacifici fu rabbino capo della Comunità ebraica di Genova negli anni Trenta e morì ad Auschwitz con la moglie). Pacifici ha parlato poi del padre, Emanuele, che si salvò nell’attentato del 1982 contro la sinagoga di Roma, nel quale rimase ferito, e che ha dedicato la sua vita a raccogliere la biblioteca in italiano sull’ebraismo, aprendo la sua casa agli studenti che per la tesi andavano lì ad approfondire.

Infine Riccardo Pacifici ha parlato della presenza ebraica in Puglia “Questa è una terra in cui la presenza ebraica ha una storia antica, una presenza a più riprese” ha concluso, ricordando anche la recente rinascita di una Comunità ebraica a Trani. E riferendosi alla nostra città, il presidente ha rammentato l’arrivo degli albanesi e l’accoglienza dei brindisini che non rimasero indifferenti a quell’emergenza. L’incontro con il presidente della Comunità ebraica di Roma ha rappresentato quindi un momento importante per i giovani studenti per riflettere sull’atrocità dell’Olocausto e per parlare della dignità degli esseri umani sempre a rischio di essere violata.

 

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