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Provvedimenti contro chi ha boicottato le prove invalsi, l'Uds avvia le vertenze

Abbiamo sempre boicottato le prove invalsi perché siamo fermamente convinti che esista un altro modo di insegnare e valutare. La strategia didattica del "teaching to test", che noi denunciamo da sempre che è promossa dal modello invalsi, si è rivelata, dati alla mano, inefficiente

BRINDISI - Riceviamo e pubblcihiamo un intervento dell'Unione degli studenti riguardane le prove invalsi e i provvedimenti disciplinari presi nei confronti di chi le ha boicottate. L'Uds annuncia l'avvio di vertenze

Una delle pratiche storiche della nostra organizzazione è il boicottaggio delle prove invalsi, che ci impegniamo ad organizzare in tutt'Italia. 
Non siamo dei nullafacenti come qualcuno ci etichetta, ma siamo dell'idea che quando qualcosa viene imposta autoritariamente, ledendo i diritti più intimi di uno studente, si ha il dovere di ribellarsi.

Abbiamo sempre boicottato le prove invalsi perché siamo fermamente convinti che esista un altro modo di insegnare e valutare. La strategia didattica del "teaching to test", che noi denunciamo da sempre che è promossa dal modello invalsi, si è rivelata, dati alla mano, inefficiente: l'accesso alla conoscenza, infatti, non è come una transazione bancaria di nozion. 
Inoltre le Invalsi sono costose (realizzarle costa al Miur 14 milioni l'anno) e appiattiscono le differenze di metodi e tempi di apprendimento che ognuno di noi ha, limitando il tutto a dei semplici test a crocette. Quest'anno il 70 per cento degli studenti della Provincia ha deciso di boicottare, nonostante tutto e tutti: infatti, se negli scorsi anni assistevamo a casi limitati e circoscritti di repressione e ritorsione da parte di docenti e dirigenti nei confronti degli studenti che si opponevano ad un'attività integrativa, quale lo svolgimento delle prove, al pari delle gite (e quindi non obbligatoria), quest'anno in più scuole le insistenti minacce sono diventate provvedimenti disciplinari.

Crediamo, infatti, che quest'ondata repressiva nasca dall'approvazione legge 107 (La Buona Scuola), che fa del modello invalsi il suo paradigma di didattica e valutazione, spingendo a moltiplicare l'utilizzo di verifiche simili ai test invalsi, e, nel momento in cui un docente o uno studente si oppone allo svolgimento, legittima il preside-sceriffo a infliggere sanzioni, anche quando queste si scontrano con la libertà d'insegnamento (tutelata dal 33esimo articolo della nostra Costituzione) e con la libertà di espressione pacifica delle proprie scelte (come dichiara lo statuto degli studenti e delle studentesse). Non lasceremo soli gli studenti che hanno fatto una scelta legittima, decidendo di boicottare. Abbiamo scritto delle vertenze che consegneremo nei prossimi giorni all'Ufficio scolastico provinciale e ai dirigenti delle scuole dove sono stati presi provvedimenti illegittimi e illegali.

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