rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
scuola

"Quel protocollo non salva il futuro del polo di Uniba. Si pensa troppo ai privati"

BRINDISI - Molto rumore per nulla. Il protocollo d’intesa firmato a palazzo Nervegna fra Comune, Provincia, Camera di commercio e Università degli studi di Bari, non può essere spacciato per un trampolino di lancio verso il futuro della futuribile Università di Brindisi. La sigla apposta in calce al protocollo sana le falle del passato, ma dal 2012 in poi è buio pesto. Nessuna programmazione, anzi, nessun programma, se non una vaga ambizione di restituire alla città di Brindisi un’autonomia accademica degna di questo nome, prospettiva sulla quale tutti – a parole – sembrano essere d’accordo.

BRINDISI - Molto rumore per nulla. Il protocollo d’intesa firmato a palazzo Nervegna fra Comune, Provincia, Camera di commercio e Università degli studi di Bari, non può essere spacciato per un trampolino di lancio verso il futuro della futuribile Università di Brindisi. La sigla apposta in calce al protocollo sana le falle del passato, ma dal 2012 in poi è buio pesto. Nessuna programmazione, anzi, nessun programma, se non una vaga ambizione di restituire alla città di Brindisi un’autonomia accademica degna di questo nome, prospettiva sulla quale tutti – a parole – sembrano essere d’accordo.

La visione, assai critica, dell’accordo siglato ieri fra gli enti locali, è tratteggiata da chi come il consigliere provinciale di Sel, Francesco Fistetti, la storia la conosce assai bene. Non solo per il ruolo a palazzo in via De Leo, ma soprattutto in quanto professore universitario di Storia della Filosofia contemporanea, uno dei docenti insomma che dal 2008 attendono i compensi per il lavoro svolto, fino a questo momento per puro spirito di liberalità. Il protocollo siglato infatti, prevede nient’altro che il risanamento dei bilanci-gruviera, con il versamento da parte degli enti locali di 955mila euro di contributo per l’attività svolta nel biennio 2008-2010 e l’ulteriore versamento di 445mila euro all’anno fino al 2012. Dopo, il buio.

“Bene, anzi meglio, che si sia finalmente sanata una situazione incresciosa, durata troppo a lungo, ma del futuro quando cominceremo a parlare seriamente?”, chiede Fistetti. “La Provincia di Brindisi, in particolare l’assessore Paola Baldassarre, fino a questo momento non ha parlato d’altro se non di università privata, senza uno straccio non dico di programmazione, ma nemmeno d’attenzione nei confronti dell’università pubblica. Vuoto cosmico su questo fronte. Per non parlare del fatto che ho scritto oltre un mese fa al presidente della Provincia Massimo Ferrarese chiedendo delle risposte in merito all’argomento, missiva alla quale non ho ancora ricevuto alcuna risposta”.

“E allora dico: è ora che il Partito democratico – prosegue Francesco Fistetti - abbia uno scatto d’orgoglio, difendendo nella sostanza, con gli atti e i fatti, l’università pubblica”. Tanto in premessa. Fistetti perde, una tantum, le staffe. L’argomento è rovente e la propaganda rumorosa ma, ribadisce, nella sostanza è “il vuoto cosmico”. Eppure la possibilità di svoltare, a volerlo, sarebbe assai concreta. “L’unica prospettiva possibile per realizzare il sogno di una università brindisina, che non sia appendice di altri atenei ma organismo dotato di vita propria, è quello di creare una fondazione, che conti fra i soci certamente gli enti locali e gli atenei di Bari e Lecce, ma anche soggetti privati, imprenditori, in grado di dare al progetto una spinta propulsiva concreta. E’ di questo che dobbiamo andare a parlare nei due organismi deputati a pianificare gli scenari futuri dell’università di Brindisi: comitato scientifico, ma soprattutto comitato di gestione”.

Secondo Fistetti insomma, la strada maestra è quella già segnata dalla città di Foggia, dove la creazione di una fondazione ha costituito la pietra angolare per la edificazione dell’accademia della Capitanata. Il passo successivo sarebbe quello di capire in che direzione andare, sul fronte della programmazione strettamente accademica: “Attualmente abbiamo i corsi di Economia aziendale, Informatica e Progettazione e gestione delle attività culturali. Se è vero come è vero che lo sviluppo del territorio passa per la costruzione di sinergie fra la formazione universitaria, la salvaguardia dei beni culturali e le politiche del turismo, allora mi si deve dire come mai nella Provincia di Brindisi nessuno abbia mai una parola da spendere su questo fronte, nessuna attenzione, di nessun genere. Forse, ribadisco, perché l’assessora Baldassarre è troppo impegnata a promuovere l’università privata”.

Il passato con il quale bisogna chiudere veramente è questo. Quello dell’approssimazione e della miopia della programmazione. La svolta, quella vera, per l’Università di Brindisi passa da qui.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Quel protocollo non salva il futuro del polo di Uniba. Si pensa troppo ai privati"

BrindisiReport è in caricamento