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Scuola, ecco i numeri dei "tagli" a Brindisi previsti dalla riforma Gelmini

BRINDISI – Quattromila posti in meno in Puglia, e 419 unità nella provincia di Brindisi. Sono questi i numeri relativi ai “tagli” previsti con la nuova riforma scolastica introdotta dal ministro Gelmini. E il sindacato Cgil, dopo l’incontro con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Brindisi, lancia il grido di allarme, non risparmiando critiche alla nuova normativa: “Servirà solo a ridurre l’apprendimento agli studenti, non ci sarà nessuna politica orientata al risparmio”. E dicendo questo, il sindacato spiega come la quasi totalità delle unità colpite dai tagli siano insegnanti di ruolo, “il che significa che lo Stato dovrà comunque pagare gli stipendi”.

BRINDISI – Quattromila posti in meno in Puglia, e 419 unità nella provincia di Brindisi. Sono questi i numeri relativi ai “tagli” previsti con la nuova riforma scolastica introdotta dal ministro Gelmini. E il sindacato Cgil, dopo l’incontro con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Brindisi, lancia il grido di allarme, non risparmiando critiche alla nuova normativa: “Servirà solo a ridurre l’apprendimento agli studenti, non ci sarà nessuna politica orientata al risparmio”. E dicendo questo, il sindacato spiega come la quasi totalità delle unità colpite dai tagli siano insegnanti di ruolo, “il che significa che lo Stato dovrà comunque pagare gli stipendi”.

Allo stato attuale, la riduzione di organico, a livello provinciale è così ripartita: 19 posti per la scuola dell’infanzia, -158 posti nella primaria, -14 nella secondaria di primo grado, -93 nella secondaria di II grado, e 135 posti in meno del personale Ata.

“Le iscrizioni – commenta la Cgil – sia al primo che al secondo ciclo si sono svolte in una situazione di incertezza sia per le famiglie che per gli studenti. Per quanto riguarda la scuola primaria, infatti, la scelta delle famiglie è avvenuta sulla base di una offerta oraria indeterminata ed incerta, condizionata dalle disponibilità di organico. La scelta della scuola secondaria è avvenuta sostanzialmente al buio, sulla base di regolamenti non ancora pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale”.

Le proteste sindacali finora non sono mancate: dal sit-in presso l’Usp a maggio e a giugno, l’occupazione simbolica degli stessi uffici, assemblee, la manifestazione del 12 giugno a Romam lo sciopero di venerdì scorso con manifestazioni a carattere provinciale, e un altro corteo di protesta indetto dai precari dell’Enea a Roma.

“Tutte queste manifestazioni – spiegano dalla Cgil – hanno visto una straordinaria partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori e hanno contribuito a sviluppare una consapevolezza collettiva sulla gravità della situazione. E’ ancora in atto la petizione contro lo smantellamento della scuola pubblica in termini di organici e finanziamenti. Moltissime sono state le adesioni da parte di tutto il personale della scuola, le famiglie, gli studenti e i cittadini sensibili alla difesa della conoscenza”.

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