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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Cari ministri, scuole aperte sempre"

BRINDISI – Scuole già chiuse e tempo di esami, ma non si ferma il movimento degli studenti che dopo l’attentato del 19 maggio ha assunto di fatto la direzione della reazione civile a questo attacco alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, diventata bersaglio di vendette personali che sia nella fase della premeditazione che dell’esecuzione non hanno attribuito alcun valore alla vita delle ragazze che stavano per cominciare un’ordinaria giornata di lezioni. Terrorismo, mafia, altri oscuri moventi come poi in effetti si va palesando la natura di questo drammatico episodio, per il movimento cambia poco. Lo spiegano gli studenti della provincia di Brindisi in una lettera al ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, e al ministro con delega alle Politiche Giovanili, Andrea Riccardi.

BRINDISI – Scuole già chiuse e tempo di esami, ma non si ferma il movimento degli studenti che dopo l’attentato del 19 maggio ha assunto di fatto la direzione della reazione civile a questo attacco alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, diventata bersaglio di vendette personali che sia nella fase della premeditazione che dell’esecuzione non hanno attribuito alcun valore alla vita delle ragazze che stavano per cominciare un’ordinaria giornata di lezioni. Terrorismo, mafia, altri oscuri moventi come poi in effetti si va palesando la natura di questo drammatico episodio, per il movimento cambia poco. Lo spiegano gli studenti della provincia di Brindisi in una lettera al ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, e al ministro con delega alle Politiche Giovanili, Andrea Riccardi.

Martina Carpani, presidente della Consulta della Provincia di  Brindisi, spiega che la lettera “è un appello per non dimenticarsi di noi e di quanto accaduto a Melissa, nonostante l'estate vogliamo continuare a discutere ed a riflettere su quanto accaduto e su come concretizzare le parole che nelle ultime settimane abbiamo pronunciato a partire dalla manifestazione ‘Io non ho paura’. Vogliamo portare nelle scuole e nelle città le nostre idee per costruire percorsi di legalità a partire da un nuovo modo di partecipare ed essere cittadini.”

Ma per fare ciò e poter esprimere tutto il proprio potenziale di coscienza civile e di rinnovamento, gli studenti hanno bisogno di strumenti e sostegno. “E’ necessario pensare ad un rinnovamento della scuola e del territorio che parta dalla partecipazione di tutti. Noi vogliamo fare la nostra parte - dice Francesca Rossi, coordinatrice dell'Unione degli Studenti Brindisi -. Ed è fondamentale che questo percorso nasca da noi studenti, ci coinvolga. La scuola deve essere riqualificata come presidio di legalità. Tutto questo, ovviamente, parte da una idea di scuola in cui si discute, si forma la coscienza critica, si insegna la partecipazione, di una scuola che sentiamo a nostra misura”.

Gabriele Gazzaneo, vice presidente della Consulta degli Studenti, entra maggiormente nel merito: “Abbiamo bisogno, quindi, che siano ristrutturati i fondi del Dpr 567 alle scuole per promuovere dal basso progetti di legalità e cittadinanza, per tenere le scuole aperte ed allontanare i giovani dalla criminalità. Necessitiamo di un nuovo modo di intendere la progettazione giovanile e di nuovi spazi di espressione in cui incontrarsi, fare dibattiti, essere punto di riferimento per il territorio”. Scuole sempre aperte, dunque, per svolgere appieno la loro funzione costituzionale e offrire al Paese slancio, cultura, energie fresche. Tutto ciò parte da Brindisi, per non dimenticare Melissa e quanto accaduto.

Roberto Campanelli, membro dell'esecutivo nazionale dell'UdS, spiega a sua volta quale sia la portata nazionale di tale iniziativa, considerando che le politiche per la scuola marciano in direzione opposta: “La lettera degli studenti di Brindisi, arriva proprio a pochi giorni dalla presentazione in Parlamento del nuovo disegno di legge sulla scuola. Esso, però, va nella direzione opposta rispetto alla richiesta di partecipazione espressa dai ragazzi. Si ledono i diritti di assemblea e rappresentanza delegandoli ai singoli Consigli dell'Autonomia – il corrispettivo del consiglio di istituto - comprendendo però i privati. Bisognerebbe capire quanto la scuola sia centrale per l'educazione alla partecipazione sociale ed alla cittadinanza.”

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La lettera

“Egregi Ministri, riteniamo necessario scrivervi per mettervi al corrente di quanto si sta discutendo in queste ore tra gli studenti di Brindisi. Abbiamo voluto rispondere alle bombe con l'unità, con una nuova presa di coscienza collettiva, inedita nella nostra provincia. Abbiamo cominciato a discutere ed associarci più di prima, sentendo fortemente la necessità di un nuovo protagonismo studentesco finalizzato al cambiamento culturale ed alla riqualificazione della scuola e del nostro territorio. Abbiamo cominciato una campagna culturale forte a favore della legalità promossa dal basso, della democrazia e della partecipazione.

Riteniamo che per combattere la violenza e l'individualismo che in questo momento storico e sociale attanagliano la società, non si può far altro che far partire dalle scuole un processo di cittadinanza che si apra alle città, sviluppando le coscienza critiche per renderci in grado di comprendere, partecipare e scegliere. Per farlo necessitiamo di nuovi strumenti che ci permettano di vivere la scuola in modo diverso. Nelle pagine dell' “instant book” scritto poche ore dopo la tragedia, infatti, emerge nella maggior parte dei messaggi la contrapposizione tra la negatività rappresentata dalle bombe e la positività della "solita giornata di scuola noiosa".

Ora che ci siamo resi conto che nulla deve essere dato per scontato, nemmeno l'andare a scuola, non possiamo più accettare che la scuola sia espressione di noia e non di vitalità, perché è con essa che vogliamo rispondere a questo attacco. Abbiamo rinnovato un senso di appartenenza alla scuola forse mai provato prima, tale che non possiamo più assistere con indifferenza agli incontri promossi nelle nostre scuole dall'alto, non possiamo più accettare di vivere con distacco e da esterni i momenti assembleari e di scelta, non possiamo più ascoltare le lezioni senza che nulla ci rimanga, ma vogliamo riempire i nostri spazi con le nostre idee e la nostra voglia di fare. Siamo pronti alla responsabilità della cittadinanza, di costruire ed essere società, vivere attivamente il presente a cominciare dalle scuole.

Riteniamo necessario quindi avere maggiori strumenti per sentire la scuola a nostra misura, poter collaborare con i docenti alla scrittura del Pof in commissioni paritetiche, rifinanziare e potenziare il DPR 567 per poter presentare progetti sulla legalità e sulla cittadinanza, tenere le scuole aperte, far sì che siano punto di riferimento per allontanare i giovani dalle strade e dalla criminalità. Infatti aprire le scuole in orari extrascolastici e aprire i già finanziati centri contro la dispersione scolastica, come abbiamo sperimentato la domenica dopo l'attentato, significa pensare una scuola che non sia più intesa come luogo obbligato per lo studio mattutino, ma uno spazio vissuto realmente dagli studenti, con la possibilità di esprimersi, aggregarsi, promuovere incontri, creare spazi sani di partecipazione e dibattito, presidi di legalità nelle zone più a rischio.

Occorre pensare ad un nuovo modo di fare progettazione per i giovani, dare loro la possibilità di proporre idee e progetti per il miglioramento del territorio da protagonisti, ripensare nuovi spazi di aggregazione e punti di riferimento del tutto assenti nel nostro territorio. Creare, riflettere, studiare, crescere insieme, esprimersi attraverso le proprie passioni, soprattutto se in spazi confiscati alla mafia, è un modo sano di vivere la democrazia e la partecipazione nella pratica, di essere educati a questi valori per il nostro presente ed il nostro futuro di cittadini e classe dirigente consapevole.

Vogliamo poter partecipare al processo di miglioramento e rinnovamento di scuole e città, con un percorso che ci collega alla società civile, punta ad una ristrutturazione del tessuto sociale, ci insegna che ognuno di noi deve fare la sua parte ed essere portatore di valori nel quotidiano per far si che non accada mai più, che si cresca lontano da fenomeni criminali. Noi vogliamo fare la nostra parte,ecco perché quest'estate continueremo a discutere, incontrarci, creare e costruire. Questa lettera, per come l'abbiamo intesa, manifesta la nostra volontà di ristrutturazione di una scuola e di un territorio che amiamo, tuttavia siamo certi che il nostro processo di consapevolezza possa investire anche il paese intero.

Attendiamo le vostre risposte pratiche, sperando di potervi rivedere presto a Brindisi e di non essere dimenticati. Distinti saluti, I rappresentanti delle scuole della Provincia di Brindisi, la Consulta Provinciale degli Studenti di Brindisi”.

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