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Un successo la giornata di studi ciceroniani organizzata dal liceo Marzolla

Si è svolto mercoledì il convegno promosso ed organizzato dal Liceo Classico Benedetto Marzolla di Brindisi in collaborazione  con il Centro Studi umanistici “Marco Tullio Cicerone”

BRINDISI - La costruzione di un evento culturale, che si proponga anche di  spessore, non è mai facile, comporta  sforzi,  impegno , determinazione e tanto lavoro di squadra , soprattutto se si tratta di un esordio.   La sfida “Brindisi, Portus Apertus”-Giornata di studi ciceroniani, convegno promosso ed organizzato dal Liceo Classico Benedetto Marzolla di Brindisi in collaborazione  con il Centro Studi umanistici “Marco Tullio Cicerone” di Arpino, città natale del famoso oratore latino,  con il patrocinio del comune di Brindisi e dell’Ufficio Scolastico Regionale della Puglia ed in collaborazione in loco  con Federalberghi e l’Ipsaooe Pertini ,  che ha avuto luogo ieri 6 dicembre presso la Sala dell’Università di Palazzo Granafei Nervegna è stata superata con successo e con notevole apprezzamento.  

Cicerone 1-2

Si voleva realizzare una kermesse di alto profilo e ampio respiro, in  grado di suscitare interesse, che significasse non un esperimento isolato ma una prima forma sinergica di rilancio della potenzialità culturali e civiche, della scuola  nella sua specificità e della città.  Grazie alla passione condivisa tra tutte le componenti del Marzolla, fatta propria dal team operativo (Dirigente Carmen Taurino, proff. Toraldo, Fedele , Franco – funzioni strumentali che hanno intrecciato competenze, abilità e dedizione per la riuscita del progetto e i proff. Consiglio, del Prete, Monteverdi e Paladino che hanno guidato le classi in lavori di  fine approfondimento tematico) quel successo è cosa concreta.

Sarà stato per il taglio coinvolgente, non cattedratico, delle singole relazioni e dell’intera giornata, o l’idea  di fondere passato e presente in una doppia valenza tematica, incentrando proprio su Brindisi  un filo conduttore fatto di amicizia e di accoglienza , ovvero, di pace. “Urbs una mihi amicissima” la definisce Cicerone in una nota orazione, la Pro Plancio i cui caratteri ha sottolineato la Dirigente Prof.ssa Carmen Taurino nel suo intervento, un luogo più che amico, si direbbe, familiare, sicuro, un porto aperto ad accogliere fisicamente e sentimentalmente.

Quale contesto migliore, dato il ruolo di “porta” che Brindisi ha fatto proprio nella storia, fino alle grandi emergenze del presente,  per la celebrazione di una amicizia, valore marcatamente ciceroniano, del resto, fatta di lealtà, affetto, abnegazione, sincerità , messa alla prova nel corso della vita, come quella  legava  Cicerone al  brindisino Lenio Flacco? Nelle epistole, ai familiari e ad Attico, l’arpinate rinnova la sua riconoscenza per chi lo accoglie esule e protegge, correndo pericolo anche di vita, nel 58 aC  e lo riabbraccia un anno dopo, esattamente il 5 agosto del 57, al suo rientro  dalla Grecia finalmente libero .

L’abbraccio che suggella concretamente il profondo legame umano tra i due, da Cicerone è esteso all’intera città e, in questa progettazione, è gesto che accomuna Brindisi ad Arpino, unite  anche per tutte le iniziative future in merito nel nome di Cicerone. Questo è stato ribadito dal capo della delegazione laziale, prof. Enrico Quadrini, accompagnato dalla dott.ssa Franca Sacchetti , assessore alla cultura e dall’ass. Valentina Polsinelli, la volontà di procedere in sinergia per coltivare il senso più profondo della lezione ciceroniana.

Cicerone 2-2-2

Preceduta dal convegno di studi dello scorso anno ad Arpino, questa giornata di studi, tuttavia,ha  rappresentato essa stessa un viaggio, IMG-20171206-WA0003-2alla scoperta di risvolti meno usuali del personaggio , del l’intellettuale, del politco e dell’uomo Cicerone, per comprenderlo oltre se stesso, come puntualizzato nell’introduzione tematica della prof.ssa Franco , oltre il tutto detto e svelato.

Nell’articolazione dei lavori, il prof. Giancarlo Mazzoli – università di Pavia (Il circolo virtuoso. Scipione Emiliano e i suoi amici nell’immagine di Cicerone) ,ha sviluppato, attraverso l’iconografia ciceroniana del circolo degli Scipioni, ciò che Cicerone credeva della cultura, che , cioè, dovesse essere base per il negotium e mettere in grado di agire , anche in prima persona, per il bene dello Stato, mentre  Andrea Balbo-università di Torino (Il ritmo più oscuro. Alla ricerca di Cicerone nella letteratura italiana del Novecento) ha dipanato una fitta rete di citazioni e corrispondenze , nonché riferimenti/giudizi su Cicerone nella letteratura del Novecento, da Pirandello a Malerba, in Ungaretti, Montale, Anedda, Manfredi , un lavoro estremamente accattivante per studenti e docenti.

Dal canto suo Francesca Boldrer – università di Macerata (Una lettera di Cicerone a Trebonio: umorismo, oratoria e humanitas) ha letto tra le righe di una epistola a Trebonio in cui Cicerone , con fine umorismo e garbata ironia, parla di  Licinio Calvo, con un lessico segnato fortemente da contraddizioni o antitesi. L’uomo tra cosmo e civitas  proposto dal  prof. Vincenzo Paladino, del Liceo Marzolla ha puntato l’attenzione sulla dimensione filosofica di Cicerone  quale impegno per agire nel contesto civile per migliorarlo.

Un pubblico fortemente interessato e folto, che raccoglieva studenti, delegazioni da diversi licei di Brindisi (fermi-Monticelli, Palumbo) e provincia (Pepe- Calamo di Ostuni, Lilla e Ribezzo di Francavilla,) nonché dal Palmieri di Lecce, ex docenti, studiosi ed ex alunni del Marzolla, rappresentanti delle istituzioni, dell’Usp, ha animato la tavola rotonda, seguita dal buffet preparato dall’Ipsae Pertini di Brindisi.   Alla ribalta poi gli studenti del Classico che hanno proposto, con grande serietà , gli approfondimenti tematici realizzati  in gruppo o individuali, un viaggio nel viaggio, con  immersioni negli aspetti più diversi dell’opera ciceroniana, dal Lelius de amicitia alle epistole dell’esilio, alla mnemotecnica dei loci, al rapporto tra filosofia e politica. Dibattito a tutto campo, sentito profondamente e dinamicamente articolato per confermare che Cicerone  plasma anche la nostra modernità.

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