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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Telenovela Borsci: D’Addario verso nuova proposta di concordato

TARANTO - Elisir di lunga vita. E di controversie infinite. La vicenda “Borsci” starebbe per vivere un nuovo capitolo legato all’operazione salvataggio avviata nella primavera del 2010 dal Gruppo Casale di Ostuni. Naufragata la prima proposta di concordato (presentata appunto dall’imprenditore ostunese Raffaele Casale, ammessa dal Tribunale ma rigettata dall’assemblea dei creditori), i giochi si potrebbero riaprire a breve. Voci sempre più insistenti vorrebbero infatti l’imprenditore tarantino Enzo D’Addario prossimo a depositare in Tribunale una nuova proposta di concordato, a quanto si dice leggermente migliorativa rispetto a quella a suo tempo firmata dalla famiglia Casale (un’offerta da 5 milioni e 200 mila euro, che comunque vadano a finire le cose ha consentito al sodalizio societario guidato dall’imprenditore ostunese di assumere in questi mesi la guida dello stabilimento e di riavviare, salvaguardando i 26 posti di lavoro, la produzione e la commercializzazione dello storico marchio). I tempi non si prevedono comunque brevissimi. Tutt’altro.

TARANTO - Elisir di lunga vita. E di controversie infinite. La vicenda “Borsci” starebbe per vivere un nuovo capitolo legato all’operazione salvataggio avviata nella primavera del 2010 dal Gruppo Casale di Ostuni. Naufragata la prima proposta di concordato (presentata appunto dall’imprenditore ostunese Raffaele Casale, ammessa dal Tribunale ma rigettata dall’assemblea dei creditori), i giochi si potrebbero riaprire a breve. Voci sempre più insistenti vorrebbero infatti l’imprenditore tarantino Enzo D’Addario prossimo a depositare in Tribunale una nuova proposta di concordato, a quanto si dice leggermente migliorativa rispetto a quella a suo tempo firmata dalla famiglia Casale (un’offerta da 5 milioni e 200 mila euro, che comunque vadano a finire le cose ha consentito al sodalizio societario guidato dall’imprenditore ostunese di assumere in questi mesi la guida dello stabilimento e di riavviare, salvaguardando i 26 posti di lavoro, la produzione e la commercializzazione dello storico marchio). I tempi non si prevedono comunque brevissimi. Tutt’altro.

Stando alle previsioni l’assemblea dei creditori potrebbe essere chiamata ad esprimersi sull’eventuale nuova proposta entro la fine dell’anno. Va da sé che anche qualora i creditori dovessero accettare il nuovo concordato, l’impresa ostunese, qualora lo ritenesse congruo, potrebbe comunque esercitare, alle medesime condizioni, un diritto di prelazione. Di incognite ne restano tante, dunque, alla vigilia dell’entrata in scena ufficiale da parte del patron del Taranto Calcio.

L’intesa raggiunta nel maggio scorso tra Raffale Casale (presidente Telcom) e Egidio Borsci (liquidatore della Ilbi) puntava a garantire la copertura totale dei crediti privilegiati (come quello di Equitalia che vanta somme per circa 700mila euro) ed un rimborso del 10% per gli altri. Lo stesso Casale si era impegnato peraltro con le parti sociali a non delocalizzare l’attività di produzione.

Saltato il primo concordato, di concreto in tutta la vicenda Borsci resta l’impegno assunto dalla famiglia Casale, che ad oggi ha investito alcune centinaia di migliaia di euro nel rilancio della fabbrica, rimettendo in moto gli impianti e la rete commerciale,  sulla scorta del contratto d’affitto siglato nella scorsa primavera e in scadenza a dicembre 2011, salvo ulteriori proroghe nel caso la situazione restasse a lungo impantanata.

Capitolo chiuso, invece, le voci che per mesi hanno aleggiato sul “borsino” della Borsci, incidendo probabilmente anche  sul voto finale espresso dai creditori: dalla presunta offerta da sei milioni di euro (sostanzialmente il doppio di quella già avanzata nel novembre del 2009) da parte del Gruppo Togni, all’interessamento da parte della distilleria calabrese “Caffo”. Quest’ultima, produttrice del “Vecchio amaro del Capo”, per mezzo di un comunicato stampa si era dichiarata, alla vigilia dell’assemblea dei creditori, interessata a rilevare l’azienda tarantina  e pronta a una eventuale trattativa. Impegni rimasti lettera morta. Tutto questo mentre l’elisir, sulla spinta del gruppo ostunese, è tornato a volare, tornando a fare capolino nelle enoteche di tutta Italia.

A questo punto, per scongiurare il fallimento, resta in piedi una sola possibilità: che il Gruppo D’Addario si faccia sotto, ufficialmente, con una nuova proposta di concordato. Sull’esercizio dell’eventuale diritto di prelazione la famiglia Casale non si sbilancia. Ma una cosa trapela dal quartier generale della Telcom: non ci sarà una nuova proposta di concordato a firma del  Gruppo ostunese.

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