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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Bancarotta Brindisi Calcio. "Salucci sparì e non lo abbiamo più rivisto"

BRINDISI – Mario Salucci, ex patron, e Luciano Morosi, ex presidente del Brindisi Calcio Srl, sul banco degli imputati per la bancarotta che nel 2004 portò al fallimento e alla radiazione della squadra che militava nel campionato di C2. I due imputati non sono comparsi in aula. Salucci, difeso dall’avvocato Pietro Balestra, è praticamente irreperibile. La precedente udienza saltò perché non era stato possibile notificargli la citazione, questa volta è stata notificata ad un avvocato di Cosenza. Morosi, difeso da Simona Attolini, invece arriverà quando deciderà di far sentire le sue ragioni. Parte civile si è costituito il curatore fallimentare Davide Frigione assistito dall’avvocato Carlo Carriere.

BRINDISI – Mario Salucci, ex patron, e Luciano Morosi, ex presidente del Brindisi Calcio Srl, sul banco degli imputati per la bancarotta che nel 2004 portò al fallimento e alla radiazione della squadra che militava nel campionato di C2. I due imputati non sono comparsi in aula. Salucci, difeso dall’avvocato Pietro Balestra, è praticamente irreperibile. La precedente udienza saltò perché non era stato possibile notificargli la citazione, questa volta è stata notificata ad un avvocato di Cosenza. Morosi, difeso da Simona Attolini, invece arriverà quando deciderà di far sentire le sue ragioni. Parte civile si è costituito il curatore fallimentare Davide Frigione assistito dall’avvocato Carlo Carriere.

Era il 2004 quando il Brindisi Calcio fallì perché nessuno fu in grado di pagare il milione e trecentomila euro di debiti accumulati. L’udienza è stata interamente assorbita dall’interrogatorio di Alessandro Caiulo, avvocato, componente del consiglio di amministrazione della squadra che Salucci, imprenditore di Prato sbarcato a Brindisi per movimentare i container con la società Bt, composta dalla Malta Freeport e dalla Papalini, la sua azienda. Caiulo ha ripercorso quanto avvenne in quei mesi; la rottura tra Salucci e Morosi che era il suo  braccio destro; la nomina di Umberto Novembre a presidente della squadra, che si sobbarcò anche il pagamento del pullman per le trasferte, dei contributi economici da parte di Mino Francioso che era il capitano della squadra.

Salucci approdò a Brindisi nel 2000 quando era sindaco Giovanni Antonino che tre anni dopo farà arrestare, accusandolo di avergli estorto mazzette per poter lavorare a Brindisi. Per quelle mazzette Antonino patteggiò la pena di tre anni e mezzo di carcere. Salucci rilevò la squadra  che militava in Interregionale e la portò in C2, l’attuale Seconda divisione, sfiorando per ben due anni la promozione in C1. Poi il crollo. “Salucci non si fece più vedere a Brindisi – ha detto Caiulo  rispondendo alle domande del pubblico ministero Raffaele Casto del difensore di Morosi, Simona Attolini -. Stava fuori, forse a Roma, dove viveva sotto scorta perché aveva iniziato a collaborare con i giudici”.

La rottura con Morosi avvenne perché scoprì che faceva sparire i soldi. Morosi diceva di avere un credito nei confronti del Brindisi e intascava i soldi dei biglietti invece di versarli in banca. Questo stando alla testimonianza di Caiulo. Il Brindisi fallì nel 2004. Fu aperta un’inchiesta per bancarotta. Questa è stata la seconda udienza. La prima non si potè tenere perché non era stato possibile notificare la citazione a Mario Salucci la citazione in quanto irreperibile. Per questa udienza è stata notificata presso un avvocato di Potenza. L’udienza è stata aggiornata al 22 settembre per l’ascolto di altri testi.

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