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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Holon spadroneggia al PalaPentassuglia: umiliante disfatta per la Happy Casa

Debacle (61-88) per la squadra di coach Vitucci nella gara d'esordio della Champions League. Dominio totale degli israeliani fin dalle prime battute

BRINDISI – La Happy Casa Brindisi non è mai scesa in campo. Al PalaPentassuglia, la squadra di coach Vitucci ha rimediato una umiliante disfatta (61-88) contro gli israeliani dell’Hapoel Holon, nella gara d’esordio della Champions League. Va detto che il team allenato da Buscaglia, trascinato da una vecchia conoscenza del campionato italiano del calibro di Ragland, ha ben altro spessore tecnico rispetto alla New Basket, ma non era preventivabile un ko di tale portata. 

Fin dalle prime battute l’Hapoel ha preso il sopravvento su una Happy Casa del tutto spaesata, imponendo il suo totale dominio. Basti pensare che nei primi 10 minuti Brindisi ha siglato la miseria di 9 punti, mentre gli avversari ne hanno realizzati 20 di più. Gli israeliani hanno giocato a una velocità tripla rispetto alla New Basket. Aggressivi in difesa, gli uomini di Buscaglia hanno annullato i due Perkins, travolgendo la New Basket con le folate orchestrate da Ragland. Brindisi è stata inefficace al tiro, molle in difesa, del tutto inconsistente in attacco. Alla fine del primo tempo, il distacco è aumentato a 27 lunghezze. Nel terzo e nell’ultimo parziale l’emorragia è inesorabilmente proseguita fino a toccare il massimo svantaggio di 37 lunghezze, con un Vitucci che, impotente, non sapeva più che pesci prendere per limitare le proporzioni della debaclé. 

Il presidente Marino: "Mi scuso con i tifosi"

La Happy Casa, insomma, è incappata in una delle serate più nere degli ultimi anni. Inutile andare a cercare responsabilità individuali, poiché tutti sono andati ben al di sotto della sufficienza. Come sorta di “risarcimento” per i tifosi (anche oggi capienza ridotta al 35 percento al PalaPentassuglia, nel rispetto delle norme anti Covid) che hanno dovuto assistere a un tale supplizio, la società garantirà l’accesso gratuito agli stessi, in occasione della prossima partita casalina di Champions in programma lunedì 18 ottobre (ore 20:30) contro i rumeni del Cluj Napoca, che si sono imposti sui turchi del Darussafaka (66-60) nell’altra gara del gruppo G. 

Da domani l’imperativo sarà quello di voltare pagina in vista della trasferta di campionato in programma sabato prossimo (ore 20) in casa del Betram Derthona Tortona, valevole per la terza giornata. La speranza è quella di recuperare Wes Clark, anche oggi costretto a seguire i suoi dalla panchina.

Primo quarto

Happy Casa Brindisi parte con Adrian, Josh Perkins, Visconti, Gaspardo, Nick Perkins. La gara parte all’insegna dei tiri dalla lunga distanza. Gli israeliani sono più precisi della New Basket e al 6’ si ritagliano un margine di 9 punti (7-16). Happy Casa non riesce a costruire tiri degni di nota. Hapoel invece, tripla su tripla, martella senza pietà, volando sul + 14 (7-21 all’8’). Completamente ingessata in attacco, Brindisi è molle in difesa. Il distacco aumenta inesorabilmente: -17 al 9’ (7-24). Alla fine di un quarto da dimenticare, la New Basket è sotto di 20 (9-29). 

Happy Casa - Hapoel Holon: foto di Vito Massagli

Secondo quarto

In avvio di secondo quarto, la Happy Casa tenta, timidamente, di rosicchiare qualche punto. Ma al 14’ il gap si allunga a - 22 (13-35). Hapoel controlla la gara a suo piacimento. A rimbalzo il dominio degli israeliani è totale. Ragland, implacabile, realizza al 17’ la tripla del + 24 (17-41). Completamente imbrigliata dalla tenace difesa dell’Holon, la Happy Casa è imprecisa anche dalla lunetta. Alla fine del primo tempo, la Happy Casa è staccata di ben 27 lunghezze (22-49). 

Secondo tempo

Dopo l’intervallo lungo, Hapoel torna in campo con lo stesso piglio del primo tempo. Al 22’. Il gap supera quota 30 (22-53). L’emorragia è inarrestabile per la New Basket, sotto di 36 al 24’ (26--52). Alla fine del parziale, Brindisi tampona parzialmente, chiudendo a 31 punti di distanza (39-70). Nell’ultimo periodo, la gara si è trascinata stancamente verso la fine. 

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