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Giovedì, 25 Aprile 2024
Basket

Happy Casa? No, solo “Happy Holidays” per una squadra in vacanza contro Vuelle Pesaro

L’analisi della brutta sconfitta rimediata ieri dalla Happy Casa nella settima giornata del campionato di Serie A

BRINDISI - Senza anima, senza cuore e senza testa. Happy Casa Brindisi si è presentata così in campo contro Vuelle Pesaro, in una partita che avrebbe dovuto segnare una svolta decisiva per il campionato, ma che la squadra ha voluto invece prolungare di 40 minuti la sua vacanza, già prevista e amorevolmente concessa per troppi giorni, in coincidenza con la sosta del campionato, rimediando una clamorosa sconfitta. 

Atteggiamento da turisti

C’è stato un approccio alla partita da autentici vacanzieri in permesso speciale, ma che neppure una prolungata vacanza potrebbe giustificare, perché così inconcludente ed indisponente (anche se c’è da precisare che non tutti i giocatori hanno usufruito di 9 giorni di vacanza perché alcuni sono rientrati anche prima alla spicciolata). Una prestazione tanto imbarazzante, quella disputata contro VL Pesaro, quanto assolutamente imprevedibile perché nelle precedenti partite interne, vinte contro Napoli, Brescia e Tortona, la squadra si era fatta ben apprezzare, riconquistando i favori del pubblico del PalaPentassuglia e facendo sperare in un campionato d’alta classifica, in cui proprio la partita disputata contro la squadra di coach Repesa avrebbe dovuto segnare la svolta determinante. Il pesante risultato finale di 74-102 dovrebbe dire tutto di questa partita, ma l’imbarazzante prestazione di Happy Casa, se possibile, va anche oltre l’umiliante punteggio conseguito, perché la squadra di coach Vitucci è sembrata non essere entrata mai in campo. Per capire che Happy Casa era con la testa e le gambe ancora in vacanza e che la partita non avrebbe avuto storia, basterà ricordare il significativo inizio di partita con il 16 a 0 rifilato da VL Pesaro, aver dovuto attendere circa 6 minuti prima che Andrea Mezzanotte realizzasse il primo canestro, quello del 3 a 16, e considerare le 19 palle banalmente perse dai giocatori brindisini.

Happy Casa Brindisi - Pesaro

Flop collettivo e imbarazzo per i singoli

Dal fallimento collettivo non c’è nessuno che possa definirsi esente da responsabilità e risulta difficile, se non proprio impossibile, stabilire la graduatoria dei peggiori in campo, a cominciare dallo staff tecnico e per finire ai singoli giocatori. Non si è salvato proprio nessuno ad iniziare dal play Ky Bowman, fra i giocatori più fischiati dal pubblico, con i suoi 11 punti a partita già conclusa, l’ex Nba è apparso un dilettante impacciato e spaesato, non certo il leader che tutti si aspettavano considerate le sue credenziali, per passare a Marcquise Reed, con i suoi 0 punti in 17 minuti di presenza in campo, a Nick Perkins con le continue assenze ingiustificate e le sue amnesie sotto canestro ed i suoi eccessi, per citare i giocatori più significativi. Nel corso della partita coach Vitucci si è limitato a proporre una girandola di rotazioni, così come aveva previsto, avendo avuto a disposizione tempo e tutti i componenti del roster per preparare al meglio la decisiva partita contro VL Pesaro, la prima di una pesante programmazione fra campionato (i due prossimi impegni saranno Bologna e Venezia!) e le due gare infrasettimanali di Fiba Europe Cup, altrettante decisive per continuare la corsa in Europa. Mai, però, una svolta tattica decisiva, un tentativo di allungare una difesa aggressiva, di provare a disporre una difesa “a zona” come l’andamento della partita avrebbe richiesto, per meglio proteggere la difesa sotto attacco continuo generato dal gioco “a due” dei pesaresi (come reclamato anche dal presidente Marino), di limitare i danni che VL Pesaro ha provocato per tutta la partita mettendo in pratica giochi di pick&roll conclusi ripetutamente a canestro con estrema facilità e senza alcuna opposizione del reparto brindisino, come meglio specifica il 70% di realizzazioni da 2 punti conclusi da VL Pesaro.

Il j’accuse del presidente Marino e le sue colpe

Al termine della partita malamente persa contro Pesaro il presidente Nado Marino, intervistato da Lilly Mazzone ai microfoni di Ciccio Riccio, ha sfogato tutta la sua giusta delusione per il modo in cui è maturata la cocente sconfitta subita contro la formazione di coach Repesa. Con quel “forse è colpa mia che ho autorizzato 9 giorni di vacanza dopo la vittoria con Tortona” ed ancora “subìto sempre il solito pick&roll e mai fatta una difesa a zona" il presidente Nando Marino ha voluto lanciare un chiaro segnale che allo stato non si capisce dove potrà portare, perché ha chiaramente voluto mettere in discussione anche l’operato di coach Vitucci, per aver passivamente gestito la tremenda batosta contro VL Pesaro. Non si è visto un cambiamento di marcia nella partita e neppure il tentativo di schierare la squadra “a zona” e proporre una soluzione tattica adeguata? Ma, come il presidente ben sa, c’è chi da tempo invoca almeno di provare nel corso di una partita, una alternativa di gioco valida agli usuali schemi di squadra, che potrebbe essere quella di adottare lo schieramento “a zona” con tutte le sue variabili ed adeguamenti, giusto nella città del basket famosa per la “zona L”, inventata da coach Elio Pentassuglia e proseguita nel tempo da coach Lillo Primaverili con tutte le modifiche possibili, su cui è stata costruita la storia della pallacanestro brindisina. 

Eccesso di rispetto dei ruoli

Ma se di colpe si deve parlare allora il presidente Marino va accusato per avere troppo amore per la squadra e soprattutto per un eccessivo senso di rispetto dei ruoli perché con la sua esemplare competenza, non solo di basket, ma soprattutto imprenditoriale, di conduzione aziendale e di vita, avrebbe dovuto intervenire con più autorevolezza sulla proposta del suo staff, decidendo di imporre un limitato periodo vacanziero. Avrebbe soprattutto dovuto considerare che la sua “azienda-basket” aveva difronte una partita determinante per dare una decisiva svolta al campionato, posta poi difronte ad un ciclo di impegni fra campionato e Fiba Europe Cup determinanti per supportare gli obbiettivi stabiliti da società, sponsor e desiderati dai tifosi, ed imporre una decisione più razionale allo staff tecnico ed ai giocatori.

“Fort Pentassuglia” crollato sotto i fischi della tifoseria delusa

La squadra era riuscita a ricreare un nuovo e più forte feeling con la tifoseria che le tre vittorie interne consecutive contro Napoli, Brescia e Tortona avevano contribuito a stabilire un rapporto forte che lasciava intravedere chiari segni che il “tifo vero”, quello famoso del PalaPentassuglia, era ritornato ad essere determinante, così come conosciuto in tutto il mondo del basket per la sua forza, compattezza e competenza. Ma contro Vuelle Pesaro il feeling si è interrotto difronte ad un comportamento vergognoso della squadra e così i tifosi della “curva” hanno abbandonato la partita prima dell’ultimo quarto, seguiti dalla gran parte del pubblico che lentamente ha svuotato gli spalti del palasport. A fine partita il presidente Nando Marino ha lealmente chiesto scusa al pubblico brindisino ma ha aggiunto “credo che per primi dovrebbero farlo i giocatori” ma ci si aspetta che lo facciano con i fatti, sul campo. 

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