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Martedì, 23 Aprile 2024
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Brindisi, la lite può finire dal giudice

BRINDISI – La giornata cruciale per l’evoluzione, o l’involuzione delle vicende societarie della SSD Città di Brindisi è quella di domani. Le preoccupazioni non sono di natura sportiva, come tutti sanno, perché la squadra in campo fa il proprio dovere e in Basilicata ieri ha avuto sfortuna. Il distacco dalla vetta è però aumentato, per recuperare bisognerà vincere due o tre partite di fila, serve soprattutto serenità e certezza sul futuro anche della direzione della panchina. Ma i rumori che arrivano dall’esterno dello spogliatoio sono quelli tipici degli otturatori: entrambe le parti hanno virtualmente inserito il colpo in canna, perché domani martedì 15 novembre è il giorno in cui i due soci ribelli Giuseppe Roma e Guido Sernicola, assieme ai nuovi Annino De Finis, Roberto Galluzzo e Mario Spinelli, ai quali i primi due hanno ceduto parte del pacchetto di quote controllato, hanno convocato la famosa assemblea per sancire da un lato i nuovi assetti del sodalizio calcistico, dall’altro la sfiducia al presidente Roberto Quarta.

BRINDISI – La giornata cruciale per l’evoluzione, o l’involuzione delle vicende societarie della SSD Città di Brindisi è quella di domani. Le preoccupazioni non sono di natura sportiva, come tutti sanno, perché la squadra in campo fa il proprio dovere e in Basilicata ieri ha avuto sfortuna. Il distacco dalla vetta è però aumentato, per recuperare bisognerà vincere due o tre partite di fila, serve soprattutto serenità e certezza sul futuro anche della direzione della panchina. Ma i rumori che arrivano dall’esterno dello spogliatoio sono quelli  tipici degli otturatori: entrambe le parti hanno virtualmente inserito il colpo in canna, perché domani martedì 15 novembre è il giorno in cui i due soci ribelli Giuseppe Roma e Guido Sernicola, assieme ai nuovi Annino De Finis, Roberto Galluzzo e Mario Spinelli, ai quali i primi due hanno ceduto parte del pacchetto di quote controllato, hanno convocato la famosa assemblea per sancire da un lato i nuovi assetti  del sodalizio calcistico, dall’altro la sfiducia al presidente Roberto Quarta.

Come risponderà Quarta? Probabilmente con strumenti che sino a questo momento si è cercato di evitare – come consigliato dal legale del presidente, Pasquale Saponaro - per non inasprire lo scontro con le conseguenze immaginabili anche sul piano sportivo, vale a dire il ricorso al giudice competente. L’interpretazione che Roberto Quarta dà dell’operazione De Finis è già nota ma va riepilogata, perché è alla base anche dei possibili accadimenti di domani: per Quarta, il trasferimento di quote da Sernicola e da R.A. Costruzioni (Roma) al trio De Finis, Galluzzo, Spinelli è avvenuto in violazione dell’atto costitutivo della società, che prevede il diritto di prelazione interno e quindi anche l’obbligo del socio cedente a comunicare preventivamente e formalmente la propria intenzione. Ciò non sarebbe avvenuto, e quindi Roberto Quarta non ha avuto la possibilità di esercitare tale diritto. Ergo, i nuovi soci non sono tali – sostiene il presidente in carica – e di conseguenza l’assemblea di martedì 15 novembre sarebbe illegittima e priva di qualsiasi potere decisionale.

Dunque, se Roma, Sernicola – che in verità da qualche tempo appare più propenso a cercare una soluzione non di rottura e comunque la strada della pacificazione interna – De Finis, Galluzzo e Spinelli domani dovessero andare avanti, la faccenda potrebbe finire in tribunale, cosa che sino a questo momento è stata evitata. Quarta, da quanto si è saputo sino ad ora, aveva lasciato aperta qualche strada, compresa quella della propria disponibilità a cedere il 10 per cento delle quote, ma non alla nuova compagine bensì ad una associazione pro-Brindisi, insomma a un gruppo di tifosi. Inoltre, il presidente che la nuova cordata vuole dimissionare è in cerca di partner che rilevino il Brindisi – anche attraverso il meccanismo dell’esercizio del diritto di prelazione di Quarta sulle quote di R.A. Costruzioni e Sernicola – anche interamente. Questa ipotesi non è di fantasia, dicono fonti non ufficiali, e per essere attivata necessita della conclusione della fase critica che ha epicentro nella giornata di martedì 15 novembre.

Se la tesi di Roberto Quarta è fondata, gli altri soci avrebbero le mani legate. E’ vero che R.A. Costruzioni – Giuseppe Roma potrebbe, dall’alto delle quote possedute prima della cessione, sfiduciare direttamente Quarta e mandarlo via, ma nel frattempo assieme a Sernicola ha comunicato le proprie dimissioni dagli organismi societari, atto che non è stato però ratificato. Perciò la domanda è: Roma e Sernicola possono tornare indietro sui propri passi? Forse sì, ma col vecchio consiglio che comprende anche Quarta. Dovrebbero però annullare la cessione delle quote agli altri tre attori di questa vicenda che le hanno rilevate. Insomma, faccenda molto ingarbugliata, e se non deve essere un magistrato a metterla in chiaro, la strada è solo quella del dialogo.

Quarta intanto sta comunque cercando di stringere con un gruppo che potrebbe rilevare la squadra. In tal caso, egli si farebbe da parte restando forse solo con un ruolo di rappresentanza e certamente marginale rispetto alla proprietà. Inutile dire, alla fine, che all’assemblea non ci andrà.

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