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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Calcio: salta il passaggio di proprietà, Tavecchio deciderà il futuro del Brindisi

Sarà il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, a decidere il destino della Ssd calcio Città di Brindisi (e di riflesso anche quello del Mesagne). Il Consiglio federale, riunitosi oggi, "ha deciso di conferire delega al presidente Tavecchio - si legge un comunicato federale - sulla individuazione del campionato da assegnare"

BRINDISI – Sarà il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, a decidere il destino della Ssd calcio Città di Brindisi (e di riflesso anche quello del Mesagne). Il Consiglio federale, riunitosi oggi, “ha deciso di conferire delega al presidente Tavecchio – si legge un comunicato federale – sulla individuazione del campionato da assegnare”. Vista l’esclusione dei biancazzurri dal torneo di Serie D a seguito del coinvolgimento diretto nello scandalo delle partite truccate, si tratterà di un campionato regionale.

Ma quale? L’Eccellenza, al quale ambisce legittimamente anche il Mesagne Calcio, che ha vinto i playoff del torneo di Promozione? La stessa Promozione? O, nella più malaugurata (e improbabile) delle ipotesi, uno fra la Prima e la Seconda Categoria. La decisione del Consiglio federale di lasciare la patata bollente nelle mani del massimo dirigente ha sorpreso gli addetti ai lavori.

Con ogni probabilità si tratta di una scelta dettata dalla situazione di caos assoluto che regna a Brindisi. Anche stamani si è consumata l’ennesima puntata di una telenovela senza fine che vede come protagonisti la società, l’associazione polisportiva PerBrindisi, il sindaco e la ditta Meleam. Entro le ore 10,30 (orario di inizio del Consiglio federale), società e PerBrindisi avrebbero dovuto formalizzare presso uno studio notarile il passaggio di quote dai soci del Brindisi (Domenico Solazzo, proprietario del 98 per cento di quote, e Stefano Casale, intestatario del restante 2 per cento) alla polisportiva. Alle 9, tutti, ad eccezione di Solazzo, hanno raggiunto palazzo Nervegna, per incontrare il sindaco Mimmo Consales.

Il confronto, a tratti dai toni accesi, è andato avanti per quasi un’ora. Alla fine del vertice, il primo cittadino ha rilasciato dichiarazioni all’insegna dell’ottimismo. A suo dire, infatti: l’accordo per il passaggio di proprietà era stato raggiunto, le parti erano pronte a ratificare l’impresa dal notaio, erano stati individuati alcuni imprenditori locali disposti a supportare il progetto, la Meleam (come confermato anche dal suo responsabile pugliese, Pasquale Bacco) aveva aperto uno spiraglio alla possibilità di una collaborazione.

Pochi istanti dopo le parole rassicuranti del primo cittadino, mentre i membri del direttivo della PerBrindisi e i collaboratori della società (fra cui il responsabile dimissionario dell’attuale gestione, Gilberto Niccoli) si trovavano all’interno di palazzo Nervegna, è arrivata la doccia fredda. Il socio di maggioranza Domenico Solazzo (tifoso nullatenente già noto alle forze dell’ordine che lo scorso luglio rilevò al costo dimbolico di un euro le quote da Vito Morisco, per traghettare il club verso una nuova proprietà), dopo essersi reso irreperibile per la giornata di sabato, si è messo in contatto telefonico con un rappresentante della PerBrindisi, chiedendo una cospicua somma di denaro (si parla di 3mila euro) a titolo di corrispettivo per oneri e spese affrontate negli ultimi due mesi.

Davanti a questo scoglio, si è arenata la trattativa. L’incontro con il notaio è saltato. Un responsabile della PerBrindisi, contattato in tarda mattinata da BrindisiReport, ha riferito che l’operazione era ormai tramontata. Visti i continui colpi di scena degli ultimi giorni, può ancora succedere di tutto.  Pare evidente, però, che non sussistano in alcun modo le basi per dar vita a un progetto credibile.

Perché se anche si fosse concretizzato il passaggio di quote, chi avrebbe messo i soldi per ripianare i quasi 300mila euro di debiti lasciati in eredità da Antonio Flora e affrontare i costi di gestione del campionato (Eccellenza o Promozione che sia). Per quale motivo il presidente Tavecchio dovrebbe “premiare” con l’Eccellenza una città che nelle ultime settimane (sempre per quel che riguarda le vicende calcistiche) ha dato una disarmante dimostrazione di immaturità? Ma soprattutto viene da chiedersi se valga la pena tenere ancora in vita questa derelitta società. Non sarebbe forse meglio ripartite da zero, anziché insistere con questo accanimento terapeutico?

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