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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Calcio scommesse: libero anche Morisco. Si muove la procura federale

Anche Vito Morisco torna in libertà. Il tribunale del Riesame di Bari ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare emessa a carico dell'attuale proprietario della Ssd Calcio Città di Brindisi, difeso dall'avvocato Gianluca Loconsole. Per quanto riguarda le persone coinvolte nel filone brindisino dell'inchiesta "Dirty soccer"

BRINDISI – Anche Vito Morisco torna in libertà. Il tribunale del Riesame di Bari ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico dell’attuale proprietario della Ssd Calcio Città di Brindisi, difeso dall’avvocato Gianluca Loconsole. Per quanto riguarda le altre persone coinvolte nel filone brindisino dell’inchiesta “Dirty soccer”, su un giro di partite truccate fra i campionati di Serie D e Lega Pro della stagione agonistica corrente, resta ai domiciliari solo l’ex patron, Antonio Flora. Il consulente di mercato Savino Daleno era stato scarcerato dal gip del tribunale di Trani, pochi giorni dopo il blitz del 19 maggio.

Giorgio Flora, figlio di Antonio Flora, era tornato libero la scorsa settimana, sempre su decisione del tribunale del Riesame di Bari. La dirigenza biancazzurra è accusata di aver preso parte alle combine di due fra le tante partite il cui risultato sarebbe stato alterato dalla presunta organizzazione dedita alla frode sportiva smascherata dalla Dda di Catanzaro: Brindisi-San Severo 2-1 del 30 novembre 2014 e Pomigliano-Brindisi 0-4 del 14 dicembre 2014. Oltre alla frode sportiva, a numerosi indagati (fra cui i “brindisini”) era stata contesta anche l’associazione per delinquere di stampo mafioso: addebito poi caduto in sede di interrogatori di convalida del fermo di indiziato di delitto emesso dal gip di Catanzaro, su richiesta appunto della Dda.

Lo stesso gip dovrà esprimersi entro mercoledì prossimo (10 giugno) sulla nuova richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia calabrese. Intanto anche la giustizia sportiva sta muovendo i primi passi. Il procuratore federale Stefano Palazzi ha già acquisito gli atti dell’inchiesta. Nei prossimi giorni dovrebbero partire i deferimenti a carico dei tesserati coinvolti nel procedimento.

Il calendario di audizioni davanti al procuratore non è ancora stato fissato. Nulla si muove, invece, per quel che concerne le sorti della società. Vito Morisco, attraverso il suo legale, ha dato la disponibilità a cedere il 98 per cento di quote del club (il restante 2 per cento è nelle mani di Stefano Casale) a titolo gratuito. Ma nessuno si è ancora fatto avanti.

Da parte dell’attuale proprietario non c’è alcuna intenzione di iscrivere la squadra al prossimo campionato di Serie D (le pratiche vanno espletate entro la prima metà di luglio). Morisco, anzi, aveva sondato anche l’ipotesi di portare le scritture contabili in tribunale, per avviare la procedura fallimentare. Salvo colpi di scena, quindi, potrebbero presto scorrere i titoli di coda sul principale sodalizio calcistico brindisino, costituito nell’estate del 2011 sulle ceneri del Football Brindisi 1912.

L’unica via percorribile per tenere in vita la maglia con la V è quella di fondare una nuova società, che avrebbe davanti a sé un paio di percorsi alternativi: chiedere l’affiliazione in uno dei campionati minori; acquisire il titolo sportivo di un altro sodalizio della provincia (il Mesagne, a tal proposito, ha conquistato la promozione in Eccellenza grazie al successo sul Fasano conquistato nella finale dei playoff di Promozione).

Di certo, almeno per il momento, non si può sperare in un intervento delle istituzioni locali, che continuano a tenersi a debita distanza dalle vicende calcistiche. Solo i tifosi, con l’associazione polisportiva PerBrindisi onlus, stanno provando a fare qualcosa di concreto per garantire un futuro ai colori biancazzurri, attraverso una sottoscrizione popolare. Il numero di quote sottoscritte, stando al contatore visibile sulla homepage del sito www.perbrindisi.it, è pari a 588. Non è poco, ma non basta. Come riferito a più riprese dai soci fondatori della onlus, infatti, bisogna sfondare la soglia delle mille sottoscrizioni affinché la PerBrindisi possa coinvolgere anche la classe imprenditoriale locale. Perché i tifosi, da soli, per quando sia lodevole e apprezzabile il loro tentativo, non possono farcela. 

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