Happy Casa sconfitta dopo il record di vittorie: storia di un flop annunciato
Brindisi, reduce da 10 successi consecutivi, stecca clamorosamente contro la Vuelle Pesaro. L'analisi della sconfitta
Pronti, partenza, via. Ma Happy Casa non c’era. Era rimasta chiaramente con la testa a Milano senza riuscire a rientrare in tempo per rendersi conto che da neo capolista del campionato, stava subendo una avvilente sconfitta da una squadra a cui solo pochi giorni prima avrebbe rifilato senza alcun problema un bel “centello”. Non c’è altra spiegazione plausibile che si possa dare alla sbandata della squadra di coach Vitucci ed alla sconfitta (81-92) contro Vuelle Pesaro, squadra reduce da due sconfitte consecutive, in una partita decisamente alla normale portata di Happy Casa, certamente da annunciare come di ordinaria amministrazione.
Mal di capolista
C’è stata troppa pressione e tanto clamore dopo il blitz del Mediolanum Forum di Assago ed il nuovo ruolo di capolista, per non prevedere un flop mentale di ritorno, ma decisamente impensabile di questa entità, con la squadra di coach Vitucci incapace di opporre una minima reazione allo strapotere di Carlos Delfino (6/7 da 3 punti!), Justin Robinson e Tyler Cain, apparsi autentici “giganti” difronte ad una difesa inesistente come mai si era vista prima, e che ha concesso 10 rimbalzi in più a Vuelle Pesaro. Si dirà che i giocatori di coach Repesa sembravano miracolati e che ogni tiro, anche il più storto, andava a finire in retina con grande precisione, ma non si può non rimarcare come il 6/7 da 3 punti di Carlos Delfino ed i tiri degli altri giocatori, siano stati resi più facili da una mancanza di pressione in difesa, che è stata il vero problema dominante dell’intera partita.
Squadra in caduta libera: nulla da dichiarare
Solo Derek Willis ha cercato di tenere in corsa la squadra distribuendo le sue forze sia in difesa che in attacco, mentre al suo fianco crollava proprio tutto. In una partita decisamente negativa della sua squadra Derek Willis ha chiuso con una valutazione Lega di 31, con 23 punti realizzati in 33 minuti di presenza in campo (8/11 da 2 punti,1/2 da 3 punti, 4/5 ai tiri liberi e 7 rimbalzi), con un impegno che non ha trovato conforto nei compagni di squadra, mentalmente in caduta libera e svuotati di energia.
Nella partita è venduto a mancare il consueto apporto di Nick Perkins, che era reduce dall’infortunio di Milano e che si era allenato poco in settimana. Coach Vitucci lo ha tenuto in campo solo per 12 minuti, ma il forte pivot americano era chiaramente in difficoltà, non certamente all’altezza del suo normale rendimento, tanto che ha chiuso la partita con 2 soli punti realizzati, con 1/5 da 2 punti, 0/4 ai tiri liberi e 3 rimbalzi. Coach Vitucci ha cercato una svolta alla partita tenendo in campo insieme Alessandro Zanelli in posizione di play e con Darius Thompson guardia nel tentativo di arginare lo scatenato Robinson, ed ha concesso solo 28 minuti di presenza ad Harrison che sia pure apparso fuori contesto, andava probabilmente più utilizzato e responsabilizzato, anche se con falli a carico. Non è la prima volta che a momenti di scarso rendimento nella stessa partita Harrison sia poi riuscito a riprendersi ed a trascinare la squadra con la sua straordinaria leadership e la capacità realizzativa.
Sceneggiata “repesciana”
Quando mancavano 16 secondi alla fine della partita, con il punteggio ormai definito di 81-92, il coach Jasmin Repesa di Vuelle Pesaro ha ritenuto opportuno chiamare un time-out che ha mandato su tutte le furie coach Vitucci, notoriamente una persona perbene abituato al rispetto degli avversari secondo un codice non scritto, ma che sta tutto nelle regole della sportività. Coach Repesa ha chiamato a raccolta i suoi giocatori, si è messo comodo sulla sua sedia, spalle al parquet, per dare chissà quali misteriose istruzioni per disputare quei residui 16 secondi finali, periodo di tempo che normalmente le quadre lasciano trascorrere quando il risultato è già acquisito, in attesa del fischio finale.
L’unica spiegazione plausibile potrebbe essere che coach Repesa abbia richiesto ai suoi giocatori più impegno in quei 16 secondi finali per incrementare la differenza canestri, in vista di una possibile posizione nella griglia delle Final Eight. Anche in questo caso, però, il suo time out sarebbe risultato irragionevole se solo si tiene conto che lo stesso allenatore pesarese appena un minuto prima aveva schierato due giovani promesse del suo roster, evidentemente ritenendo che il risultato fosse già così definito e soddisfacente. A fine partita coach Repesa ha di fatto evitato di salutarlo recandosi direttamente verso gli arbitri, ma coach Vitucci incrociandolo a centrocampo e camminandogli accanto, come si è chiaramente visto in televisione, gli avrà espresso a muso duro tutta la sua contrarietà per quella scelta che era stata considerata una mancanza di rispetto al coach, alla squadra ed alla società per non parlare della tifoseria brindisina da sempre “gemellata” con quella pesarese. Da allenatore di grande esperienza, tuttavia, coach Repesa sa che nel basket, e nello sport in generale, questo tipo di scelte spesso tornano come un boomerang.