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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Il basket è tutto un quiz. E Varese ringrazia per il bel regalo

Sì. Il basket è tutto un quiz. Dopo la rocambolesca e stupefacente partita della New Basket Brindisi a Varese, finita in parità al termine dei tempi regolamentari (76-76) e persa poi nel supplementare(91-81), si apre il libro degli interrogativi. Inizia Paolo Moretti, coach di Varese che dichiara apertamente " la mia squadra non meritava di vincere"

Sì. Il basket è tutto un quiz. Dopo la rocambolesca e stupefacente partita della New Basket Brindisi a Varese, finita in parità al termine dei tempi regolamentari (76-76) e persa poi nel supplementare(91-81), si apre il libro degli interrogativi. Inizia Paolo Moretti, coach di Varese che dichiara apertamente “ la mia squadra non meritava di vincere”.  Coach Meo Sacchetti replica poi, “è un peccato perdere così perché l’Enel Brindisi ha giocato una buona partita”. Risposta al quiz: è stato Brindisi a regalare la vittoria a Varese che non ha rubato nulla, ed ha giustamente portato a casa il suo prezioso dono.

La “piazza brindisina del basket” si agita e si pone il problema: si doveva fare fallo su  Kristjan Kangur per impedirgli il tiro da tre punti che ha portato Varese in parità  alla fine dei tempi regolamentari o si doveva lasciarlo procedere da 9 metri con  un tiro che sembrava impossibile da realizzare? Risposta: mentre Kangur preparava il tiro della disperazione, il più strampalato ed impossibile della storia del basket, il giocatore più vicino era il giovane Carter il quale avrebbe dovuto marcarlo “mani in faccia” e cercare di far trascorre quel mezzo secondo che mancava alla fine della partita.

Compiere  il fallo della disperazione su Kangur mentre il giocatore era al tiro da tre, però,  sarebbe stato come correre il grosso rischio di prendere 3 punti e rimediare anche un “antisportivo”, visto l’orientamento degli arbitri ed il regolamento attuale. Al contrario, questo sì, il fallo si sarebbe dovuto compiere prima, a pochi secondi dalla fine (10”) con il punteggio fermo sul 73-76, quando Goss aveva avuto la possibilità di fermare Eric Maynor, fra l’altro in difficoltà di palleggio, ed evitare il passaggio a  Kangur.

Altro quiz è: chi mai avrebbe potuto solo per un attimo immaginare che il 34enne Kangur potesse festeggiare il suo compleanno tirando sbilanciato, con una mano e da 9 metri il più pazzo tiro da tre punti e che quel tiro potesse poi finire la sua corsa sullo spigolo alto del tabellone per concludere la sua folle parabola  nel canestro? Risposta: nessuno! L’incredibile sviluppo dei secondi finali della partita, con la squadra che si è vista strappare una vittoria praticamente già acquisita, ha psicologicamente messo in ginocchio la formazione brindisina che non ha avuto la forza e ne ha saputo reagire ed ha preso uno “schiaffone” parziale di 11 a 0 che ha di fatto chiuso l’incontro.

A Varese ha debuttato Phil Goss, il play che dovrebbe assicurare alla squadra l’esperienza che manca e la capacità tecnica di saper gestire un gruppo di giovani che dimostrano di avere grosse potenzialità. Coach Sacchetti è stato costretto a tenere in campo Goss per 30 minuti e, probabilmente, avrebbe dovuto farlo riposare di più a metà del quarto tempo per averlo più lucido nel finale di partita, proprio nei secondi finali, quelli decisivi, in cui avrebbe dovuto dare il contributo determinante della sua esperienza e della sua leadership.

Ma il ruolo non risultava di certo ben coperto dalle modeste prestazioni di  English e Spanghero ed inoltre coach Sacchetti è stato fortemente condizionato nelle scelte e limitato nelle valutazioni tattiche, da una panchina molto corta che già priva di Moore e Kris Joseph, ha dovuto rinunciare anche a Danny Agbelese che si è banalmente preso un tecnico, per proteste, dopo aver commesso un fallo, ed è dovuto rientrare e definitivamente abbandonare per raggiunto limite di 5 falli quando mancavano poco più di 7 minuti alla fine della partita.

La squadra deve migliorarsi in difesa dove pecca ancora di inesperienza e si concede amnesie e cali di tensioni  inaccettabili, tanto da accordare ben 51 rimbalzi agli avversari di cui ben 17 sotto i propri tabelloni, spesso ignorando le basi elementari di un semplice “tagliafuori”. Proprio in difesa coach Sacchetti ha bisogno di utilizzare meglio le capacità fisiche ed atletiche di Danny Agbelese, una forza della natura da applicare al basket, ottimizzando le sue doti sotto canestro, da affiancare a Carter e M’Baye, ed in cui anche Marco Cardillo fa la sua brava parte (contro Varese 5 rimbalzi e 4 palle recuperate, 2 falli fatti e 3 subiti, e lavoro oscuro fra le linee di passaggio) per dare alla squadra quella  solidità difensiva di cui il reparto necessità.

Intanto anche a Varese, la New Basket Brindisi ha avuto conferma di poter contare su giocatori di assoluta eccellenza per la serie A come Durand Scott e Amath M’Baye ormai una vera sorpresa-rivelazione del campionato, ed attende la maturazione di  Robert Carter,  il 22enne ala-centro (più ala che centro, in verità!) che migliora sempre di più e che potrebbe diventare giocatore determinante nello schieramento tattico voluto da coach Sacchetti.

Intanto c’è attesa per conoscere l’esatta entità dell’infortunio che tiene praticamente  fermo Kris Joseph fin dall’inizio della preparazione. Coach Sacchetti ha bisogno di avere il suo roster al completo e la società di conoscere le vere intenzioni del giocatore americano, che non sia affetto da “reynoldite” acuta, male che ha colpito Scottie Reynold lo scorso campionato compromettendo i programmi dell’ Enel Basket Brindisi.

Un verifica non più dilazionabile perché la società possa decidere l’eventuale “taglio” di Joseph ed allungare il roster, soprattutto in previsione di un ciclo favorevole, che nelle prossime quattro partite vedrà l’Enel Basket Brindisi impegnata tre volte  in casa con Torino, Brescia e Cantù, intervallate dalla trasferta di Cremona .

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