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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Enel vince senza brillare, partita noiosa

BRINDISI - L’Enel Brindisi batte la Morpho Piacenza 69-66 e almeno per una notte è di nuovo prima, ma a giudicare da quanto visto al PalaPentassuglia c’è poco da stare allegri, visto che anche contro la squadra di Fabio Corbani gli uomini di Bucchi non hanno certo brillato. A dirla tutta, la partita è stata noiosa fin dall’inizio. La sconfitta di Reggio Emilia sembra aver lasciato il segno, ed ha spento anche gli entusiasmi del pubblico, visto che il palazzetto per buona parte del match è sembrato assomigliare ad un teatro, visto il silenzio che vi regnava.

BRINDISI - L’Enel Brindisi batte la Morpho Piacenza 69-66 e almeno per una notte è di nuovo prima, ma a giudicare da quanto visto al PalaPentassuglia c’è poco da stare allegri, visto che anche contro la squadra di Fabio Corbani gli uomini di Bucchi non hanno certo brillato. A dirla tutta, la partita è stata noiosa fin dall’inizio. La sconfitta di Reggio Emilia sembra aver lasciato il segno, ed ha spento anche gli entusiasmi del pubblico, visto che il palazzetto per buona parte del match è sembrato assomigliare ad un teatro, visto il silenzio che vi regnava.

I finali dei quattro tempi la dicono lunga sull’andamento dei quaranta minuti di gioco: 19-18, 37-35, 53-52, 69-66. Piacenza, che di certo non è squadra irresistibile, è rimasta sempre in gioco, toccando il massimo vantaggio di 6 punti nella terza frazione di gioco. Per tutta la prima parte di gara si è vista un’Enel svogliata, con molti tiri imprecisi e tanti passaggi sbagliati.

Bisogna aspettare il ventiseiesimo minuto per vedere qualche bella giocata di Hunter e un po’ di rabbia in campo da parte biancazzurra, ma gli ospiti danno del filo da torcere fino alla fine, con Anderson, Harrison e Voskuil che si alternano nelle vesti di cecchini, approfittando di una difesa dei padroni di casa che è ben lontana da quella dei giorni migliori.

C’è poco gioco e scarsa intensità, ma Franco Lauro, telecronista di Rai Sport, vede una partita “bella e intensa”, e apostrofa per una decina di volte Luca Infante il “grande guerriero”. Sarà, ma a noi in campo è sembrato di vedere ben altro. Ed i minuti finali, con erroracci di Hunter, del grande guerriero e di Anderson, ci convincono di non aver di certo assistito ad una partita di Nba. Accontentiamoci: per stanotte siamo di nuovo primi.

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