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Galigani e Pupino adombrano l'ipotesi di illeciti sportivi. Risposta sdegnata dei calciatori

BRINDISI – Ci mancavano solo le partite vendute. Ora viene avanzato pure questo sospetto. Sono stati il presidente del Football Brindisi, Vittorio Galigani, e il suo vice Antonio Pupino a tirare in ballo questo argomento affermando in una nota di quattro righe “di avere provveduto ad inoltrare presso i competenti organi federali esposto inerente presunti fatti illeciti accaduti durante e al termine della gara Brindisi-Vibonese del 19 dicembre 2010”. E conclude la nota: “Il tutto nel rispetto delle normative federali”.

BRINDISI – Ci mancavano solo le partite vendute. Ora viene avanzato pure questo sospetto. Sono stati  il presidente del Football Brindisi, Vittorio Galigani, e il suo vice Antonio Pupino a tirare in ballo questo argomento affermando in una nota di quattro righe “di avere provveduto ad inoltrare presso i competenti organi federali esposto inerente presunti fatti illeciti accaduti durante e al termine della gara Brindisi-Vibonese del 19 dicembre 2010”. E conclude la nota: “Il tutto nel rispetto delle normative federali”.

Cosa c’è dietro questa iniziativa non è dato sapere. Galigani non ha aggiunto altro, né intende farlo. Aveva fissato per questo pomeriggio un incontro in sede per lo scambio di auguri, ma non è da escludere che non venga a Brindisi per evitare incontri con la tifoseria che è molto arrabbiata. No comment anche da parte dell’allenatore Massimo Rastelli. “Probabilmente – si limita a dire – i presidenti sono rimasti delusi domenica dalla squadra nell’ultima mezz’ora di gioco”.

“Io e tutti i miei compagni siamo tranquilli – chiarisce Fabio Moscelli, giocatore del Brindisi -. La realtà è un’altra. Bisogna guardare i problemi reali che ci sono, quelli che attanagliano tutti noi giocatori. La mia coscienza è a posto e così, lo dico senza ombra di dubbio, anche quella dei miei compagni di squadra. Per quanto mi riguarda voglio sottolineare che sono un professionista serio e mi difenderò in ogni sede contro chiunque cerchi di infangare il mio nome, la mia professionalità”.

Parole che non danno possibilità a interpretazioni di sorta. D’altro canto Moscelli non ha torto. Qui si tratta di una squadra che è stata allestita male e di giocatori che hanno la testa altrove. Se si sono venduti la gara di domenica contro la Vibonese, si sono vendute tutte le altre in cui hanno fatto letteralmente schifo. Ben venga l’inchiesta degli organi federali. Ma la realtà è un’altra. Qui ci troviamo di fronte ad una gestione fallimentare che sta travolgendo Galigani e Pupino e si vuole spostare l’attenzione su qualcosa che possa deflagrare come una bomba. Appunto il sospetto che ci siano state combine in quest’ultima gara.

Ma andiamo per ordine. Domenica, dopo la gara pareggiata 0-0 con la Vibonese, Rastelli tra le altre cose per spiegare quei minuti terribili di non gioco, disse: “Andatelo a chiedere a lui…”. Non aggiunse altro. Cosa intendeva dire? C’era qualche riferimento a ciò che i presidenti hanno comunicato oggi? Oppure c’era un riferimento al presidente, ai tanti problemi economici che stanno portando a fondo il Football Brindisi? Risposta di Rastelli: “Non ricordo questa frase. Sicuramente l’ho pronunciata nella concitazione del momento, ero molto arrabbiato. Ma per poterla ora commentare dovrei risentire tutto il discorso, perché una frase, avulsa dal contesto, può essere interpretata in più modi”.

Fatto sta che Galigani e Pupino adombrano irregolarità durante e al termine di quella gara. Non bastava in questi giorni tutto il battage negativo per la crisi societaria, giocatori non pagati, richieste di messa in mora, cambiali non onorate da parte di Galigani e Pupino nei confronti dei precedenti proprietari, richieste al giudice di bloccare le cambiali (respinta proprio ieri), ombre avanzate sempre da Galigani e Pupino sul bilancio della precedente stagione. Ed ora anche le partite vendute. Vien da chiedersi: ma perché a Brindisi deve sempre toccare tutto questo? E perché questa città assiste impassibile a tutto questo sfascio? I tifosi? La Curva Sud? Che fanno?

Comunque, dato che ormai si è in ballo e il duo Galigani - Pupino hanno tirato in ballo dubbi sulla correttezza di quest’ultima gara del Brindisi, faranno bene gli organi federali a fare chiarezza per capire, una volta per tutte, cosa c’è dietro questo sfacelo che si è abbattuto sulla squadra di calcio del Brindisi. Per capire, se veramente c’è stato quello che denunciano Galigani e Pupino, chi è il regista non solo dei risultati addomesticati, ma di tutto lo sfascio.

Si faccia dunque chiarezza così si capirà perché in dieci gare ci sono state un mare di espulsioni, un altro mare di rigori fischiati contro, una puntuale abulia, soprattutto nella seconda fase delle partite. “Io posso dire – aggiunge con molta amarezza Rastelli – che da quando sono a Brindisi ho lavorato con un matto. Diciotto ore al giorno su ventiquattro. Dal lunedì sino alla domenica prima della gara. Nella squadra ci sono problemi di allestimento e la situazione che mi era stata era totalmente diversa”. La situazione prospettata a Rastelli era rosea. Bando ai ragazzini e largo agli over per vincere il campionato, rinforzi adeguati a gennaio. In pratica Galigani aveva detto di si a tutte le richieste dell’allenatore chiamato a sostituire il licenziato Carlo Florimbj.

Ma poi? Nulla di tutto questo si è avverato e Rastelli, così come tutti i giocatori, hanno cominciato a toccare con mano la realtà. Vale a dire: non ci sono soldi. Basti pensare, tanto per capire qual è la gravità della situazione, che per alcuni giorni la squadra, durante gli allenamenti è stata senza acqua da bere perché non c’erano i soldi per comperarla. E domenica, per raggiungere lo stadio, la società ha dovuto noleggiare un pullman di un’altra ditta perché la solita (la D’Aversa) sinora non ha ricevuto un solo euro ed ha detto basta.

L’elenco dei creditori è lungo. Tra questi c’è anche l’albergo dove si va a fare il ritiro pre-gara. Pure questo starebbe per dire basta. Ci sono gli steward che avanzano mensilità. Tra i creditori ci sarebbe anche la Errea che è la fornitrice dell’abbigliamento della squadra. E il personale amministrativo della società.

Ci sono poi i giocatori. Alcuni hanno ricevuto qualcosa. Altri niente di niente. In questo secondo gruppo sono inseriti i sei che hanno messo in mora la società (Minopoli, Vicentini, Lenti, Camposeo, Prisco e Papa). Ma ce ne sono altri che non hanno ricevuto nessuno stipendio e nelle scorse settimane sono stati minacciati dai padroni di casa di essere messi fuori se non fossero state saldate le pendenze. Pare che il presidente abbia “onorato” con assegni.

Una realtà drammatica. Altro che le partite vendute. Per carità, non sposiamo nessuna causa e non mettiamo la mano sul fuoco per nessuno. Ripetiamo, è bene che la federazione svolga le sue indagini. Ma non si perda di vista il vero problema. E cioé la gestione Galigani-Pupino. I due, lo ripetiamo, è giunta ora che si facciano da parte in modo da consentire ad eventuali imprenditori locali di prendere in mano una situazione che al momento è ancora possibile salvare. E salvare anche essi stessi dal tracollo. Soprattutto Pupino che si è esposto notevolmente addossando alla moglie il 98% della società (mentre la moglie di Galigani ha solo il 2%) e iscrivendo ipoteca sulla sua casa.

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